Ha ragione l'amico Morris
ad avvisarmi che soffro
di una strana malattia
comune a chi scrive ogni giorno,
“l'egocentrismo”
dalla diarrea enunciata
sono passato all'epistassi,
non ci posso fare nulla,
lo sgocciolare mi dissangua,
in questo modo
mi prendo gioco di voi
giocando a dado con me stesso
in un'epistasi senza dominante,
non vi amo e nemmeno vi detesto
vi accompagno dove, come quando voglio
nei sinuosi labirinti
del mio essere assente,
non vi conosco
e pur vi tiro in gioco,
la conoscenza è una banalità,
e l'amicizia un sogno,
qualcuno fa categorie
qualcun'altro lo trova nel bisogno,
nessuna condizione è necessaria
per dir che sei amico tra i tuoi simili,
non li scegli e spesso capita
che quelli più lontani
siano in realtà molto vicini
così vicini da trovarli nel tuo interno,
eppur non li conosci,
forse è una lontana parentela
che incalzante avanza,
l'esser disperatamente erranti
t'aiuta a riconoscerne i profili,
si perdono , si ritrovano
in un turbine di accidenti,
ma sempre pronti e attenti
a dire puntualmente
la propria cavolata,
questa prorompente umanità
schiaccia l'individuo.
Non me ne volete
se vi ammorbo con le mie elucrubazioni
scegliete di non leggermi
o se lo fate, commentate, senza riserve,
apprezzo molto il giudizio dei silenti
perchè vedo le facce
e l'espressione sorda
di chi ti manda a benedire,
l'indifferente è alimento base
per le mie composizioni
la petulanza,una severa serva
per concupiscenti.
Giùciaravolo
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