mercoledì 26 aprile 2017

C'è.....

C'è del marcio in Danimarca
e l'Italia tuttavia resta al palo
benchè patria di remote glorie
si gongola nell'apatia mortale

di una insana emorragia.

Qualunque cosa attende
e a furia di rinvii
rimane certa solo la data
per la propria dipartita.

Molti sono andati
altri si apprestano ad andare
verso un altrove
dove speranza e sogno sono  in comunione.

Che nazione indegna
sede di tiranni, locuste e perditempo
per far profitto si fa ogni cosa
insana quella fame che mai sazia gli appetiti.

L'infame corruzione regna sovrana
dall'alto dei palazzi
fino al vicolo più cieco
dell'ultimo rione.

Si fan profitti in qualunque modo
compromettendo le virtù con i vizi
ed il buon senso
col cattivo gusto.

Di gran moda è l'approffittatore
che con una mano chiede
e con l'altra ruba
dallo stesso pantalone.

Un incentivo per rilancio
viene letteralmente inteso come tale
da una parte i delusi dalle braccia gonfie
dall'altra il rinnegato con le valigie pronte.

Pronte a partire col primo volo
verso la stessa direzione di molti altri
dopo aver accuratamente smontato e imballlato
armi e bagattelle per una nuova ubicazione.

L'estero!Quest'oltre frontiera
sembra l'unica occasione,
molti sono quei giovani
che vanno in quella direzione.

Presto resteranno solo i vecchi
e nuovi poveri dal profilo barbaresco
come succede dalla notte dei tempi
in tutto il meridione.

Nessun allarme
è tutto sott'osservazione
la televisione tace sul concreto
per divulgare il superfluo come pane quotidiano.





Giuseppeciaravolo

lunedì 17 aprile 2017

dio brecht

Questo fraternizzare nell'occasione
mi terrorizza,
come certi entusiasmi
a regime di calendario,

il mio capo è sopra un sasso
pronto all'ennesima esecuzione,
strano  non sento il vento
della micidiale scure,

il  boia è  stato appeso ad un palo
come certi mancati pagamenti
inchiodati nella paratia di una stiva
per essere tenuti a mente,

l'altrove ha lasciato il posto all'ovvio
su questa nave alla deriva
forse si salva solo il cuoco
che grazie alla lunga lista degli ingredienti,

invoca l'aiuto di qualche madonna
che guarda caso si trova la in processione
un sollievo per non lasciare nulla al caso
pentirsi per sbagliare per poi sbagliare ancora,

perfino il serpente si ripente
dopo essere stato aggredito in confessione
l'inganno regge finquando esiste comunione
tre tavoli da gioco sono spianati per la dicitura

in alto i vostri cuori e giù quelle mutande
profili e sagome sono concentrate
verso un fondo senza fondo
o mondo immondo e infame

quante stagioni devono ancora trascorrere prima che tu possa confondere te stesso col letame,
capolavori e lavori capovolti
son stendardi appesi e sventolanti

al furor del fugace vento di passione
degli abneganti
questi ultimi benchè  presi dalla  mania  d'esser perseguitati  smettono di vivere

per dedicarsi completamente all'apostolato.
Ci si illude per un poco di tenere
a freno il monte che per natura
si frantuma si sminuzza  fino a diventare polvere

e questa cola giù a valle in forma di fango,
melma e marasma d'ogni genere
la tradizione vuole un senso in ogni cosa
facile scoprir la cenere dopo l'incendio,

xenofili, xenofobi e xenofanti son tutti riuniti
fanno una tavola rotonda
difficile stabilire la rotta
quando il timone è in balia del vento,

peggio ancora di affidarlo ai capricci della  sorte
letale è consegnarlo nelle mani dell'insensato,
e pur si muore nonostante tutto
ad ogni giorno uno nuovo se ne aggiunge

e uno in meno sulla lavagna del ricordo.


giuseppeciaravolo

giovedì 6 aprile 2017

Arrivederci

Piogge dorate
sui languidi tramonti
di questo Aprile che sembra
nato stanco,

la cortina di fumo nero
si leva all'orizzonte,
un gas per niente esilarante
concerne solo agli abitanti

di quel lontano luogo,
i sazi d'oltre manica
rigirano  per tre volte su se stessi
scongiurando l'accaduto,

niente stimola la fame
nulla riguarda l'appetito
un muoversi informe
per allucinanti bisogni,

perfino gli occhi
fingono d'esser stanchi
per non vedere
per non sentire,

questo quieto vivere
è intriso di spasmi,
voglie surrogate s'alternano
ad arlecchini balzi d'umore,

un fingersi continuo
per fare girotondo,
poche le bocche attente
molte quelle in meccanico movimento,

la luna col suo idiota sguardo
sembra fare il verso
a patetici romantici
disposti  come sempre a dir la propria,

il cappello giallo della vecchia russa
sfila in controluce
contrastando l'alone viola
della mia lanterna spenta,

un passo segue l'altro
senza capire il prima
senza comprendere il dopo
e senza conoscere il presente.

arrivederci a dopo.



Giuseppe ciaravolo