mercoledì 16 luglio 2014

Cannibali

Cannibali


L'estate quell'anno non fu delle migliori,grandine , pioggia e sole si alternavano come in una danza folle.La gente si lamenta sempre quando i profitti vanno a fondo, perché pretende, a ragione, di avere un proprio tornaconto per lavoro svolto.La natura come gratuitamente offre così toglie è solo una questione di tempo.La Rochelle è una cittadina ricca di storia e di attività, un tempo fù crocevia di enormi flussi commerciali diretti verso le nuove terre al di la dell'oceano,l'isola adiacente al promontorio offre riparo alle imbarcazioni quando il temibile mare fa sentire la sua immane forza.
Attilio è un giovanotto di buona famiglia incline più al divertimento che agli impegni imposti dal padre,questo non gli impedisce di intrattenersi quando lavora con le avvenenti clienti della boulangerie di famiglia,cercando astutamente di incuriosirle per poi sedurle.Non gli risultava difficile ottenere approcci amorosi anche con donne sposate essendo di bell'aspetto e di notevole loquacità.Suo padre temendo il peggio per queste sue relazioni lo aveva più volte allontanato dal lavoro, più per placare le chiacchiere di rione che per amor del figlio, tuttavia da buon padre lo reintegrava quasi subito, accorgendosi che la maggior parte della clientela svaniva con la sua assenza.
Di fronte alla panetteria al numero 17 di Rue di Villeneuve viveva un usuraio un tipo conosciuto col nome di Gabelle Noir, sua moglie Clotilde era una donna molto avvenente è tutti i giorni in compagnia della figlia Bruna si recava al negozio per i propri acqusti.Bruna è una ragazzotta in carne dall'aspetto mascolino , innamoratissima di Attilio ma mai corrisposta, a 20 anni certe cotte sembrano l'unica ragione di vita sopratutto quando la natura non è stata molto generosa.
Attilio''Buongiorno Clotilde!Buongiorno Bruna.Cosa posso fare per voi?''
Una voce rispose dal retro bottega '' Del pane figliolo,noi vendiamo solo pane e ciambelle''era Sesto il padre di Attilio.
Attilio'' non curatevi di quel che dice,negli ultimi tempi vuole essere spiritoso, ma gli riesce male ,poveretta la mia mamma che l'ha sposato''
Clotilde'' Anche mio marito fa battute prive di senso che sembrano divertire solo lui,alla fine ci si abitua ''.Bruna guardò severamente la madre, non tanto per difendere suo padre ,nemmeno a lei non faceva ridere,più per paura di doversi confrontare con la sua bellezza per catturare le attenzioni di Attilio.
Clotilde fu data in sposa a Gabelle per estinguere i debiti di gioco di suo padre,un uomo che a causa della morte della moglie dilapidò in breve il cospicuo patrimonio giocando a carte.Lei amava Floubert , un impiegato del catasto rimasto orfano di entrambi i genitori in tenera età .Girava la voce che lei non avesse mai dimenticato il suo grande amore e che segretamente lo frequentasse ancora, nonostante siano passati tanti anni.
Attilio'' Madame ecco il vostro pane''e con ironia''Per fortuna esiste l'amore che fa sembrare tutto più bello''
Clotilde''Si !per fortuna, ben detto, proprio per fortuna''
Bruna infastidita , con un finto sorriso che fa trapelare la sua gelosia''Andiamo mamma?''
Clotilde'' Si mia cara , oggi c'è il mercato voglio comprare dei vestiti nuovi , per me e per te''.Uscendo saluta con raggiante sorriso il commesso.
Sesto uscito dal retro''Lascia in pace quella donna!''non ti mettere strane idee in testa, la conosco da molto tempo e non si concede ad uno come te''
Attilio'' Perchè cosa mi manca?Sono alto forte e giovane a differenza tua''
Sesto''E meglio che stai zitto,altrimenti ti tiro un ceffone,brutto caprone maleducato . Questo è il risultato dei miei sacrifici!'' dondolando la sua testa .
Attilio''Papà stavo scherzando,lo sai che in fondo, ma proprio in fondo al cuore ti voglio bene,però quello che ho detto è vero''
Sesto urlando'' Vai via ingrato!Vattene e trovati un altro lavoro, prima che perdo la pazienza e ti do una solenne bastonata''.
Rapidamente Attilio si toglie il camice e avviandosi verso l'uscita sorridendo dice-''Ciao papà ci vediamo stasera''
Sesto''Vai al diavolo!''
Il mercato si trova in Rue du Palais ,caratterizzata dai suoi splendidi portici in pietra bianca, le bancarelle sono disposte ai due lati della strada lasciando un piccolo corridoio centrale per i passanti,sotto i portici piccoli gruppi di massaie chiacchierano indistrubatamente.Quel giorno era giunta la notizia dell'arrivo di una compagnia teatrale , l'argomento della discussione era proprio quello,la preoccupazione maggiore delle donne fu quella di tenere a bada i propri mariti dall'invasione di ragazze così avvenenti che senza scrupoli e in cambio di qualche regalo, talvolta anche costoso, si concedevano facilmente, portando una ventata d'aria nuova in un paese ammuffito dalla finta morale bigotta.In quelle particolari occasioni molti uomini scoprivano di avere profondo interesse per il teatro , esternandolo alle sconosciute,ma tenendo ben nascosto questo segreto alle mogli .E' probabile che le stesse fossero più preoccupate per il bilancio della casa che per le scappatelle dei loro uomini .Dinamiche di quei rapporti coniguali portati avanti con fatica e sacrifici finchè morte non separi, una vera condanna per alcuni.
Massaia 1'' Eccole laggiù!Che svergognate.''
Massaia 2 '' Vengono a spennare i polli.Quando sono stupidi gli uomini''
Massaia 3 '' Però son davvero belle!''
Massaia 1 e 2 in coro''Si belle e care''.Ridendo
In fondo alla strada si vede un gran movimento di gente che scappa, bancarelle rivoltate, qualcuno cade, altri chiedono aiuto.
''E' impazzito'' dice uno correndo a gambe levate, le massaie si rannichiano insieme per non essere travolte dalla folla in preda al panico.
E' scappato un montone dal mattatoio con una grossa ferita alla gola,infuriato dal dolore carica qualunque cosa ostacoli la sua fuga,i macellai sono stupefatti dalla forza dell'animale,in pochi attimi ha rotto i legacci e incornato due aiutanti che avevano tentato di fermarlo.Il danno maggiore è causato dalla quantità di persone che per mettersi al riparo come una marea ha devastato tutto,tra i feriti c'e anche Attilio che proprio qualche attimo prima aveva cercato inutilmente di avere un appuntamento con Gina una ragazza graziosa e dai sani principi.
Attilio con dolore'' Maledetto animale, mi hai spezzato le gambe,te la do io l'estrema unzione se ti prendo''.
Arrivarono due gendarmi , uno di loro puntò un grosso fucile da caccia verso l'animale che continuava ad incornare una cesta vuota , si sentì un boato , e la furia cessò.Imercanti fecero sentire subito la loro voce, volevano essere risarciti del danno subito,i danni erano notevoli , difficilmente i macellai avrebbero potuto pagare tutti,per questo motivo mercanti e macellai iniziarono una vera e propria battaglia a suon di pugni e schiaffi , i macellai essendo di numero inferiore rischiarono un vero linciaggio anche da parte della popolazione ,fu necessario l'intervento di un plotone intero di guardie per sedare la rissa.
Attilio fu portato velocemente nel vicino ospedale, la situazione si presentava davvero grave, perse l'uso di entrambe le gambe, un colpo alla schiena aveva segnato per sempre il suo destino.Clotilde e Bruna rimasero illese perché si erano riparate sotto un carretto .Floubert che era lì per incontrare Clotilde scampò appena in tempo il pericolo tuffandosi all'interno di un tino che conteneva del baccalà puzzolente.
Della vicende si diffuse la notizia anche nei paesi limitrofi,un giornale locale pubblicò un lunghissimo e dettagliato articolo, per molto tempo rimase la memoria di quell'evento , il mattatoio fu spostato in un luogo più sicuro e i proprietari del macello dovettero pagare tutti i danni.
La compagnia teatrale partì il giorno dopo per altra destinzione,lo spettacolo fu annullato ovviamente ,altri feriti furono giudicati guaribili in poche settimane.
Bruna'' Maledette bestie! Povero Attilio costretto alla sedia a rotelle''
Clotilde'' Una vera sfortuna! Cosi giovane''
Gabelle'' Certo avrà ricavato un bel pò di danaro per le sue gambe. Il mio amico Martel mi ha informato che ha incassato più di 20.000 franchi di indennità più una rendita mensile , nemmeno Achille piè veloce fù così fortunato''.
Clotilde''Sei sempre il solito.Scherzi anche sulle cose serie''
Gabelle'' non scherzo affatto.E' il mio lavoro, facendo i conti questo ragazzo tra qualche tempo diventerà ricchissimo,sarà difficile sperperare somme nelle sue condizioni e questo è un vantaggio, in più i suoi genitori quando non ci saranno più gli lasceranno tutti i risparmi di una vita , la casa e la boulangerie se non è fortuna questa.''poi riprende''Immagina se fosse stato povero e orfano , senza indennità e rendita,in quel caso sarebbe stato veramente sfortunato''
Clotilde lo guarda senza dire nulla , si alza per prendere il cognac da servire al marito.
Bruna'' Papà devo confessarti una cosa''
Gabelle''Dimmi piccola mia''
Bruna'' Non so mi vergogno ''
Gabelle ''parla e non temere''
Bruna ''credo di provare del sentimento per Attilio, prima mi piaceva tanto , adesso che è ridotto così anche di più''
Gabelle '' Ma sei sicura?Ormai è un mezz'uomo.Però la sua rendita e tutto il resto potrebbero esserti utili.Se vuoi domani parlo con suo padre per sapere come sta e poi col mio fare vedrò di accontentarti ,non ti prometto nulla di sicuro,ce la metterò tutta per la tua felicità''
Bruna'' Sei adorabile papà'' dandogli un bacio e correndo verso la sua camera.
Gabelle '' Clotilde nostra figlia è una santa!''
Clotilde '' Non avrai mica intenzione di far sposare nostra figlia con quello storpio?
Gabelle''Chi ti capisce è bravo, prima ti faceva pena, adesso invece è uno storpio''
Clotilde'' che c'entra sono frasi di occasione , si dicono così senza malizia.Ma ci pensi a nostra figlia? O ti interessano solo i soldi?''
Gabelle'' E' un ottimo affare , non dovrò nemmeno convincere nostra figlia perchè già sente di amarlo, sarebbe una sfortuna lasciarsi sfuggire quest'occasione''
Clotilde'' Affari sempre affari , in questa casa si parla una sola lingua''
Gabelle'' E' la lingua universale del danaro ,tutti gli uomini del mondo ne apprezzano i benefici, senza il danaro è come essere morti,cosa importa alla gente se hai una gamba due o tre,tutti ti rispettano e ti adulano quando sei ricco,da povero ti danno solo calci e ti ignorano, fidati provengo da una famiglia poverissima, grazie al mio lavoro oggi posso permettermi ogni capriccio''.
Clotilde'' Va bene, faremo come dici tu''
Gabelle con soddisfazione'' Ho una famiglia stupenda''.
Nel giro di due mesi ci furono le pubblicazioni , da lì a poco i due giovani sarebbero diventati sposi, grazie anche alla insistenza di Sesto che considerava questa una occasione da non trascurare.Attilio era così demotivato per il proprio incidente che accettò senza esitazione .
I due andarono a vivere in un appartamento al piano terra di uno stabile,poco distante dalla casa dei genitori di entrambi, tutto sembrava procedere regolarmente,la mattina Bruna dopo una ricca colazione lo portava a fare un lungo giro nel paese quasi a voler mostrare un trofeo di caccia, Attilio rassegnato fingeva di essere felice, tutti gli amici di una volta sembravano spariti nel nulla, nessuno più gli raccontava le proprie avventure , per evitare di metterlo in imbarazzo , e ne lo invitavano all'osteria per una semplice partita a carte, troppo faticoso spingere la carrozzella, e poi chi lo avrebbe accompagnato per i suoi bisogni?Questo pensavano , meglio ignorare , basta dimenticare ed evitarlo.
Gabelle morì l'anno dopo a causa di un colpo apoplettico,Sesto l'anno dopo a causa di un male incurabile, cosi anche la madre di Attilio già malata da tempo e costretta a letto da anni ,i due sposi ereditarono una fortuna immensa.
Clotilde non si risposò , andò a vivere in un altra città col suo Floubert , l'amore mai dimenticato.
Bruna continuò il lavoro del padre , aveva crediti con i vari clienti che superavano il milione di franchi ,gli interessi per i prestiti lievitavano col passare del tempo , per incassare il danaro dai reticenti si serviva come Gabelle di due fratelli, i Minz , essi vivevano in un villaggio poco distante e senza pietà riscuotevano sempre senza mai fallire.Attilio non avendo più il tempo e la compagnia della moglie assunse Rached un giovane tunisino emigrato da diversi anni e stabilitosi con i propri genitori a La Rochelle.
Tutte le mattine Rached preparava la colazione al suo padrone,lo portava in giro per la città e all'osteria , dove stranamente i suoi vecchi amici lo invitavano sempre a sedersi con loro per giocare a carte o a bere.Attilio era molto abile a carte , giocava sopratutto a ventuno e a soldi , ne usciva sempre vincitore.
La passeggiata comprendeva anche una piccola sosta nei pressi dell'abitazione di Gina, la ragazza che aveva tentato di conoscere prima dell'incidente,una ragazza seria , dai sani principi, non si era sposata a causa della sua condizione economica,in questo paese se non hai un franco sei ignorato.
I genitori di lei accettavano volentieri la compagnia di un uomo così facoltoso, spesso senza far sapere nulla a Gina ,Attilio provvedeva ai bisogni di quella casa, dando proprio a Rached il compito di svolgere questa funzione.Anche Gina era attratta dai modi gentili e garbati di Attilio, era affascinata sopratutto dalla sua grande esperienza in questioni di cuore ,più volte le portava romanzi da leggere per poi commentarli la volta successiva. Attilio amava quella donna, non riusciva a dimenticarla.
Bruna era sempre più impegnata a svolgere diligentemente il lavoro ereditato che spesso rincasava tardissimo , non si curava più di suo marito , ritenendolo non all'altezza della sua capacità imprenditoriale, la dolcezza compassionevole di una volta aveva ceduto il posto all'arroganza della cupidigia.In realtà lo tradiva con Martel vecchio amico del suo defunto padre.Rached teneva informato Attilio di ogni cosa, era portato per fare indagini , sarebbe stato un ottimo poliziotto se ne avesse avuto occasione,informò cosi il suo padrone del tradimento della moglie.
Attilio non sembrava affatto turbato di questa vicenda, sperando un giorno di poter avere anche lui la sua Gina.
Tempo dopo Bruna e Martel mentre andavano a Parigi per affari ebbero un tragico incidente, il cavallo imbizzarrito aveva scaraventato la carrozza dei due in un profondo e roccioso burrone,Martel morì sul colpo, Bruna perse completamente il senno e fu rinchiusa in un manicomio di li a poco anche lei seguì Martel.
Attilio sposò Gina, i due andarono a vivere nella casa paterna di Attilio , che con la morte della moglie era diventato ricchissimo, le cose andavano bene per un certo periodo,poi cambiarono.Attilio era gelosissimo di Gina ,Rached divenne la sua ombra,ogni giorno doveva comunicare qualsiasi cosa o persona lei incontrasse,era una ragazza seria , non aveva nessuno, gli raccomandava il servitore. Pensò addirittura che ci fosse una relazione tra la propria moglie e Rached, per questo motivo licenziò il fedele servtore costringendo lei ad occuparsi di lui per tutto il tempo.Gina da brava donna che era assecondava tutti i capricci del suo sposo , spesso faceva ripetere i percorsi più volte con la carrozzella allo scopo di sfinirla ,quell'amore divenne ossessione.
Era Novembre e il mare fu in burrasca, Attilio nonostante il cattivo tempo volle essere portato dalla moglie sul molo perchè aveva voglia di vedere il mare,durante il tragitto lui esprimeva tutto il suo rammarico , dando la colpa di tutto quell'astio a Gina, accusandola di essere una pezzente incapace e che a causa sua avesse perso l'uso delle gambe,inveiva oltremodo contro la poveretta.Giunti al porto, il vento soffiava forte e le onde sbattevano violentemente contro il molo alzando colonne d'acqua e spruzzi altissimi,più volte la donna cercò di convincere il marito a ritornare indietro , era irremovibile voleva vedere quel gran spettacolo di violenza della natura, un colpo di vento portò via il cappello di Gina , ruzzolando per qualche metro dietro di se, la giovane senza pensarci lasciò la carrozzella per recupere il cappello , non vi riuscì.Tornando indietro non trovò ne Attilio e ne la carrozzella.
Qualche giorno dopo quando la burrasca cessò fu rinvenuto un pezzo della sedia a rotelle ma di Attilio non si trovò più il corpo.
La giovane e avvenente Gina divenne la più ricca della città, riassunse il fedele servitore Rached che dopo qualche tempo sposò.



Alexander Capitolo 5


L'oro del saggio

Quella piccola imbarcazione proseguiva il suo lento viaggio scandagliando le onde
di quel gran mare come fosse una lama taglientissima che affetta il pane, poco lontani dalla costa , tenedo sempre in osservazione l'orizzonte per individuare eventuali vascelli o imbarcazioni pirate e quindi riparare a terra qualora ce ne fosse stato bisogno.Questo sistema a parere del capitano garantiva una maggiore protezione dell'incolumità rispetto a quella in mare aperto.Così al correre del giorno alla notte e questa al giorno successivo trascorrevo in religioso silenzio le mie ore giovanili riflettendo su quelle esperienze che mi conducevano a pensieri profondi sul gran mistero della natura delle cose.Mi rendevo conto di essere ancora agli inizi perchè qualsiasi forma ignota di conoscenza o di altro suscitava in me una maggiore volontà per comprendere il modo di relazionare queste e creare un unico percorso proprio come la strada che si percorre per raggiungere un luogo stabilito, in questo caso è molto semplice perdersi magari girando intorno ad argomenti e senza riuscire a trovar nulla di convincente, il tempo per queste cose non è mai abbastanza ,spesso i nostri desideri ci fanno anelare cose che alla ragione sembrano impossibili e pur accade che queste si verificano come per magia nella realtà, una grande gioia permea il nostro animo per aver raggiunto quel traguardo ma allo stesso tempo una nuova domanda pone un altro orizzonte e un nuovo desiserio accresce la voglia di scoprire .
Spesso mi chiedevo quale fosse il senso di tutta questa ricerca, se si trattava di un capriccio giovanile destinato all'oblio col passar del tempo o di qualcos'altro di più profondo forse inspiegabile con la ragione.Così tra i miei pensieri cercavo una verità che non fosse solo convinzione auspicando di trovare altre ragioni che ne formassero corpo ,in questo mi aiutò magicamente la fantasia che rende visibile l'immaginato e possibile ogni forma astratta.
Giunti ad Alessandria e sbarcati al porto notai una moltitudine di piccole sagome che si muovevano frettolosamente da un punto all'altro del grande mercato adiacente al molo , sentivo un gran sussurrare di voci e di suoni che rimasi per un pò stupito , essendo abituato al silenzio e a piccoli mercati dove si conosce quasi tutti e ci si chiama per nome , li mi sentivo fuori luogo e non era una banale constatazione, più ci avvicinavamo e piu quel vociferare aumentava simile ad un enorme sciame d'api , persone di tutti i tipi contrattavano mercanzie stabilendo il prezzo in un susseguirsi di intonazioni tirate fuori con tutta l'aria dei polmoni.Proseguimmo senza fermarci per una destinazione che diventava sempre più lontana, le indicazioni forniteci dal mercante in esilio risultarono errate o perlomeno inesatte, il tempo e l'operosità degli abitanti aveva trasformato quella città , in qualche modo dovevamo trovare quei libri era un obiettivo importante per noi .Grisilio senza perdersi d'animo confermò questi sospetti ritenendo che trovare quel luogo fosse stato quasi impossibile, era come cercare l' ago in un torrente,un enorme e lunghissimo torrente .
Giunti in una grande piazza, a tre colonne altissime catturano la mia attenzione, vestigia di quello che rimaneva dell'antico Impero Romano , probabilmente all'epoca questo luogo era utilizzato per i pragmatici culti propiziatori , si trattava sicuramente di resti di un tempio dedicato a chissà quale divinità,tutt'intorno vi erano piccole case di ogni forma, alte o basse edificate secondo i gusti del luogo , il colore predominante di queste abitazioni era il bianco , ma capitava ogni tanto di trovare qualcuna di queste di colore molto differente come il rosso o l'ocra,spinti forse dalla curiosità e per trovare qualche preziosa informazione utile al nostro scopo, entrammo in una di queste, scoprii subito che queste abitazioni cosi diversamente colorate erano luoghi di svago , fummo accolti con gentilezza da quello che doveva essere il proprietario ,il quale ci invitò a prendere posto in uno dei luoghi preposti intorno al palchetto dove si preparava su carboni ardenti le pietanze da servire ai clienti, eravamo in una locanda, uomini dal viso segnato dal tempo seduti su grossi gradini di pietra eintorno ad un piccolo tavolino fumavano pacatamente dal narghilè ,l'aria era intrisa di diversi odori, avevo una gran fame e ordinammo un piatto a base di carne di montone e del te. Grisilio guardava tutto divertito e ogni tanto buttava l'occhio per vedere la mia reazione, questo lo faceva divertire di più, non ero mai stato in un luogo del genere e per mia sfortuna non conoscevo molto le abitudini del luogo a parte qualche sporadico incontro con qualcuno che avevo incontravo nei villaggi attraversati , conversare con gli stranieri non era facilissimo, mi trovai per un pò confuso, quando vidi una bella ragazza che aiutava in locanda , era bellissima aveva lunghissimi capelli color corvino e grandi occhi verdi.
Lei< Salve straniero ti piace la carne?>
Rimasi per qualche istante stupito poi risposi con un sorriso compiacente<Molto!Questa è addirittura eccellente >
Lei<Eccellente?qua è tutto eccellente> ridendo di gusto
Lei <Come ti chiami? Io sono Saramide > versando da bere il te caldo
Alexander< Io sono Alexander è vengo da un luogo lontanissimo >
Saramide<Non siete dei mercanti ,sicuramente state cercando qualcosa , nessuno viene da queste parti senza cercare, vendere o comprare qualcosa, molti vengono per trovare e scavare le antichissime tombe dei faraoni portando via tutto>
Alexander<Non siamo in cerca di fortuna e non abbiamo interesse per l'oro dei faraoni,stiamo cercando l'abitazione di un nostro amico che adesso non vive più qua per portare sue notizie ai familiari>
Saramide<Deve essere un amico vero >
Alexander< Un buon amico,conosciuto anni prima dal mio compagno di viaggio>
Saramide< dovete chiedere a mio padre il locandiere lui conosce tantissima gente e ricorda per sua natura anche cose di molti anni fa>
Saramide< Vieni , ti faccio vedere una cosa che forse non hai mai visto >
Alexander< Che cosa e?>
Saramide< Una sorpresa . Non temere Alexander non ti capiterà nulla di male , qua sei al sicuro , non avrai mica paura di me?>
Con immensa curiosita e per rispondere alla domanda di Saramide guardai Grisilio senza parlare quasi a chiedergli un consiglio sull'invito , egli mi fece un cenno col capo e lasciando ogni undugio accettai l'invito.
Alexander< Come posso rifiutare un invito cosi , non ho paura.>
Saramide mi condusse in un altra stanza dove era posta una piccolissima porticina in basso , scendemmo delle piccole scale a chicciola per più di dieci o quindici metri, l'aria si rinfrescava e si sentiva quasi freddo , giunti in fondo , ci faceva luce una piccola lampada ad olio che Saramide aveva portato con se dal piano di sopra,la seguivo standole molto vicino per evitare di prendere qualche accidente , lei aveva un profumo inebriante, e sinceramente fiu tentato più volte di baciarla , ma da galante come sono non accennai nemmeno l'intenzione, ero cuorioso di vedere quale fosse la sorpesa.
Arrivati in fondo a questo lungo cunicolo notai che c'era una botola nel pavimento, lei mi chiese di darle aiuto perchè questabotola a differenza della porta di sopra era in ferro e borchiata di rame e zinco,riuscimmo ad alzarla facendoci aiutare da una leva posta nelle vicinanze e utilizzata proprio per quello .
Altre scale , ne contai una quarantina finchè giungemmo in un ampia grotta sotterranea dove si sentiva scorrere l'acqua, a differenza della sala di sopra questa era più illuminata grazie alla presenza di numerosi fori che sbucavano in superfice da cui la popoloazione attingeva acqua per i propri bisogni.Era un piccolo fiume sotterraneo, l'acqua scorreva incessantemente , le rocce sotterranee levigate dall'acqua sembravano scolpite ,il rimbombo monotono del flusso rendeva quel luogo ancora più rilassante.
Mi prese per mano e ci sedemmo su una pietra a lato di questo gelido corso d'acqua, delicatamente immerse le sue gambe fino alle ginocchia , io la guardavo meravigliato e stupito ,era bellissima , aveva la pelle color avorio ed il suo corpo cosi chiaro mi abbagliava ,ogni suo gesto amplificava in me quel desiderio di piacere,feci lo stesso e mi immersi con lei in quelle freschissime acque.
Alexander<molto interessante, ma quale è la sorpresa?>Fantasticando di avere un approccio amoroso con lei .
Saramide<Devi aver un po di pazienza, vedrai che ne sarà valsa la pena >
Annuì convinto di ricevere chissà quali favori da lei, il desiderio s'incrementava sempre di più per quella lunghissima attesa.
L'acqua gelida mi costrinse ad uscire quasi subito perchè non tolleravo più la contrapposizione del caldo desiderio interno e il freddo contatto esterno.
Saramide uscita dall'acqua con un dolce sorriso mi disse<Hai avuto freddo?Vedrai tutto sarà dimenticato se hai ancora pazienza>
Alexander<No non ho freddo e che non sono abituato a prendere il bagno in acque cosi gelide , sono proprio curioso di sapere qual'è la sorpresa>
Lei estrasse da un sacchettino che aveva con se legato alla cintura un piccolo sasso di colore bianco grigiastro, mi indicò di prendere una vecchia ciotola di legno lasciata da chissà quanto tempo in quel luogo e di riempirla d'acqua, lasciò scivolare lentamente questa pietra nella ciotola e dopo pochi istanti mi invitò a toccare l'acqua contenuta,questa era divenuta bollente come se fosse stata posta su una vivida fiamma,non capivo la ragione di questo fenomeno rimanendo sbalordido , pensai addirittura che fosse stata tutta una finzione e che il liquido caldo lo avesse posto lei quando ero distratto.In realtà si trattava di un fenomeno naturale dovuto alla natura dei due elementi, spesso la ragione ci consente di fare grandi scoperte e di comprendere le cause di tanti fenomeni quando questa è libera dai vincoli della superstizione e della presunzione.
Saramide<Sorpreso?Hai sentito quanto calore diffonde?Adesso poni le tue mani sopra e riscaldati!>Non dissi nulla e mi riscaldai .
Saramide<Mi fu regalata da un cliente di passaggio,dicendomi di conservarla e utilizzarla quando fosse necessario,era un uomo alto dalla barba foltissima le caratteristiche del nord Europa, egli mi disse che aveva scoperto questa pietra per puro caso mentre faceva delle ricerche su altre pietre, lo scopo del suo viaggio era quello di catalogare il maggior numero possibile di pietre descrivendone precisamente la natura e la forma>
Alexander<Fortunatamente non tutti gli uomini si interessano all'oro e ai preziosi altrimenti questo mondo sarebbe già finito da secoli>.
Ripercorremmo l'intero tragitto in salita per ritornare nella grande sala dove era rimasto Grisilio che conversava col padre della ragazza,i due sembravano amici da tempo scambiandosi abbracci e sorrisi.
Grisilio< Com'è andata?Hai visto che meraviglia?>
Alexander rimase senza parole e stupito dal fatto che Grisilio fosse già a conoscenza di quel fenomeno.
Grisilio<Ho delle informazioni riguardo al luogo che cerchiamo ,si trova a poche miglia da qui , l'unico problema è che non ci abitano più i parenti di Costantino e credo sarà un pò difficile chiedere agli abitanti attuali di poter rovistare nella loro casa,comunque ho una certa idea sono certo che funzionerà>
Sembrava che fosse trascorso molto tempo dal nostro arrivo nella locanda , in realtà erano passate solo poche ore e in così breve tempo avevamo avuto le risposte che sercavamo.Ero emozionato solo al pensiero di poter toccare e leggere quei libri cosi preziosi nascosti da Costantino insieme ad altri manoscritti da tanto tempo.
Grisilio<Domattina andremo via presto così da giungere presto nella vecchia casa del mio amico,troverò un sistema per poter trovare quei libri offrendo in cambio dell'oro>
Sembrava felice come un bambino in attesa di qualche dono da parte dei suoi cari e certo della loro lealtà, impaziente di poter finalmente soddisfare il proprio desiderio.
Per la notte alloggiammo in una piccola camera del locale posta in fondo ad un corridoio lunghissimo e buio al posto della porta vi era un grosso panno di colore azzurro tenuto su da una canna di bambù, l'ambiente si presentava ordinato e semplice, vi erano due giacigli una brocca d'acqua e un piccolo vaso per i bisogni notturni,in alto a destra vi era una piccola finestra tenuta aperta la sera per far circolare l'aria da cui si vedeva un piccolo angolo di cielo stellato.C'erano altre camere lungo il corridoio tutte più o meno addobbate allo stesso modo ,l'unica differenza stava nel colore delle tende poste all'ingresso,ogni tanto qualcuna di queste sventolava per i flussi d'aria lasciando intravedere l'interno,la semplicità di questa sistemazione mi riportò indietro di qualche anno facendo riemergere i ricordi di quando ero al monastero, una certa tristezza prevalse nel mio animo.Dal giorno del mio rapimento non avevo avuto più notizie dei miei genitori,ricordavo le voci e sopratutto il loro l'affetto che mi mancava tanto, chissà forse un giorno li avrei rivisti, non accattavo l'idea di averli persi per sempre .
Grisilio si addormentò subito e russava abbondantemente,questo non aiutava a conciliare il mio sonno.
Quella notte sembrava interminabile,tuttavia Alexander riuscì a prender sonno girando e rigirando su se stesso perché il letto era scomodissimo,l'effetto della cena a base di montone faceva il suo percorso dandogli la sensazione di aver mangiato un bue intero,fortunatamente in compagnia del sonno e del sogno tutto si concilia sopratutto nel sogno quando sembra di vivere partecipando attivamente a tutte le vicende e stando allo stesso tempo come spettatore.
Alexander sognò se stesso steso su un masso dal colore grigio scuro all'interno di una grande caverna illuminata solo da piccole fiaccole come se stesse dormendo, lì vi era un giovane ragazzo dalla testa rasata con una fiaccola accesa in mano , pur rimanendo immobile su quel masso lo seguì ,il giovane lo condusse prima in un caverna e poi in un altra ancora , era buio nero, l'unica fonte di luce era la piccola fiaccola dello sconosciuto,giunti alla fine di questo lunghissimo percorso il ragazzo scomparve, lasciando illuminata una piccola porta di colore nero ,era fatta di ebano e presentava alcuni geroglifici in intarsio, incuriosito dalla fattezza di questa e dalla voglia di sapere cosa ci fosse oltre , tentò i più volte di aprirla senza riuscirvi,osservando bene quegli intarsi pur non conoscendone il significato ebbe l' idea di collegare quelle figure che erano incastrate in modo da ottenere un immagine piu grande ,funzionò e la porta si aprì.
All'interno si presentò uno splendido tempio dai colori vivacissimi e illuminato a giorno come se ci fosse il sole,aveva tre percorsi composti da gradini, uno a destra che portava in un piccolo ingresso con pochi gradini di travertino,quello centrale invece era più lungo e si presentava come uno stretto passaggio per accedere al piano superiore, il terzo scendeva giù a pozzo non lasciando intravedere la fine ,solo attraverso una di queste si poteva giungere al piano superiore che era composto ai due lati da due enormi statue di sfinge e al centro illuminato da una potente luce che proveniva dall'alto una donna danzante,dietro vi erano sei paia di colonne altissime e altre gradinate ,era una sorta di labirinto dove le prospettive cambiavano a secondo della direzione scelta,era il tempio della dea Maat.
Grisilio'' Sveglia è ora di mettersi in viaggio'' sorridendo''Ti piace dormire ?''
Alexander balzò dal letto velocemente si lavo il viso e disse-''Andiamo ''
Quel giorno l'aria era intrisa di sabbia si avvicinava una tremenda tempesta,in breve tempo sarebbe stato ancora piu difficile orientarsi in quella città.
Grisilio'' Ecco è quella l'abitazione, corrisponde alla descrizione del mio amico .Aspettami qua ''.Bussò più volte alla porta di legno senza ricerere risposta, attese qualche istante per continuare a battere quel legno con più forza.La porta fu aperta un poco giusto per vedere chi bussava, dall'interno una donna molto anziana chiese chi fosse,il vento aumentava e la sabbia iniziava a coprire abbondantemente i caratteristici tetti a cupola, Grisilio fece cenno di andare con lui per entrare, si sentiva appena la voce .Fummo accolti bene dalla donna grazie anche alla borsa del mio amico che era sempre piena d'oro,l'ambiente era angusto con pochi ogetti quasi tutti usurati dal tempo,al centro della stanza vi era una piccola botola che doveva portare al piani inferiore dove venivano conservate le provviste.
Grisilio'' Grazie di tutto Amira, grazie di cuore''
Amira'' Mi dispiace offrirvi altro che il mio decotto di mele cotogne, sono ammalata di reumatismi, mio marito è morto dieci anni fa nel deserto per il morso di un serpente,vivo da sola e sono sempre contenta di conversare con qualcuno attenta a
La settimana scorsa o il mese non ricordo bene, vennero a trovarmi due uomini che affermavano di essere amici del mio defunto marito, li ho ospitati come è nostra consuetudine,mi avevano chiesto informazioni su dei libri che mio marito doveva possedere,io non ne sapevo nulla, ma questi incattiviti hanno iniziato a rovistare dapertutto. Uno mi minacciava con un grosso coltello e l'altro stava praticamente rovistando tutta la casa, scese anche già per la botola ripetendo lo stesso, non trovando nulla mi scaraventarono a terra e scapparono via.Grisilio con preoccupazione''Spero non le sia accaduto nulla di male''
Amira'' Nulla solo qualche graffio, il peggio fu riordinare la casa dopo che quei due maledetti l'avevano devastata.''
Grisilio'' Quindi andarono via senza portare nulla?''
Amira''Si , scapparono come inseguiti da un toro''
Grisilio'' Le prometto che se trovo quei libri la pagherò così bene che potrà permettersi di avere una donna che provveda ai suoi bisogni per il resto dei suoi giorni.Non rovisteremo nulla, perchè conosco il nascondiglio, me lo rivelò Costantino che abito per un certo tempo in questa casa.''
Amira''Fate pure avete il mio permesso''.
I due aprirono la botola , sotto la botola erano segnate le indicazioni del nascondiglio,infatti c'era un intarsio , molto simile a quello sognato da Alexander, l'unica differenza e che le figure erano fissate saldamente al legno.Grisilio prese unoa squadra e un compasso in modo da formare un doppio triangolo,ai margini delle figure intarsiate c'erano incise delle lettere in una lingua sconosciuta, il loro numero totale era sei , in meno di un ora Grisilio risolse l'anagramma :
S A T O R E S A E T O R
E R O T A S R A S O T

Segui Altra Rotazione E Saprai A bbattere TORTO

Trovare l'oggetto da ruotare non era cosa semplice, eravano sicuri di essere vicinissimi ai libri ma ancora non li potevano toccare. Girarono ogni cosa ma nulla accadeva, sulla parete vicino alla porta d'ingresso vi era una curiosa stella quattro punte che non avevano ancora toccato,fu quella la chiave , si sentì un rumore sordo come se fosse rotta una tegola o altro manufatto , con sorpresa scoprirono il nascondiglio , era proprio dietro alla porta d'ingresso , nella colonna di sinistra , tutti impolverati e protetti da un panno di lino trovammo i libri di T e M .
Grisilio contentissimo '' Alexander è giunto il momento , tieni questi libri , impara l'antica arte e custodiscili nella tua mente , non rivelerai a nessuno la loro esistenza, e ne li porterai con te, essi appartengono al mondo del passato,e devono ritornare li''
Alexander''Certo farò come dici tu ,ma come faccio a riportarli?''
Grisilio '' Non devi fare nulla ci andranno da soli,impara figliolo e impara in fretta .Ricorda una volta aperti essi ti riveleranno chi sei e quale sia il tuo compito, dopodichè spariranno nel nulla.''
Alexander '' Va bene maestro farò come dici tu''
Grisilio '' Dovrei io chamarti maestro e non tu , quando leggerai saprai anche il perché''.
Amira ascoltava in silenzio non credendo ad una parola , pensava in cuor suo che quei due fossero solo instupiditi dalla loro scoperta e che fosse in realtà un banale ritrovamento.Quella notte restarono lì, il vento del deserto rendeva impossibile qualunque spostamento, anche in città,sarebbero partiti il giorno dopo tempo permettendo.
Alexander non riusciva a resistere alla curiosità di aprire quei libri, tentò più volte di sbirciare dai bordi per vedere l'interno senza vedere nulla, non riusciva a dormire, aspettò un pò , Amira era nella sua camera nel piano superiore, Grisilio dormiva placidamente,era il momento di leggere quei libri e imparare.
Apri prima il libro di T ,una voce penetrante rivelò alla sua mente , tutti i segreti del cosmo e di come operare la magia per il bene dell'umanità,più sfogliava e più apprendeva senza sosta, tutto risultava chiaro e svelato, la voce non l'abbandonò più,
''Ecco chi sei Alexander , tu sei Arpino ,Zenone e sei Cristiano di Rosacroce. Sei senza spazio e senza tempo, le tue opere saranno ricordate per sempre,farai molte cose buone per gli uomini , ma essi ti giudicheranno e ti condanneranno , come hanno fatto con altri.''
Alexander fu così sorpreso che non pronunciò una parola, finalmente aveva tutto chiaro il suo destino , la nascita e le varie vicende che lo avevano condotto fin lì.
Era nato un uomo nuovo.
Aprì anche il libro di M un altra voce questa più delicata sussurrava dolci parole facendo apprendere semplicemente come operare sulla materia per ottenere dal nulla il cosmo intero, gli esempi erano animati dalla propria fantasia, non fù necessario ne un addestramento e ne una verifica gia sapeva, cosa egli fosse e qualunque cosa era possibile.
Cadde in un sonno profondo , rimase in quel luogo per dieci giorni, Amira credendolo morto lo fece portare nella vecchia tomba di famiglia , una piccola cella poco lontana dalla sua abitazione dove giacevano i resti del suo povero marito.Grisilio era sparito nel nulla e cosi anche i due libri.
Amira come promesso fu ricompensata abbondantemente , possedeva una quantità tale di oro da potersi permettere servitori e domestici.Abbandonò subito quel luogo dai tristi ricordi per trasferirsi in una grande casa con tutte le comodità.Tutti i giorni mandava un ragazzo rasato a controllare il corpo di Alexander .Il decimo giorno il corpo era sparito lasciando al suo posto quattro rose rosse intrecciate.



Alexander la ricerca della verità

Capitolo primo


Durante una tempestosa mattina di fine Ottobre,nel mar Mediterraneo,a poche miglia dalla costa dell'Italia meridionale sorge un isola di nome Ventotene,testimone di quella che fu l'antica civiltà a cui dobbiamo molto del nostro sapere.
Fulmini e mare tempestoso sembrano scatenare tutta la loro violenza su questo piccolo ciottolo di terra .le onde solcano i poderosi macigni della costa come fiere insaziabili su un inerme preda .
La popolazione suddivisa in chi espia se stesso in religioso silenzio e in chi preferisce bere quell'ottimo vino che questa terra offre, aspettando con rassegnata speranza la fine dell'evento .Più in la' poco lontano dal piccolissimo gruppo di case a schiera e sovrapposte vi e' un abitazione di forma quadrangolare, modesta ma molto ben curata.
In questo luogo e con quel temporale viene alla luce il piccolo Alexander.
Passano pochi istanti e la levatrice, abile nel suo mestiere per esperienza nota, s'accorge che al piccolo non esce la voce e sembra quasi morto,ciò può accadere in un tempo breve, le levatrici lo sanno perché conoscono i sistemi per rianimare la vita che da uno stato passa all'altro,ma in questo caso non ci fu ragione di pensare che il piccolo potesse esser nato con difetto o aver perso la vita prima ancora di venire al mondo,per cui si tento' invano di rianimarlo.
Tra i potenti tuoni che sembravano accanirsi in quel luogo , si senti bussare alla porta con tre potenti tocchi a cui si aggiunse una voce molto roca :''Aperite venit ita venerando'' e ripete' ''aperite venit ita ventu''.In casa tra la paura dei fulmini e l'ansia tremenda per la sorte del neonato si decise di aprire la porta per veder chi fosse .Si presenta un frate dalla corporatura esile e dal saio bagnatissimo con strano odore salmastro sembrava fosse uscito dal mare stesso in mezzo a tutto quel fracasso, con se aveva una borsa di cuoio molto vecchia da cui si intravedeva un libro grande di fine rilegatura.
Il frate si presento' con molta modestia dicendo tra le labbra il suo nome ''Alcino e' il mio nome'' e dalla levatrice si fece passare il piccolo corpo ,ancor privo di voce, in lingua incomprensibile sussurro' dolcemente all'orecchio del nascituro tre parole che finivano in ''ora'' a ciò spontaneamente e senza indugiar ancor tempo il piccolo Alexander apri subito gli occhi e rispose con squillante vagito.
Suo padre Antonio che fino a quel momento preso dall'angoscia e abbandonate le speranze salto' dal posto dove era che tocco' la trave del soffitto procurandosi anche male , ma la gioia vinse il dolore e subito si precipito' a vedere suo figlio.
La madre Anna Maddalena tra i dolori del parto e l'angoscia successiva pianse cosi tanto che tutta la paura di quella tempesta fu dimenticata.
La levatrice il cui nome e' Mirta meravigliata di tutto ciò chiese al frate come fosse stato possibile un simile evento.
Semplicemente lui rispose che il piccolo stava solo dormendo ,in una maniera tale e sconosciuta, quasi sembrasse che qualche strana forza di natura volesse in qualche modo privare la continuità della vita in questo piccolo uomo, destinato secondo un suo parere ad imprese molto mirabili.
Detto questo si avvicino' ad Anna Maddalena e le pronuncio al suo orecchio alcune parole incomprensibili ai presenti nella stanza ,cosi' lei smise di piangere per tenere tra le sue braccia il piccolo neonato. Intanto la tempesta si calmava e dopo breve tempo Alcino decise di andare via , invano fu il tentativo di Antonio di trattenerlo ancora per asciugar il saio ancora bagnato. In nessun modo pote' trattenerlo , promise loro che sarebbe poi tornato più avanti per istruire il piccolo alle lettere e alla scrittura. Prima di andare via Alcino prese dalla borsa una piccola ampolla contenente unguento che consegno' alla madre e poi in una scatola di legno di piccole dimensioni contenente un gioco simile al gioco dell'oca ma con differenza sostanziale sia nelle immagini che nel percorso.
Si congedo' da loro e consigliando di conservare con cura quel gioco fino a che non avesse raggiunto i sei anni di eta'.Antonio sentendosi in obbligo col frate era uscito dalla sua casa per cercare qualcosa di asciutto e adatto sia all'abito che alla corporatura del frate.
Ma al suo ritorno non trovo più Alcino .Come spesso accade dopo ogni evento brutto ci si dedica volentieri a festeggiar per lo scampato lutto.
Di quella notte Antonio raccontava a modo suo aggiungendovi talvolta più dettagli su una felicissima vicenda di cui fu protagonista e come spesso accade dal fatto in se che può esser considerato compiuto nel luogo stesso a raccontarlo spesso ed aggiungendo cose, diviene ancor più leggendario il protagonista per merito dell'autore.


Antonio e ' un commerciante di origini greche ,nato a Lemno famosissima isola dell'Egeo settentrionale, pratica il commercio di beni di prima necessita' come olio farina e spezie,e abbastanza ricco da potersi comprare una piccola nave ad una vela di cui e anche il capitano perché esperto navigante ,arte questa necessaria ai mercanti .Spesso per motivi legati al commercio e in concomitanza all'espandersi delle grandi flotte provenienti dalle maggiori città costiere italiane egli si spostava con tutta la famiglia in luoghi sempre diversi .
Egli possedeva una discreta raccolta di volumi provenienti sia dall'Oriente, di cui era anche abile conoscitore della lingua scritta e parlata, in più per proprio interesse aggiornava in una sorta di manoscritto tutte le piante officinali il cui uso fu sempre noto a tutte le popolazioni del bacino.
Ventotene e una piccola isola ricca di vegetazione ma anche caratterizzata da alcune zone non adatte all'agricoltura dove trovar piante per cura risultava assai facile.
Nell'isola viveva un certo Probo considerato come il più capace sia nell'arte dei medicamenti che in quello della selezione per genere e relativo effetto curativo ,probabilmente veniva considerato come una specie di sciamano a cui molti isolani chiedevano cure per la loro salute sopratutto per evitare le tremende epidemie che troppo spesso sbarcavano insieme alle merci ed ai naviganti ignari .
Quest'uomo poco alto dall'aspetto assai particolare sembrava un antico fauno uscito chissà da quale tempio antico con capelli ricci di color grigio chiaro una sottile barba sempre grigia, occhi enormi dallo sguardo penetrante ,bocca piccola appena evidente in quella che sembrava una nuvola di cotone.
Sull'isola si racconta che egli fosse stato un gran sapiente al servizio di un certo signore d'Oriente e che per motivi non certi a nessuno ,riparo' a Ventotene per non essere più trovato.
Grazie all'aiuto del facoltoso Attamo persona di grande cultura nonché viaggiatore instancabile e conoscitore profondo di molte culture,Probo trovo' ospitalità presso di lui in virtù di una profonda amicizia di vecchia data maturata attraverso i numerosi incontri avvenuti nel tempo e caratterizzati da profonde riflessioni su le più diverse branche della conoscenza del tempo .Attalo era comunemente chiamato Prospero per la sua stimatissima ed ironica simpatia e spesso aiutava senza indugio a chiunque glie ne facesse richiesta, uomo alto dall'aspetto austero ma di carattere gioviale quasi da sembrare molto più giovane del suo tempo.
Probo grazie all'ospitalità dell'amico e dotato di grandi capacita cognitive per quel tempo, fu subito ben accolto dalla popolazione del luogo che affascinata dal modo pacato di dialogare e per la sua disponibilità ad aiutare chiunque ne sentisse il bisogno, spesso non pretendeva nulla in cambio, tranne in qualche occasione dove prendeva il necessario per un giorno.
Si narra che mentre egli stava attraversando in nave come un comune passeggero a bordo si sia verificata un anomala malattia molto simile alla frenesia degli epilettici e che a largo di Gaeta quasi tutto l'equipaggio fosse infetto in qualche modo da questa sconosciutissima malattia.
Le cose si stavano mettendo davvero male , marinai sdraiati come ubriachi, alcuni presi da tormenti sfidavano chiunque gli passasse vicino,una confusione terribile , urla, pianti, volti trasformati ,un vero inferno.
Essendosi accorto dell'accaduto Probo non esito' con la sua proverbiale calma a far mangiare ,avendone abbastanza per tutti ,una foglia di pianta che cresce in Creta e sembra che abbia la facoltà di riparar ferite e far guarir da simile frenesia.
Nel giro di qualche ora tutto si placo' e gradualmente tutto l'equipaggio torno' alle sue quotidiani mansioni come se si fosse appena svegliato rimettendo tutto a posto come prima ignari dell'accaduto.
La vita sull'isola e' serena per il piccolo Alexander il tempo scivola lentamente , da stagione in stagione, grazie all'affettuosa mamma ,che tra i tanti impegni domestici, trova sempre il tempo per fare giochi e divertimenti.
Aveva appena compiuto due anni circa quando sulla sabbia della spiaggia dal lato dove e' visibile la piccola isola di S. Stefano , Alexander disegno' un largo cerchio, in ogni parte fece dei simboli, per sua madre sembrava semplicemente un gioco da fanciulli di cui spesso non se ne conosce il senso, ma quel giorno passo di li Attalo come non faceva da tempo a causa del tempo che inesorabile non lascia nessuno indietro.
Guardo' con attenzione quei segni scoprendo con grande meraviglia che non erano bizzarri segni da bimbo incosciente ,ma riproducevano simbolicamente una certa tavola stellare molto antica di cui era in possesso da tempo e avendola poi dimenticata tra i tanti libri .La sorpresa fu quando vide questo disegno mentre si avvicinava scendendo dal promontorio verso la spiaggia, sarebbe stato impossibile a chiunque vederlo da vicino.
Giunto sulla spiaggia e senza interrompere il gioco del bimbo esclamo' con voce roca:E' sorprendente!''a cui rispose Anna ''Cosa Attalo?''
Attalo:'' E' raro che accada quello che vedo.
In genere si studia tantissimo per raggiungere qualcosa che riteniamo lontanissimo e spesso si ottengono scarsi risultati .Alexander ha disegnato proprio qua sulla sabbia il cielo con i suoi pianeti, nella precisa disposizione, proprio come sulla tavola che io posseggo, mi risulta assai difficile considerata la tenera eta' che egli abbia potuto in qualche modo conoscerne i segni per poi riprodurla''.
Anna:'' sono giorni che non fa altro che raccogliere ciottoli e sistemarli in modo da fare disegni, in questo ho sempre un gran disordine in giro , non faccio altro che raccogliere ciottoli .Sinceramente non ci trovo nulla di sorprendente , sono cose casuali, giochi da bimbi,non hanno senso.''
Attalo:''Dici?''
Anna :'' pensa l'altro giorno avevo sistemato tutte le mie cose da un lato per lasciarlo giocare tranquillo e senza pericolosi ostacoli, quando mi accorgo che di tanti sassolini forma una specie di figura a forma di rombo con tre sassolini da un lato e due singoli dall'altro ''
Attalo''Orione!
Anna:''Cosa?''
Attalo:''nulla,parlavo tra me e me''
Saluto' Anna e il piccolo Alexander per poi continuare il suo lento cammino scuotendo leggermente la testa da un verso e l'altro.
Spesso a cose a cui diamo poca attenzione meriterebbero un maggior interesse,per noi stessi e per i nostri cari, ma troppi impegni e tanto lavoro distraggono la mente dalla sua natura.
Era una giornata di sole con leggera brezza di mare che accarezza dolcemente il verde manto dell'isola tappezzata da piccoli campi coltivati e luoghi solitari con arbusti d'ogni tipo.
Attalo andava spesso in luoghi isolati per trovar silenzio assoluto e ragionar a modo suo per ricerche mai terminate.
Ad un tratto scorge uscir da dietro uno di questi arbusti dal color verde acceso un uomo dai capelli grigi e gonfi tutto intento a raccoglier erbe ed annusar le foglie come era solito fare .Era Probo .
Attalo:''Amico mio sembri un segugio che per catturar preda annusa ogni luogo per esser sicuro
di non sbagliare presa''
Probo:''hai ragione , l'età avanza e non ho più la vista di una volta , diciamo che per esser sicuro di non sbagliare alla vista ho aggiunto il naso.''
Attalo:'' sediamoci un po' ho con me del buon vinello nero , preferirei berlo con te .
Probo:'' ho quasi raccolto tutto ciò di cui avevo bisogno, non mi dispiace bere un po' di vino con te , anche se ti conosco bene che oltre al vino , ti piace discutere con me pacatamente per lungo tempo.''
Attalo:'' e una seccatura per te?
Probo:'' assolutamente no ! scherzavo.''
Ci fu silenzio perché quel dolce vento non più soffiava,si sentiva solo il leggero sorseggiare dei due antichi amici ,arbusti con gran chioma davano una lieta ombra ai due ammorbidendo i raggi del sole di quell'ora.
Attalo:'' leggendo qua e la' tra i miei antichi testi con gran curiosità soffermo l'attenzione sugli ermetici discorsi pubblicati in poche copie alcuni secoli fa.
In particolare amico mio mi suggerisce una domanda questa affermazione'' come in alto cosi in basso''.Tra i tanti dubbi sulla validità dell'enunciato , ragionando molto sul suo senso, ho trovato risposte inadeguate e per trovar ragione a simili parole mi chiedo se non sia una semplice affermazione fine a se stessa.
Le opinioni da sole non bastano a decidere del senso proprio vero di ciò che si decide di portare al lume di ragione,con metodo dialettico affronto la questione ritenendo l'alto come il cosmo in cielo e il basso l'invisibile nascosto delle minute forme della materia stessa.''
Probo:'' Anche se a riguardo potrà sembrar estranea la mia opinione , perché del piccolissimo come del grande non ne ho riscontro in quanto e' impossibile all'umana specie trovar una soluzione se non per intelletto.
Diamo per certo che la materia e' ciò che noi siamo e che il dividere all'infinito mai si giunge a numero cosi anche lo spazio a noi sconosciuto può essere rappresentato come un numero moltiplicato all'infinito stesso.
Attalo:''quindi il nostro mondo comprese le conoscenze, sono cosi comprese tra l'uno e l'altro mondo?
Probo:'' il mondo e' uno solo o infinito? E' assai difficile determinarlo ,gli aspetti son mutevoli e le conoscenze anche, alla presenza dei molteplici aspetti in entrambi i casi non esiste l'assoluto.
lo stesso si può dire del tempo .''
Attalo:''quindi tutto e' se stesso pur cambiando forma e aspetto?
Probo:''No amico mio finché consideriamo gli eventi nel tempo e nello spazio a noi conosciuto,e' probabile che in origine tutto sia stato come fermo e immobile ma anche in movimento, impossibile da capire con la sol ragione o ancor peggio nell'illusione di qualche causa precedente a cui sia preceduta altra causa,o all'idea di qualche entità soprannaturale che regola tutto .In passato la questione fu affrontata in maniera organica da Aristotele e Platone,ciascuno ha aggiunto argomentando la propria spiegazione.
Io posso aggiungere senza presunzione che gli infiniti due(macrocosmo-microcosmo)sono indefiniti perché non calcolabili per cui l'esistenza di qualunque valore universale per i due indefiniti risulta relativo ma anche indeterminato.
L'impossibilita' di calcolo mi suggerisce che sia il primo che il secondo siano in funzione del tempo illimitato.
Come tempo corre cosi entrambi espandono e diminuiscono all'infinito.
Attalo:''può considerarsi questa un illusione?''
Probo :'' certo! gli aspetti mutevoli possono dar ben poco a chi cerca verità di fondo, il limite e' proprio nella definizione che si da ad ogni questione.
Attalo:'' quindi le parole stesse sono oggetto di discussione?''
Probo:'' Proprio cosi''
I due amici si sorridono tenendo il piccolo bicchiere di vino ormai vuoto che a parole il sorseggiare seguiva.
Attalo:'' bene amico mio , faro ' ricerche sull'origine delle parole poi ti faro' sapere , vado verso casa vieni con me?
Probo con un sorriso:'' No,carissimo resto ancora un po', mi piace stare qua al fresco , tornerò a casa più tardi.
Alexander cresceva e tra il seguir delle stagioni si preparava a trasformar come ognuno di noi sia fisico che cognizione. Scrittura e lettura gli furono subito familiari , considerata la tenerissima eta' , riusciva a fare cose non comuni , infatti considerando come gioco quasi tutto, gli riusciva abbastanza facile apprendere ricordare e poi elaborare qualsiasi tipo di notizia. Con Attalo apprese i primi insegnamenti di lettura e scrittura sia in volgare lingua comunemente usata al tempo che il latino tramandato nei secoli ma ormai fuori dall'uso corrente.
Attalo:'' Dunque oggi ne abbiamo 22 siamo in Marzo, quante settimane mancano secondo te Alexander fino alla fine di Luglio?
Alexander:'' tra 18 e 19 settimane ''
Attalo:'' bravo! hai calcolato cosi velocemente che nemmeno io che sono più grande di te riuscivo a farlo
Alexander:''ma io non conosco i calcoli ''
Attalo :Allora come hai fatto?
Alexander:'' ho diviso un anno come fosse una torta in dodici fette, su ognuna di esse ho aggiunto quattro fragole e dove necessario una ciliegia, considerato il numero dei mesi che va' da marzo a luglio, e' semplicissimo ottenere il risultato.
Attalo:''devo controllare son sicuro che ti prendi gioco di me, scrivendo frettolosamente per aver il risultato
Attalo :''E' vero!
La matematica o arte aritmetica era in Alexander un vero dono naturale, probabilmente attraverso queste forme di calcolo visive gli risultava più semplice effettuare operazioni complesse. Nelle lingue fu altrettanto capace stesso sistema ma con una variante sul senso e significato delle parole sembra che riuscisse a collocare in memoria termini appena acquisiti e senza bisogno di ripetizione, un vero talento.
Se la vita di noi uomini fosse solo scienza e calcolo allora basterebbe a se stessa, ma di tutte le possibilità che la natura offre attraverso forme sempre diverse e un vero mistero.