Durante
una tempestosa mattina di fine Ottobre,nel mar Mediterraneo,a poche
miglia dalla costa dell'Italia meridionale sorge un isola di nome
Ventotene,testimone di quella che fu l'antica civiltà a cui
dobbiamo molto del nostro sapere.
Fulmini
e mare tempestoso sembrano scatenare tutta la loro violenza su questo
piccolo ciottolo di terra .le onde solcano i poderosi macigni della
costa come fiere insaziabili su un inerme preda .
La
popolazione suddivisa in chi espia se stesso in religioso silenzio e
in chi preferisce bere quell'ottimo vino che questa terra offre,
aspettando con rassegnata speranza la fine dell'evento .Più in la'
poco lontano dal piccolissimo gruppo di case a schiera e sovrapposte
vi e' un abitazione di forma quadrangolare, modesta ma molto ben
curata.
In
questo luogo e con quel temporale viene alla luce il piccolo
Alexander.
Passano
pochi istanti e la levatrice, abile nel suo mestiere per esperienza
nota, s'accorge che al piccolo non esce la voce e sembra quasi
morto,ciò può accadere in un tempo breve, le levatrici lo sanno
perché conoscono i sistemi per rianimare la vita che da uno stato
passa all'altro,ma in questo caso non ci fu ragione di pensare che il
piccolo potesse esser nato con difetto o aver perso la vita prima
ancora di venire al mondo,per cui si tento' invano di rianimarlo.
Tra
i potenti tuoni che sembravano accanirsi in quel luogo , si senti
bussare alla porta con tre potenti tocchi a cui si aggiunse una voce
molto roca :''Aperite venit ita venerando'' e ripete' ''aperite
venit ita ventu''.In casa tra la paura dei fulmini e l'ansia tremenda
per la sorte del neonato si decise di aprire la porta per veder chi
fosse .Si presenta un frate dalla corporatura esile e dal saio
bagnatissimo con strano odore salmastro sembrava fosse uscito dal
mare stesso in mezzo a tutto quel fracasso, con se aveva una borsa di
cuoio molto vecchia da cui si intravedeva un libro grande di fine
rilegatura.
Il
frate si presento' con molta modestia dicendo tra le labbra il suo
nome ''Alcino e' il mio nome'' e dalla levatrice si fece passare il
piccolo corpo ,ancor privo di voce, in lingua incomprensibile
sussurro' dolcemente all'orecchio del nascituro tre parole che
finivano in ''ora'' a ciò spontaneamente e senza indugiar ancor
tempo il piccolo Alexander apri subito gli occhi e rispose con
squillante vagito.
Suo
padre Antonio che fino a quel momento preso dall'angoscia e
abbandonate le speranze salto' dal posto dove era che tocco' la
trave del soffitto procurandosi anche male , ma la gioia vinse il
dolore e subito si precipito' a vedere suo figlio.
La
madre Anna Maddalena tra i dolori del parto e l'angoscia successiva
pianse cosi tanto che tutta la paura di quella tempesta fu
dimenticata.
La
levatrice il cui nome e' Mirta meravigliata di tutto ciò chiese al
frate come fosse stato possibile un simile evento.
Semplicemente
lui rispose che il piccolo stava solo dormendo ,in una maniera tale
e sconosciuta, quasi sembrasse che qualche strana forza di natura
volesse in qualche modo privare la continuità della vita in questo
piccolo uomo, destinato secondo un suo parere ad imprese molto
mirabili.
Detto
questo si avvicino' ad Anna Maddalena e le pronuncio al suo orecchio
alcune parole incomprensibili ai presenti nella stanza ,cosi' lei
smise di piangere per tenere tra le sue braccia il piccolo neonato.
Intanto la tempesta si calmava e dopo breve tempo Alcino decise di
andare via , invano fu il tentativo di Antonio di trattenerlo ancora
per asciugar il saio ancora bagnato. In nessun modo pote'
trattenerlo , promise loro che sarebbe poi tornato più avanti per
istruire il piccolo alle lettere e alla scrittura. Prima di andare
via Alcino prese dalla borsa una piccola ampolla contenente unguento
che consegno' alla madre e poi in una scatola di legno di piccole
dimensioni contenente un gioco simile al gioco dell'oca ma con
differenza sostanziale sia nelle immagini che nel percorso.
Si
congedo' da loro e consigliando di conservare con cura quel gioco
fino a che non avesse raggiunto i sei anni di eta'.Antonio
sentendosi in obbligo col frate era uscito dalla sua casa per cercare
qualcosa di asciutto e adatto sia all'abito che alla corporatura del
frate.
Ma
al suo ritorno non trovo più Alcino .Come spesso accade dopo ogni
evento brutto ci si dedica volentieri a festeggiar per lo scampato
lutto.
Di
quella notte Antonio raccontava a modo suo aggiungendovi talvolta
più dettagli su una felicissima vicenda di cui fu protagonista e
come spesso accade dal fatto in se che può esser considerato
compiuto nel luogo stesso a raccontarlo spesso ed aggiungendo cose,
diviene ancor più leggendario il protagonista per merito
dell'autore.
Antonio
e ' un commerciante di origini greche ,nato a Lemno famosissima isola
dell'Egeo settentrionale, pratica il commercio di beni di prima
necessita' come olio farina e spezie,e abbastanza ricco da potersi
comprare una piccola nave ad una vela di cui e anche il capitano
perché esperto navigante ,arte questa necessaria ai mercanti .Spesso
per motivi legati al commercio e in concomitanza all'espandersi
delle grandi flotte provenienti dalle maggiori città costiere
italiane egli si spostava con tutta la famiglia in luoghi sempre
diversi .
Egli
possedeva una discreta raccolta di volumi provenienti sia
dall'Oriente, di cui era anche abile conoscitore della lingua scritta
e parlata, in più per proprio interesse aggiornava in una sorta di
manoscritto tutte le piante officinali il cui uso fu sempre noto a
tutte le popolazioni del bacino.
Ventotene
e una piccola isola ricca di vegetazione ma anche caratterizzata da
alcune zone non adatte all'agricoltura dove trovar piante per cura
risultava assai facile.
Nell'isola
viveva un certo Probo considerato come il più capace sia nell'arte
dei medicamenti che in quello della selezione per genere e relativo
effetto curativo ,probabilmente veniva considerato come una specie di
sciamano a cui molti isolani chiedevano cure per la loro salute
sopratutto per evitare le tremende epidemie che troppo spesso
sbarcavano insieme alle merci ed ai naviganti ignari .
Quest'uomo
poco alto dall'aspetto assai particolare sembrava un antico fauno
uscito chissà da quale tempio antico con capelli ricci di color
grigio chiaro una sottile barba sempre grigia, occhi enormi dallo
sguardo penetrante ,bocca piccola appena evidente in quella che
sembrava una nuvola di cotone.
Sull'isola
si racconta che egli fosse stato un gran sapiente al servizio di un
certo signore d'Oriente e che per motivi non certi a nessuno ,riparo'
a Ventotene per non essere più trovato.
Grazie
all'aiuto del facoltoso Attamo persona di grande cultura nonché
viaggiatore instancabile e conoscitore profondo di molte
culture,Probo trovo' ospitalità presso di lui in virtù di una
profonda amicizia di vecchia data maturata attraverso i numerosi
incontri avvenuti nel tempo e caratterizzati da profonde riflessioni
su le più diverse branche della conoscenza del tempo .Attalo era
comunemente chiamato Prospero per la sua stimatissima ed ironica
simpatia e spesso aiutava senza indugio a chiunque glie ne facesse
richiesta, uomo alto dall'aspetto austero ma di carattere gioviale
quasi da sembrare molto più giovane del suo tempo.
Probo
grazie all'ospitalità dell'amico e dotato di grandi capacita
cognitive per quel tempo, fu subito ben accolto dalla popolazione del
luogo che affascinata dal modo pacato di dialogare e per la sua
disponibilità ad aiutare chiunque ne sentisse il bisogno, spesso non
pretendeva nulla in cambio, tranne in qualche occasione dove
prendeva il necessario per un giorno.
Si
narra che mentre egli stava attraversando in nave come un comune
passeggero a bordo si sia verificata un anomala malattia molto simile
alla frenesia degli epilettici e che a largo di Gaeta quasi tutto
l'equipaggio fosse infetto in qualche modo da questa sconosciutissima
malattia.
Le
cose si stavano mettendo davvero male , marinai sdraiati come
ubriachi, alcuni presi da tormenti sfidavano chiunque gli passasse
vicino,una confusione terribile , urla, pianti, volti trasformati ,un
vero inferno.
Essendosi
accorto dell'accaduto Probo non esito' con la sua proverbiale calma a
far mangiare ,avendone abbastanza per tutti ,una foglia di pianta
che cresce in Creta e sembra che abbia la facoltà di riparar ferite
e far guarir da simile frenesia.
Nel
giro di qualche ora tutto si placo' e gradualmente tutto l'equipaggio
torno' alle sue quotidiani mansioni come se si fosse appena svegliato
rimettendo tutto a posto come prima ignari dell'accaduto.
La
vita sull'isola e' serena per il piccolo Alexander il tempo scivola
lentamente , da stagione in stagione, grazie all'affettuosa mamma
,che tra i tanti impegni domestici, trova sempre il tempo per fare
giochi e divertimenti.
Aveva
appena compiuto due anni circa quando sulla sabbia della spiaggia dal
lato dove e' visibile la piccola isola di S. Stefano , Alexander
disegno' un largo cerchio, in ogni parte fece dei simboli, per sua
madre sembrava semplicemente un gioco da fanciulli di cui spesso non
se ne conosce il senso, ma quel giorno passo di li Attalo come non
faceva da tempo a causa del tempo che inesorabile non lascia nessuno
indietro.
Guardo'
con attenzione quei segni scoprendo con grande meraviglia che non
erano bizzarri segni da bimbo incosciente ,ma riproducevano
simbolicamente una certa tavola stellare molto antica di cui era in
possesso da tempo e avendola poi dimenticata tra i tanti libri .La
sorpresa fu quando vide questo disegno mentre si avvicinava
scendendo dal promontorio verso la spiaggia, sarebbe stato
impossibile a chiunque vederlo da vicino.
Giunto
sulla spiaggia e senza interrompere il gioco del bimbo esclamo' con
voce roca:E' sorprendente!''a cui rispose Anna ''Cosa Attalo?''
Attalo:''
E' raro che accada quello che vedo.
In
genere si studia tantissimo per raggiungere qualcosa che riteniamo
lontanissimo e spesso si ottengono scarsi risultati .Alexander ha
disegnato proprio qua sulla sabbia il cielo con i suoi pianeti, nella
precisa disposizione, proprio come sulla tavola che io posseggo, mi
risulta assai difficile considerata la tenera eta' che egli abbia
potuto in qualche modo conoscerne i segni per poi riprodurla''.
Anna:''
sono giorni che non fa altro che raccogliere ciottoli e sistemarli in
modo da fare disegni, in questo ho sempre un gran disordine in giro ,
non faccio altro che raccogliere ciottoli .Sinceramente non ci trovo
nulla di sorprendente , sono cose casuali, giochi da bimbi,non hanno
senso.''
Attalo:''Dici?''
Anna
:'' pensa l'altro giorno avevo sistemato tutte le mie cose da un lato
per lasciarlo giocare tranquillo e senza pericolosi ostacoli, quando
mi accorgo che di tanti sassolini forma una specie di figura a forma
di rombo con tre sassolini da un lato e due singoli dall'altro ''
Attalo''Orione!
Anna:''Cosa?''
Attalo:''nulla,parlavo
tra me e me''
Saluto'
Anna e il piccolo Alexander per poi continuare il suo lento cammino
scuotendo leggermente la testa da un verso e l'altro.
Spesso
a cose a cui diamo poca attenzione meriterebbero un maggior
interesse,per noi stessi e per i nostri cari, ma troppi impegni e
tanto lavoro distraggono la mente dalla sua natura.
Era
una giornata di sole con leggera brezza di mare che accarezza
dolcemente il verde manto dell'isola tappezzata da piccoli campi
coltivati e luoghi solitari con arbusti d'ogni tipo.
Attalo
andava spesso in luoghi isolati per trovar silenzio assoluto e
ragionar a modo suo per ricerche mai terminate.
Ad
un tratto scorge uscir da dietro uno di questi arbusti dal color
verde acceso un uomo dai capelli grigi e gonfi tutto intento a
raccoglier erbe ed annusar le foglie come era solito fare .Era Probo
.
Attalo:''Amico
mio sembri un segugio che per catturar preda annusa ogni luogo per
esser sicuro
di
non sbagliare presa''
Probo:''hai
ragione , l'età avanza e non ho più la vista di una volta , diciamo
che per esser sicuro di non sbagliare alla vista ho aggiunto il
naso.''
Attalo:''
sediamoci un po' ho con me del buon vinello nero , preferirei berlo
con te .
Probo:''
ho quasi raccolto tutto ciò di cui avevo bisogno, non mi dispiace
bere un po' di vino con te , anche se ti conosco bene che oltre al
vino , ti piace discutere con me pacatamente per lungo tempo.''
Attalo:''
e una seccatura per te?
Probo:''
assolutamente no ! scherzavo.''
Ci
fu silenzio perché quel dolce vento non più soffiava,si sentiva
solo il leggero sorseggiare dei due antichi amici ,arbusti con gran
chioma davano una lieta ombra ai due ammorbidendo i raggi del sole di
quell'ora.
Attalo:''
leggendo qua e la' tra i miei antichi testi con gran curiosità
soffermo l'attenzione sugli ermetici discorsi pubblicati in poche
copie alcuni secoli fa.
In
particolare amico mio mi suggerisce una domanda questa
affermazione'' come in alto cosi in basso''.Tra i tanti dubbi sulla
validità dell'enunciato , ragionando molto sul suo senso, ho
trovato risposte inadeguate e per trovar ragione a simili parole mi
chiedo se non sia una semplice affermazione fine a se stessa.
Le
opinioni da sole non bastano a decidere del senso proprio vero di
ciò che si decide di portare al lume di ragione,con metodo
dialettico affronto la questione ritenendo l'alto come il cosmo in
cielo e il basso l'invisibile nascosto delle minute forme della
materia stessa.''
Probo:''
Anche se a riguardo potrà sembrar estranea la mia opinione , perché
del piccolissimo come del grande non ne ho riscontro in quanto e'
impossibile all'umana specie trovar una soluzione se non per
intelletto.
Diamo
per certo che la materia e' ciò che noi siamo e che il dividere
all'infinito mai si giunge a numero cosi anche lo spazio a noi
sconosciuto può essere rappresentato come un numero moltiplicato
all'infinito stesso.
Attalo:''quindi
il nostro mondo comprese le conoscenze, sono cosi comprese tra l'uno
e l'altro mondo?
Probo:''
il mondo e' uno solo o infinito? E' assai difficile determinarlo ,gli
aspetti son mutevoli e le conoscenze anche, alla presenza dei
molteplici aspetti in entrambi i casi non esiste l'assoluto.
lo
stesso si può dire del tempo .''
Attalo:''quindi
tutto e' se stesso pur cambiando forma e aspetto?
Probo:''No
amico mio finché consideriamo gli eventi nel tempo e nello spazio a
noi conosciuto,e' probabile che in origine tutto sia stato come fermo
e immobile ma anche in movimento, impossibile da capire con la sol
ragione o ancor peggio nell'illusione di qualche causa precedente a
cui sia preceduta altra causa,o all'idea di qualche entità
soprannaturale che regola tutto .In passato la questione fu
affrontata in maniera organica da Aristotele e Platone,ciascuno ha
aggiunto argomentando la propria spiegazione.
Io
posso aggiungere senza presunzione che gli infiniti
due(macrocosmo-microcosmo)sono indefiniti perché non calcolabili per
cui l'esistenza di qualunque valore universale per i due indefiniti
risulta relativo ma anche indeterminato.
L'impossibilita'
di calcolo mi suggerisce che sia il primo che il secondo siano in
funzione del tempo illimitato.
Come
tempo corre cosi entrambi espandono e diminuiscono all'infinito.
Attalo:''può
considerarsi questa un illusione?''
Probo
:'' certo! gli aspetti mutevoli possono dar ben poco a chi cerca
verità di fondo, il limite e' proprio nella definizione che si da ad
ogni questione.
Attalo:''
quindi le parole stesse sono oggetto di discussione?''
Probo:''
Proprio cosi''
I
due amici si sorridono tenendo il piccolo bicchiere di vino ormai
vuoto che a parole il sorseggiare seguiva.
Attalo:''
bene amico mio , faro ' ricerche sull'origine delle parole poi ti
faro' sapere , vado verso casa vieni con me?
Probo
con un sorriso:'' No,carissimo resto ancora un po', mi piace stare
qua al fresco , tornerò a casa più tardi.
Alexander
cresceva e tra il seguir delle stagioni si preparava a trasformar
come ognuno di noi sia fisico che cognizione. Scrittura e lettura
gli furono subito familiari , considerata la tenerissima eta' ,
riusciva a fare cose non comuni , infatti considerando come gioco
quasi tutto, gli riusciva abbastanza facile apprendere ricordare e
poi elaborare qualsiasi tipo di notizia. Con Attalo apprese i primi
insegnamenti di lettura e scrittura sia in volgare lingua comunemente
usata al tempo che il latino tramandato nei secoli ma ormai fuori
dall'uso corrente.
Attalo:''
Dunque oggi ne abbiamo 22 siamo in Marzo, quante settimane mancano
secondo te Alexander fino alla fine di Luglio?
Alexander:''
tra 18 e 19 settimane ''
Attalo:''
bravo! hai calcolato cosi velocemente che nemmeno io che sono più
grande di te riuscivo a farlo
Alexander:''ma
io non conosco i calcoli ''
Attalo
:Allora come hai fatto?
Alexander:''
ho diviso un anno come fosse una torta in dodici fette, su ognuna di
esse ho aggiunto quattro fragole e dove necessario una ciliegia,
considerato il numero dei mesi che va' da marzo a luglio, e'
semplicissimo ottenere il risultato.
Attalo:''devo
controllare son sicuro che ti prendi gioco di me, scrivendo
frettolosamente per aver il risultato
Attalo
:''E' vero!
La
matematica o arte aritmetica era in Alexander un vero dono naturale,
probabilmente attraverso queste forme di calcolo visive gli risultava
più semplice effettuare operazioni complesse. Nelle lingue fu
altrettanto capace stesso sistema ma con una variante sul senso e
significato delle parole sembra che riuscisse a collocare in
memoria termini appena acquisiti e senza bisogno di ripetizione, un
vero talento.
Se
la vita di noi uomini fosse solo scienza e calcolo allora basterebbe
a se stessa, ma di tutte le possibilità che la natura offre
attraverso forme sempre diverse e un vero mistero.
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