A qual gioco
s'appende l'esistenza
pur d'immaginar se stessa
immortale e avida di bene
giunge quel tempo
in cui l'uomo
fa i suoi conti in disparte
come fosse solo affar suo
rimurginando esterna
ed esternando crede di salire
dimenticando il fiacco ritmo
delle membra stanche
lanciato in un ascetico miraggio
tutto proteso , convinto e zelante
proclama a se stesso
un nuovo culto incalzante
e tutto accade in virtù d'un bene
quello personale,
fatto di sogni ed illusioni
senza limiti e senza interruzioni
esiste tuttavia
una sottile differenza
tra benessere
e benestare
ciò che è personale
rimane segreto
quel che esterniamo
spesso manco ci appartiene
le membra silenziose
già lo sanno
che a furia di ripetere
comunque poi si muore
molti benestanti
si dedicano con cura
alla pulizia esterna
dimenticando spesso
che bellezza nella vita
è comprendere il motivo
di come si è all'interno
senza spendere pecunia
altri aspirano a diventar tali
rimbecilliti dagli spot
e dalle mete vuote
dei più alti gradi
fortunatamente il poeta
si siede e osserva
ci son nuovi tramonti da guardare
tante cose nuove da scoprire
in beffa al benessere
e al benestare
stabilisce egli stesso
di quale agonia morire
perché in tutti i casi
e per tutte le ragioni
sono le mute membra molli
a sostener l'incanto
decidendo per conto proprio
se vivere o morire.
GiuseppeCiaravolo
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