Quest'anno la tramontana
è arrivata giù
da una direzione insolita
profumando l'aria d'incenso e alloro,
dopo la domenica
viene quasi sempre il lunedì
così l'immaginava
l'amico andato,
un soffio di leggera allegria
stemprava il freddo pungente,
nella propria solitudine
ciascuno fa i suoi conti
l'oste finge d'essere assente
perché vuole presentarti il conto
solo a fine atto
quando cala il sipario,
quando tutti vanno a casa
certi di risorgere il giorno dopo,
per raccontarsi ancora cose
che si perdono nella memoria,
il repertorio è sempre uguale
una smorfia di sorriso
per nascondere le lacrime,
una battuta ad effetto per svelare qualche cosa,
ciascuno nel suo letto
ritorna nel proprio stato d'incoscienza,
forse questa è l'unica certezza,
o forse no,
di questo senso unico alternato della vita
c'è solo d'aspettarsi la calata di sipario
per dire addio agli amici
per avviarsi verso il crematorio,
le insidie ed i pettegolezzi
vengono cremati insieme al feretro
i compassionevoli d'occasione
ripetono a memoria le solite patetiche litanie,
disgustose malelingue
schiave del proprio tormento
si fermano per qualche secondo
riprendendo appena dopo con più veemenza,
anche un funerale
è una commedia
in cui il protagonista
può ritenersi effettivamente assente.
l'angelo custode ha abdicato
in favore della morte
forse stanco o troppo impegnato
per rovinar la vita ad un nuovo arrivato,
in questa brezza amara
dal color violetto
si scioglie il volto dei dimenticati in vita,
il gufo e la civetta dormono questa notte.
vogliono scongiurare la paura
di finire come il tale,
abbracciati aspettano il nuovo giorno
nell'attesa che faccia buio presto
per continuare a cacciare come sempre.
Giùciaravolo
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