Soffia leggero il garbino
accarezzando le foglie dei platani
che puntano sempre verso il mare
la dove albergano
pittori, imbianchini ed ambulanti.
Sapori di maree alte e basse
diffondono nell'aria un po di calma
dando sollievo a chi è nato stanco.
La bimba col fiocco giallo
gioca a fare la mamma
tenendo in una mano l'ago
e nell'altra il filo come Arianna,
presto sarà già sera
e poi notte fonda
un dito nella piaga
anticiperà l'arrivo di un nuovo giorno,
amara è la sorpresa
per essere cresciuti troppo in fretta
quando all'ago e al filo
subentra l'orco e di conseguenza la statale
un'illusione si accende
dopo un'altra appena spenta
un'intermittenza variabile e precisa
sta ad indicare l'inconsistenza di certe vite,
rese ancor più intollerabili
dal flusso delle ruote
vagoni di insulti e soste ad ore
confondono passanti e villeggianti,
la lucciola asciuga il sudore
del mentitor cortese
ottenendo in cambio qualche obolo
che versa all'orco prepotente,
nel caos anche l'ultimo semaforo si è spento,
il fiocco giallo ha lasciato il posto
al gonnellino rosso trasparente
le grazie della mamma
sono vendute a basso costo,
di quei giochi tanto amati
solo un labile ricordo.
Dall'alto dell'Olimpo
discendesti come una Venere di Milo
in equilibrio a stento su quei tacchi a spillo
e come tale senza braccia
con le mani legate sulla schiena
fosti lanciata come un sasso dentro un fosso.
Giùciaravolo
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