Mai furono e mai sono statii confini nel mondotranne per chi decidedi suggellar miseriacon ingiusta ragionementi chiuse all'inganno per una quiete solitarianel proprio falso giardino incantatofame e sete spinsero i popoli indi dalla regione articaverso l'equatoreinsediando i propri cari e le dimorein luoghi piu' sicuriperfino gli dei insieme a lorocambiarono d'aspetto e d'armaturaperche' l'eterna speciee' intima nell'uomol'imbecille che e' utile solo a se stessoha paura dell'avvicendarsi delle coseperche' ignobilmente si sentegia padrone del progressograzie ad una virtu' di sorta che va solo in una direzionecinque mangiano per diecie diecimila muoiono per famequesta bella terra che gratuitamente offre i doninon ha padroni e ne creatori perche' siam tutti uominidella stessa specievia gli striscioni dai balconivia le bandiere perche' sono solo il disprezzo della ragione veraingegnose e rovinos strumentodi chi ha deciso in questo mondodi evidenziar le differenze facendo sentir diverso chi e' ugualele religioni fan lo stessocon la pretesa d'aver il verbo certoinsieme al poter coperto presumono di stabilir il vivere correttoe l'uomo stanco da continuisoprusi ed inganniaffida i propri sogni a questi ciarlatanicon la speranza di un mondo ultraterrenorinuciando al suoper far ingrassar porcelloche sazio mai si stancadi sottometter nuove anime al suo cospettoimmigrare e' processo naturaleuomo va dove trova spazioper procurar a se stesso e ad altroil proprio fabbisognoper continuar la specie familiareche e' frutto dell'amore e l'amore non ha sesso e ne nazionee ne religione alcunaperche nello spietato ciclo delle cosea cui segue la mortel'amore vive sempreperche' anela vita stessalasciamoci alle spallele parodie di storiache rendon popoli instupiditifacendogli creder di essere piu' civiligli uccelli del cielo ci siano d'esempionei loro viaggispesso ci lasciano le pennenessuno mai potra' fermareil loro viaggio.giuseppe Ciaravolo
Mai furono e mai sono stati
RispondiEliminai confini nel mondo
tranne per chi decide
di suggellar miseria
con ingiusta ragione
menti chiuse all'inganno
per una quiete solitaria
nel proprio falso giardino incantato
fame e sete spinsero
i popoli indi dalla regione artica
verso l'equatore
insediando i propri cari e le dimore
in luoghi piu' sicuri
perfino gli dei insieme a loro
cambiarono d'aspetto e d'armatura
perche' l'eterna specie
e' intima nell'uomo
l'imbecille che e' utile solo a se stesso
ha paura dell'avvicendarsi delle cose
perche' ignobilmente si sente
gia padrone del progresso
grazie ad una virtu' di sorta
che va solo in una direzione
cinque mangiano per dieci
e diecimila muoiono per fame
questa bella terra
che gratuitamente offre i doni
non ha padroni e ne creatori
perche' siam tutti uomini
della stessa specie
via gli striscioni dai balconi
via le bandiere
perche' sono solo il disprezzo
della ragione vera
ingegnose e rovinos strumento
di chi ha deciso in questo mondo
di evidenziar le differenze
facendo sentir diverso chi e' uguale
le religioni fan lo stesso
con la pretesa d'aver il verbo certo
insieme al poter coperto
presumono di stabilir il vivere corretto
e l'uomo stanco da continui
soprusi ed inganni
affida i propri sogni a questi ciarlatani
con la speranza di un mondo ultraterreno
rinuciando al suo
per far ingrassar porcello
che sazio mai si stanca
di sottometter nuove anime al suo cospetto
immigrare e' processo naturale
uomo va dove trova spazio
per procurar a se stesso e ad altro
il proprio fabbisogno
per continuar la specie familiare
che e' frutto dell'amore
e l'amore non ha sesso e ne nazione
e ne religione alcuna
perche nello spietato ciclo delle cose
a cui segue la morte
l'amore vive sempre
perche' anela vita stessa
lasciamoci alle spalle
le parodie di storia
che rendon popoli instupiditi
facendogli creder di essere piu' civili
gli uccelli del cielo
ci siano d'esempio
nei loro viaggi
spesso ci lasciano le penne
nessuno mai potra' fermare
il loro viaggio.
giuseppe Ciaravolo