Chi siamo a questo mondo
se non ombre di altre ombre,
polvere e sangue
nelle contraddizioni d'ogni giorno.
Ho visto cadere un sasso
dall'alto dei cieli
portato un angelo mortale
chissà perchè ha centrato proprio
un asilo e l'ospedale,
dalla polvere dei frantumi
vedo correre piccole ombre
tra grida e lacrime,
il mio sguardo si sofferma
su una di queste
che a differenza delle altre
procede silente e con lentezza,
una vittoria contro angeli e destini,
una gioia contenuta
per dimostrare al mondo
che si sopravvive nonostante tutto
mi rispecchio in quell'immagine
pur sapendo che nel mio viaggio solitario
mi rimane ben poco da sperare,
dalla cresta delle dune del deserto del Gobi
vedo il mare turchino e smeraldo
la mia anima appesa ad un filo spinato
penzola all'infinito
consapevole d'essere ingoiato ogni giorno,
a poco a poco, granello dopo granello
dall'oblio di questo cosmo
ancora poco conosciuto.
Un canto femminile dalle risonanze strane
accompagna questo mio peregrinare
verso l'infinito
da cui giunsi
e a cui faccio ritorno.
Giùciaravolo
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