Le dimensioni non contano
così dicono i benpensanti,
invece contano eccome.
Più si estendono
è più s'avvicina quella strana possibilità
del succedere nel succedersi.
Noi pensiamo di possedere il corpo
dimenticando che siamo il corpo,
purtroppo a causa
dei banalissimi condizionamenti
ereditati dal contesto
giudichiamo noi stessi troppo e male.
Le verità sono sempre
tenute all'ombra,
perchè è disdicevole
parlare di come veramente siamo.
Incatenati ad un essere
che è solo una maschera riconoscibile
tra le tantissime ignote.
Un vestito su misura per ognuno.
Nella misura c'è contraddizione
perchè pur limitandosi
la natura giammai ama misurarsi.
È così che vengono fuori i mostri dell'interiore.
L'osceno prende il posto
della metafisica del piacere,
facendo scivolare il mascherato
in ridicole e patetiche scenette del godimento.
Poche donne sanno che cosa è il godere
e gli uomini altrettanto,
il nascondersi è diventato un modo per agire
nel silenzio delle proprie perversioni.
La causa di questo ridicolo dramma
è la religione e la morale stanca,
queste pretendono d'aver ragione
quand'invece hanno torto.
L'uomo non è una macchina da riproduzione.
Il piacere governa l'universo,
senza gusto
non esiste alcun piacere,
ciascuno quando copula
non ha bisogno di credere.
Perchè nell'amplesso
si aprono i cancelli del trasporto,
corsie preferenziali per sognatori ad occhi aperti
un tunnel di umori e suoni
dal retrogusto celestiale.
Aveva ragione il divin de Sade
ad esplorare gli infiniti mondi
del piacere e del dolore
praticando il libertinaggio come religione.
L'uomo è ignoto a se stesso
attraverso il proprio pensiero, crede.
Nel credere aliena ogni giorno
il proprio essere nel godimento.
In funzione di un oltre
che non ha ragione d'esistere.
I più fanatici sono quelli con le maschere colorate
le cambiano secondo le occasioni,
confondendo l'agire con l'atto.
Siamo mente e corpo
in unica forma
che attraverso il godere
mai muore.
Giùciaravolo
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