Un tempo accresce
un altro scema
uno allunga
un altro accorcia,
tutti credono di averne conoscenza
lo misurano a lunghezza d'onda
senza chiedersi cosa sia
questo mistero.
A mio saper
e` eterno e nullo
e cio che mi fa consapevole
di quanto questo mondo sia fasullo.
giuciaravolo
arcadi
domenica 17 settembre 2017
mercoledì 26 aprile 2017
C'è.....
C'è del marcio in Danimarca
e l'Italia tuttavia resta al palo
benchè patria di remote glorie
si gongola nell'apatia mortale
di una insana emorragia.
Qualunque cosa attende
e a furia di rinvii
rimane certa solo la data
per la propria dipartita.
Molti sono andati
altri si apprestano ad andare
verso un altrove
dove speranza e sogno sono in comunione.
Che nazione indegna
sede di tiranni, locuste e perditempo
per far profitto si fa ogni cosa
insana quella fame che mai sazia gli appetiti.
L'infame corruzione regna sovrana
dall'alto dei palazzi
fino al vicolo più cieco
dell'ultimo rione.
Si fan profitti in qualunque modo
compromettendo le virtù con i vizi
ed il buon senso
col cattivo gusto.
Di gran moda è l'approffittatore
che con una mano chiede
e con l'altra ruba
dallo stesso pantalone.
Un incentivo per rilancio
viene letteralmente inteso come tale
da una parte i delusi dalle braccia gonfie
dall'altra il rinnegato con le valigie pronte.
Pronte a partire col primo volo
verso la stessa direzione di molti altri
dopo aver accuratamente smontato e imballlato
armi e bagattelle per una nuova ubicazione.
L'estero!Quest'oltre frontiera
sembra l'unica occasione,
molti sono quei giovani
che vanno in quella direzione.
Presto resteranno solo i vecchi
e nuovi poveri dal profilo barbaresco
come succede dalla notte dei tempi
in tutto il meridione.
Nessun allarme
è tutto sott'osservazione
la televisione tace sul concreto
per divulgare il superfluo come pane quotidiano.
Giuseppeciaravolo
e l'Italia tuttavia resta al palo
benchè patria di remote glorie
si gongola nell'apatia mortale
di una insana emorragia.
Qualunque cosa attende
e a furia di rinvii
rimane certa solo la data
per la propria dipartita.
Molti sono andati
altri si apprestano ad andare
verso un altrove
dove speranza e sogno sono in comunione.
Che nazione indegna
sede di tiranni, locuste e perditempo
per far profitto si fa ogni cosa
insana quella fame che mai sazia gli appetiti.
L'infame corruzione regna sovrana
dall'alto dei palazzi
fino al vicolo più cieco
dell'ultimo rione.
Si fan profitti in qualunque modo
compromettendo le virtù con i vizi
ed il buon senso
col cattivo gusto.
Di gran moda è l'approffittatore
che con una mano chiede
e con l'altra ruba
dallo stesso pantalone.
Un incentivo per rilancio
viene letteralmente inteso come tale
da una parte i delusi dalle braccia gonfie
dall'altra il rinnegato con le valigie pronte.
Pronte a partire col primo volo
verso la stessa direzione di molti altri
dopo aver accuratamente smontato e imballlato
armi e bagattelle per una nuova ubicazione.
L'estero!Quest'oltre frontiera
sembra l'unica occasione,
molti sono quei giovani
che vanno in quella direzione.
Presto resteranno solo i vecchi
e nuovi poveri dal profilo barbaresco
come succede dalla notte dei tempi
in tutto il meridione.
Nessun allarme
è tutto sott'osservazione
la televisione tace sul concreto
per divulgare il superfluo come pane quotidiano.
Giuseppeciaravolo
lunedì 17 aprile 2017
dio brecht
Questo fraternizzare nell'occasione
mi terrorizza,
come certi entusiasmi
a regime di calendario,
il mio capo è sopra un sasso
pronto all'ennesima esecuzione,
strano non sento il vento
della micidiale scure,
il boia è stato appeso ad un palo
come certi mancati pagamenti
inchiodati nella paratia di una stiva
per essere tenuti a mente,
l'altrove ha lasciato il posto all'ovvio
su questa nave alla deriva
forse si salva solo il cuoco
che grazie alla lunga lista degli ingredienti,
invoca l'aiuto di qualche madonna
che guarda caso si trova la in processione
un sollievo per non lasciare nulla al caso
pentirsi per sbagliare per poi sbagliare ancora,
perfino il serpente si ripente
dopo essere stato aggredito in confessione
l'inganno regge finquando esiste comunione
tre tavoli da gioco sono spianati per la dicitura
in alto i vostri cuori e giù quelle mutande
profili e sagome sono concentrate
verso un fondo senza fondo
o mondo immondo e infame
quante stagioni devono ancora trascorrere prima che tu possa confondere te stesso col letame,
capolavori e lavori capovolti
son stendardi appesi e sventolanti
al furor del fugace vento di passione
degli abneganti
questi ultimi benchè presi dalla mania d'esser perseguitati smettono di vivere
per dedicarsi completamente all'apostolato.
Ci si illude per un poco di tenere
a freno il monte che per natura
si frantuma si sminuzza fino a diventare polvere
e questa cola giù a valle in forma di fango,
melma e marasma d'ogni genere
la tradizione vuole un senso in ogni cosa
facile scoprir la cenere dopo l'incendio,
xenofili, xenofobi e xenofanti son tutti riuniti
fanno una tavola rotonda
difficile stabilire la rotta
quando il timone è in balia del vento,
peggio ancora di affidarlo ai capricci della sorte
letale è consegnarlo nelle mani dell'insensato,
e pur si muore nonostante tutto
ad ogni giorno uno nuovo se ne aggiunge
e uno in meno sulla lavagna del ricordo.
giuseppeciaravolo
mi terrorizza,
come certi entusiasmi
a regime di calendario,
il mio capo è sopra un sasso
pronto all'ennesima esecuzione,
strano non sento il vento
della micidiale scure,
il boia è stato appeso ad un palo
come certi mancati pagamenti
inchiodati nella paratia di una stiva
per essere tenuti a mente,
l'altrove ha lasciato il posto all'ovvio
su questa nave alla deriva
forse si salva solo il cuoco
che grazie alla lunga lista degli ingredienti,
invoca l'aiuto di qualche madonna
che guarda caso si trova la in processione
un sollievo per non lasciare nulla al caso
pentirsi per sbagliare per poi sbagliare ancora,
perfino il serpente si ripente
dopo essere stato aggredito in confessione
l'inganno regge finquando esiste comunione
tre tavoli da gioco sono spianati per la dicitura
in alto i vostri cuori e giù quelle mutande
profili e sagome sono concentrate
verso un fondo senza fondo
o mondo immondo e infame
quante stagioni devono ancora trascorrere prima che tu possa confondere te stesso col letame,
capolavori e lavori capovolti
son stendardi appesi e sventolanti
al furor del fugace vento di passione
degli abneganti
questi ultimi benchè presi dalla mania d'esser perseguitati smettono di vivere
per dedicarsi completamente all'apostolato.
Ci si illude per un poco di tenere
a freno il monte che per natura
si frantuma si sminuzza fino a diventare polvere
e questa cola giù a valle in forma di fango,
melma e marasma d'ogni genere
la tradizione vuole un senso in ogni cosa
facile scoprir la cenere dopo l'incendio,
xenofili, xenofobi e xenofanti son tutti riuniti
fanno una tavola rotonda
difficile stabilire la rotta
quando il timone è in balia del vento,
peggio ancora di affidarlo ai capricci della sorte
letale è consegnarlo nelle mani dell'insensato,
e pur si muore nonostante tutto
ad ogni giorno uno nuovo se ne aggiunge
e uno in meno sulla lavagna del ricordo.
giuseppeciaravolo
giovedì 6 aprile 2017
Arrivederci
Piogge dorate
sui languidi tramonti
di questo Aprile che sembra
nato stanco,
la cortina di fumo nero
si leva all'orizzonte,
un gas per niente esilarante
concerne solo agli abitanti
di quel lontano luogo,
i sazi d'oltre manica
rigirano per tre volte su se stessi
scongiurando l'accaduto,
niente stimola la fame
nulla riguarda l'appetito
un muoversi informe
per allucinanti bisogni,
perfino gli occhi
fingono d'esser stanchi
per non vedere
per non sentire,
questo quieto vivere
è intriso di spasmi,
voglie surrogate s'alternano
ad arlecchini balzi d'umore,
un fingersi continuo
per fare girotondo,
poche le bocche attente
molte quelle in meccanico movimento,
la luna col suo idiota sguardo
sembra fare il verso
a patetici romantici
disposti come sempre a dir la propria,
il cappello giallo della vecchia russa
sfila in controluce
contrastando l'alone viola
della mia lanterna spenta,
un passo segue l'altro
senza capire il prima
senza comprendere il dopo
e senza conoscere il presente.
arrivederci a dopo.
Giuseppe ciaravolo
sui languidi tramonti
di questo Aprile che sembra
nato stanco,
la cortina di fumo nero
si leva all'orizzonte,
un gas per niente esilarante
concerne solo agli abitanti
di quel lontano luogo,
i sazi d'oltre manica
rigirano per tre volte su se stessi
scongiurando l'accaduto,
niente stimola la fame
nulla riguarda l'appetito
un muoversi informe
per allucinanti bisogni,
perfino gli occhi
fingono d'esser stanchi
per non vedere
per non sentire,
questo quieto vivere
è intriso di spasmi,
voglie surrogate s'alternano
ad arlecchini balzi d'umore,
un fingersi continuo
per fare girotondo,
poche le bocche attente
molte quelle in meccanico movimento,
la luna col suo idiota sguardo
sembra fare il verso
a patetici romantici
disposti come sempre a dir la propria,
il cappello giallo della vecchia russa
sfila in controluce
contrastando l'alone viola
della mia lanterna spenta,
un passo segue l'altro
senza capire il prima
senza comprendere il dopo
e senza conoscere il presente.
arrivederci a dopo.
Giuseppe ciaravolo
lunedì 13 marzo 2017
Emulsioni psichiche
Cari mi sono
questi giorni infami
tra la tracotanza dei miei intenti
e ciò che emerge in superfice,
il consumismo regna in ognidove,
per desinare si chiede
il parere al mastro cuciniere
perché non si é più in grado
di stabilire ciò che veramente piace
a quello che si deve
per appartenere al mucchio informe
dei deliranti recipienti chimici,
senza anima, senza idee, senza nulla,
senza senza.
Dai telefonini sempre accesi
arriva puntuale il segnale d'adunata
un commento e quattro cose completano
la catastrofica giornata,
poveri di desideri
gli allocchi dell'ultimo giorno
paventano di dir la propria
pur di seguire il flusso,
l'armonia delle cose stona
con ciò che si crede
con ciò che si é creduto fino a ieri
e questo mi disgusta.
Lasciati andare
nel mare delle incertezze
mio vecchio e caro amico
non temere la morte giungerà prima o poi
a cosa serve la paura
quando questa svanisce
al primo tentativo di connettere
idea con intelletto per svelar natura?
Solo chi ignora
nega a se stesso
il bene che gli viene dal di dentro
quel che illumina per un solo istante
è tutto il sacrosanto vero.
Giuseppeciaravolo
questi giorni infami
tra la tracotanza dei miei intenti
e ciò che emerge in superfice,
il consumismo regna in ognidove,
per desinare si chiede
il parere al mastro cuciniere
perché non si é più in grado
di stabilire ciò che veramente piace
a quello che si deve
per appartenere al mucchio informe
dei deliranti recipienti chimici,
senza anima, senza idee, senza nulla,
senza senza.
Dai telefonini sempre accesi
arriva puntuale il segnale d'adunata
un commento e quattro cose completano
la catastrofica giornata,
poveri di desideri
gli allocchi dell'ultimo giorno
paventano di dir la propria
pur di seguire il flusso,
l'armonia delle cose stona
con ciò che si crede
con ciò che si é creduto fino a ieri
e questo mi disgusta.
Lasciati andare
nel mare delle incertezze
mio vecchio e caro amico
non temere la morte giungerà prima o poi
a cosa serve la paura
quando questa svanisce
al primo tentativo di connettere
idea con intelletto per svelar natura?
Solo chi ignora
nega a se stesso
il bene che gli viene dal di dentro
quel che illumina per un solo istante
è tutto il sacrosanto vero.
Giuseppeciaravolo
domenica 5 marzo 2017
Cothurnata
Zenon che come il vento
cambia opinion secondo
umor proprio o d'altrui
così da celar suo sentimento,
trovavisi in un certo punto
tra l'Hde e il Mar morto
dove le strade convergono
in un sol luogo dove nessuno ha torto,
apparve come in sogno
la candida Sophia
odiata e bistrattata
dagli uomini e dagli dei
che preferiscono conservar
il proprio privilegio
a torto di ragion
celando il proprio sterile malcontento,
Ascoltami disse la candida
per un giorno potrai finalmente scegliere
tra miriadi di soluzioni
il tuo percorso,
senza aver bisogno d'altri
e nè di suppliche e interventi superiori
cio che troverai cambierà te stesso
e il mondo.
Gli dei indispettiti
calarono Sophia dentro un pozzo
riempendolo fino all'orlo
di catrame e sudiciame.
Per tutta la giornata
apparvero a Zenon ogni tipo di deità
ora sottoforma di animale ora di dolce fanciulla
perfino con il corpo di una salamandra,
tutti volevano rivelato
il segreto della candida
che per l'eternità gli era stato celato,
promesse ori e onori
non rapirono il cuore di Zenone
che in cuor suo pensava finalmente
questi dei sono dei poveracci
se chiedono servigi ad un condannato,
la cortesia si trasformò in ira
Zeus per primo scagliò una saetta
per folgorar il villano che fino a poco prima
era un inetto pronto a vendere la madre
per salvar la propria vita
questa per strana combinazion
fu deviata verso il mare
dove Poseidone stava prendendo un bagno
insieme a trecento ninfe,
la saetta lo colpì proprio là
dove non batte il sole
dal dolore scagliò il suo tridente verso l'alto
Eolo lo deviò con un soffio
deviandolo verso Marte
che in quel preciso istante
stava duellando con Eone
per aver perso a carte e non pagare,
il tridente lo prese all'anca
e dal dolore questi rispose
tirando al sua lunga lancia
in direzione opposta,
Eolo soffiò nuovamente
deviando la traiettoria del lungo astone
verso l'ignaro Ermes che nel contempo
s'era appartato con Adone.
Apriti cielo!
L'olimpo fu sconvolto
in meno di un secondo
gli dei uno dopo l'altro
giunsero al capolineo.
Sulla terra le cose non andavano diversamente,
ciascun governante secondo il proprio intento
muoveva guerra all'altro senza trovar ragione
e nè discernimento.
In breve la terra fu spazzata
da tutte le presenze
ivi compreso l'impavido Zenone
Eolo soffiò così forte
da ridurlo in polvere
ed affidarlo ai quattro venti
dopochè morì di crepacuore
per aver a lungo soffiato.
Per sette secoli
la terra fu coperta di cenere e lapillo
finchè un giorno il sole
spinto dall'amore di Calorinda
stese su tutta la devastazione
un pietoso velo di luce e calore
così da consentir alle semenza dormienti
di riprendere un ciclo nuovo
senza intermittenze.
dai resti del povero Zenone
nacquero grossi gigli
e da questi nuovi esseri
dotati di grande cognizione,
appena giunti all'età matura
seccarono per effetto della calura
rimandando il tutto al dopo
con la speranza di un' età più duratura.
Giuseppe Ciaravolo
cambia opinion secondo
umor proprio o d'altrui
così da celar suo sentimento,
trovavisi in un certo punto
tra l'Hde e il Mar morto
dove le strade convergono
in un sol luogo dove nessuno ha torto,
apparve come in sogno
la candida Sophia
odiata e bistrattata
dagli uomini e dagli dei
che preferiscono conservar
il proprio privilegio
a torto di ragion
celando il proprio sterile malcontento,
Ascoltami disse la candida
per un giorno potrai finalmente scegliere
tra miriadi di soluzioni
il tuo percorso,
senza aver bisogno d'altri
e nè di suppliche e interventi superiori
cio che troverai cambierà te stesso
e il mondo.
Gli dei indispettiti
calarono Sophia dentro un pozzo
riempendolo fino all'orlo
di catrame e sudiciame.
Per tutta la giornata
apparvero a Zenon ogni tipo di deità
ora sottoforma di animale ora di dolce fanciulla
perfino con il corpo di una salamandra,
tutti volevano rivelato
il segreto della candida
che per l'eternità gli era stato celato,
promesse ori e onori
non rapirono il cuore di Zenone
che in cuor suo pensava finalmente
questi dei sono dei poveracci
se chiedono servigi ad un condannato,
la cortesia si trasformò in ira
Zeus per primo scagliò una saetta
per folgorar il villano che fino a poco prima
era un inetto pronto a vendere la madre
per salvar la propria vita
questa per strana combinazion
fu deviata verso il mare
dove Poseidone stava prendendo un bagno
insieme a trecento ninfe,
la saetta lo colpì proprio là
dove non batte il sole
dal dolore scagliò il suo tridente verso l'alto
Eolo lo deviò con un soffio
deviandolo verso Marte
che in quel preciso istante
stava duellando con Eone
per aver perso a carte e non pagare,
il tridente lo prese all'anca
e dal dolore questi rispose
tirando al sua lunga lancia
in direzione opposta,
Eolo soffiò nuovamente
deviando la traiettoria del lungo astone
verso l'ignaro Ermes che nel contempo
s'era appartato con Adone.
Apriti cielo!
L'olimpo fu sconvolto
in meno di un secondo
gli dei uno dopo l'altro
giunsero al capolineo.
Sulla terra le cose non andavano diversamente,
ciascun governante secondo il proprio intento
muoveva guerra all'altro senza trovar ragione
e nè discernimento.
In breve la terra fu spazzata
da tutte le presenze
ivi compreso l'impavido Zenone
Eolo soffiò così forte
da ridurlo in polvere
ed affidarlo ai quattro venti
dopochè morì di crepacuore
per aver a lungo soffiato.
Per sette secoli
la terra fu coperta di cenere e lapillo
finchè un giorno il sole
spinto dall'amore di Calorinda
stese su tutta la devastazione
un pietoso velo di luce e calore
così da consentir alle semenza dormienti
di riprendere un ciclo nuovo
senza intermittenze.
dai resti del povero Zenone
nacquero grossi gigli
e da questi nuovi esseri
dotati di grande cognizione,
appena giunti all'età matura
seccarono per effetto della calura
rimandando il tutto al dopo
con la speranza di un' età più duratura.
Giuseppe Ciaravolo
domenica 29 gennaio 2017
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