sabato 26 dicembre 2015

IL GIOCATORE

Cola leggera la cera
e dal candeliere scivola giù
fino alla penombra
del tavolo da gioco,

ormai s'è fatto tardi
non si può rimediare al perso
perdendo
con la speranza di vincere ancora,

che tristezza veder buttate
ore di sudore
per pochi spiccioli di fugace felicità,
lo stesso  è per chi non spende nulla,

l'età dei giochi e della sorte
ha lasciato il posto al silenzio
e al segreto della propria delusione
che trasuda dalla fronte come cera,

colando paralizza più del pungente freddo,
comprendere la vita mi consuma
al gioco e alle donne
ho dedicato ore

riuscendo sempre ad essere sconfitto,
questo risultato mi consola
perché del sudore come della cera
non si può impedire la discesa,

le ore sono solo attimi dietro altri attimi
ciascun per conto suo
perdendo un attimo
non significa perdere per sempre,

lo stesso vale per quel che si sente
non è mai lo stesso ogni giorno
forse nel silenzio della fiamma che consuma
è svelato il gran mistero

di chi cercando il godere
finisce per patire amaramente,
non bisogna aver paura
perché sia nell'uno che nell'altro

gli attimi si susseguono separatamente.


Giùciaravolo

mariachi re re re

aspie

aurora

mercoledì 23 dicembre 2015

Ai caduti

Guardo questa parete piatta
e già mi trovo
tra la calce polverosa
incontro le sagome ingombranti

dei caduti in guerra,
che strano.
Non credevo che le battaglie
fossero gare a caduta.

Certo in quell'attimo
quando qualcosa ti trafigge
o ti esplode il corpo
o ti disintegra ancor prima  di capirlo,

la smetti di giocare
per prendere posto
tra i disoccupati eterni
del vuoto polveroso,

tutto tace,
nessuno sussurra
nemmeno una lacrima di azzurro mare,
viene consumata per l'evento,

sarà così...
forse si cade veramente
dal guscio di questa bolla di sapone sospesa
per ritornare al nulla come prima,

ridicole manifestazioni d'affetto
colme di smorfie, lacrime a tempo
e commozioni da consumo
lasciano in breve il passo,

alla bolla che deve andare avanti
come uno spettacolo di mimi senza scena,
in cui tutto si vaporizza nell'istante,
per andare ancora avanti...

ma avanti dove?
Un pettirosso rosso
ha lasciato le ali
sopra il filo spinato,

una lucertola ha raccolto
le poche piume rimaste
per addobbar il proprio abito da sposa
anch'essa deve andare avanti...

senza sapere dove.


Giùciaravolo

martedì 22 dicembre 2015

Sol...stizio

Fottiti amico
se sei ad un passo
dalla fine o dall'inizio,
sappi che le canzoni
sono specchi rotti
per allodole impazzite,
questo gioco
tra la vita e la morte
a lungo stanca,
gridare forte fa solo perdere la voce,
le parole
sono solo delle gran bugiarde,
molti sono sempre disposti a tutto
altri in disparte
sanno di non aver disposizione
nemmeno per se stessi,
una sottile anarchia
vigila sulle correnti leggi
i saggi e i bigotti
stringono le mani al petto,
scongiurando il trapasso,
l'uomo spaziale mi ha stretto la mano
e da lontano salutando
mi ha dato del compagno,
a volte mi chiedo
come ho fatto ad ascoltare certe parole
e in che modo le ho digerite
forse per questo soffro spesso
di mal di stomaco,
fortunatamente riesco ancora a vomitare
profumando il tutto
con la fragranza dell'alloro,
non c'è scampo
questo lager chiamato vita
è solo una gabbia
senza uscita
la soluzione ottima
sarebbe farla finita,
fottiti amico
io non m'appendo al chiodo,
ne spero di volare sopra i campi Elisi
un demone mi morde le palle
ogni stramaledettissimo giorno
un altro me le tira su
per farmele rimordere ancora,
la monotonia dei canti
mi incupisce in modo serio
ed io seriamente li mando affanculo,
la vecchia del sesto piano
ha ucciso suo marito
forse ha vinto una volta
nella sua vita da schiava,
o forse ha perso
in ambedue i casi
era fottuta anche lei
dal principio come alla fine
nei secoli dei secoli
A.M.E.N
GiùCiaravolo

mercoledì 16 dicembre 2015

All'amico Cecco

Una merda sul tappeto
più in la quattro bottiglie
appena scolate
ancora intrise d'avidità di bere,

dire la verità
non è mai una cosa buona
si ferisce la codardia e l'ingenuità
di chi ancora vuole credere,

meglio sognar che obbedire
prosciugando a sforzo
qualsiasi proprietà
in virtù di sollazzo e perdizione,

questo mondo è nato matto
non c'è speranza per nessuno
perchè tutti si muore
fanculo i Calvinisti e le loro regole,

fanculo gli evangelisti, i cattolici, i buddisti,
i fascisti, i nullisti e compagnia cantata,
io vivo da solo
e la mia regola sono io.

non m'importa d'aver più ragione d'altri
non mi interessa avere più provviggioni
non odio e ne provo rancore
per la felicità che non bussa alla mia porta,

ci piscio sopra  a questa felicità,
perchè è finta e poco m'appartiene,
meglio godere poco
che fare finta di godere tanto,

chi mi ha messo al mondo
non ha fatto i conti bene
nacqui e crebbi nelle menzogne
e ne soffrì davvero tanto,

or ora non sento alcun giovamento
la mia anima è appesa ad un filo
e la mia coscienza
è in culo alla balena,

sono fuori da tutti i teoremi
vedere gli altri mi sgomenta,
sorrido e compiango
i fedeli della creatura morta,

la speranza è un aborto
e l'anima gioca tutto al superenalotto,
questa specie di vita
chiamata tale dai viventi,

è una vera gogna
intrisa di fetitidi umori di fogna cittadina,
la retorica mi fa inorridire
la cosa buona e giusta

è solo quella di morire.



Giùciaravolo


martedì 15 dicembre 2015

De crescenzo Natale

Timpani e tamburi
l'ora è arrivata
i malcontenti giocano a sorte
sotto l'albero degli impiccati,

qualcuno punta
qualcun'altro osserva
nessuno rimane da parte
tutti sono presi da qualcosa,

uno strano e untuoso senso di noia
aleggia all'interno delle cavità orbitali,
perfino il mio pinocchio stabile
è scappato via,

spade e bastoni si alternano
con coppe e danari
il fante è sotto al cavaliere
e quest'ultimo in pugno al re trionfante,

la filibusta cede a passo d'oca
più terreno al buonismo da parata
una covata di profeti inclini all'ottimismo
invade le strade luccicanti,

si crede in questo modo
di scacciar qualsiasi malefizio,
facendo doppio torto
al cinico e all'orbitante,

che  per natura essendo limitati
stanno ben'accorti al proprio orifizio,
essi lo usano  in maniera così speciale
per cui mangiare e defecare

sembrano la stessa cosa,
vomitevoli rigurgiti
invadono le strade a festa
sotto la sottana una monaca indossa il perizoma,

presto ci sarà la veglia
e poi una grande sbornia
per dimenticare tutto quel delirio
a cui non credono nemmeno più i cani,

fingere non aiuta
sopravvivere nonostante tutto
giova all'ipocrisia
per vestire il prossimo futuro a lutto.



Giùciaravolo




martedì 8 dicembre 2015

Ci vuole

Ci vuole un gran coraggio
ad uscir di casa
di questi tempi,
sarebbe meglio astenersi

rimandando tutto al dopo,
la solita monotona tradizione
che prende ogni giorno,
sempre più persone in giro,

gli accattoni lo sanno
e in questo preciso istante
formulano nuove posizioni
per i pellegrini stanchi,

dopo un'ora e mezza di lezione,
la solita lezione del curato
spendere qualche obolo
rinfranca lo spirito purificando l'anima,

tra questi spicca,
quella fatta dai gran filibustieri
che durante l'anno frodano gli ingenui
rimanendo sempre a galla,

ci vuole un gran coraggio
a guadagnare troppo
senza fare un cavolo,
tutto sulle spalle degli asinelli,

sodomizzati da un sistema
che ci inganna
giorno per giorno,
ora con questo ora con quello,

la libertà è una prostituta
che ha dato il culo molto tempo fa,
nessuno se ne accorge,
l'ulivo tace e il bigotto acconsente sempre,

mi disgusta vedere i visi gonfi
dei maiali ingrassati
che con opulenta e sfrenata prodigalità
consumano avidamente

le poche  risorse ancora disponibili,

un formicolìo di membra senza meta
s'appresta a comprare l'impossibile,
perchè anche quest'anno è assai speciale,
una patetica illusione,

resa ancora più patetica
da bocche piene
di risate isteriche liberatorie,
giusto per far scena,

ci vuole un gran coraggio
a farsi chiamare poeti di questi tempi
lo scrivere è come andare al cesso
ciascuno produce il proprio tanfo

tutti sono detti
ma nessuno dice,
ci vuole un gran coraggio
ad ammettere a se stessi

che si è giunti ad un nuovo punto
senza aver prima definito il precedente.


Giùciaravolo




lunedì 7 dicembre 2015

Andate a fare i guru

Questa superficialità stona
non si è immuni dal trapasso
cio che fummo e che saremo
non è storia da poco,

le sensazioni sono eterne
tutto il resto è solo trasposizione,
non si può capire il sapore
se non si assaggia,

cercare di conoscere l'indefinito
significa indefinirsi
delle parole vibrano i suoni
non le congetture,

costruire a proprio modo
per capire
significa
ingannare se stessi e gli altri,

godete amici miei se potete
la libertà di capire e non
è solo una prerogativa personale
non lasciatevi coinvolgere

in sensazioni che non saranno mai vostre
lasciate un bacio al vento
e una carezza al mare
scoprirete quanto è facile

superare i limiti
di una materia che non esiste.


Giùciaravolo

mercoledì 2 dicembre 2015

Io sono...

Io sono l'infinito,
la luce e le tenebre
il caldo e il freddo
l'alto e l'infimo,

il deserto e la foresta,
il bianco e il nero
il maschio e la femmina
l'indomito e  il pusillanime,

il falso e il vero,
il troppo e il poco,
il tenero e il duro,
l'indeterminato e il concreto,

il bello e il brutto,
il buono e il pessimo,
il dolce e l'amaro,
il triste e l'ilare,

l'arrogante e il modesto,
l'amabile e il detestabile
l'invisibile e il palese
il despota e l'umile

il servo e il padrone,
l'orbo e il veggente
subdolo e onesto
parco ed eccessivo,

io sono l'infinito
così come sono
e all'infinito non si chiede
e ne si da il perdono.


Giùciaravolo


venerdì 27 novembre 2015

La portoghese

Ho gustato il peccato,
ahimè
lei se ne va  a seno nudo
camminando in un certo modo,

con dei nodi nella vita
e sotto il vuoto,
ora dice,
poi tace,

le banchine!

ed io m'annego
perché so cos'è l'umanità.



Giùciaravolo

mercoledì 25 novembre 2015

Scorie

E pur tentennando
non si è mai deciso
l'ombra delle scarlatte rose
avvolte nella tetra tela

lo stillar leggero della nebbia
cola e non m'aggrada,
il mio grimaldello bulgaro
l'ho messo sotto chiave,

filosofi imbiancati
illuminano per poco
lo spettro della delusione
e ad ogni modo qualcosa accade,

sempre!
Qualcosa per cui la ragione
è totalmente  fuori dai sistemi
giammai in adiacenza,

la rabbia nello stomaco
e l'estasi che non trova spazio,
i miei  angoli bui
sono adesso curve paraboliche,

causa ed effetto
sono antibiotici per giovani lattanti,
un metodo per giustificare appena
quel che  ricordiamo svogliatamente,

miriadi di immagini
m'accompagnano la sera
in compagnia di spettri, belle dame
e quesiti mai risolti ,

c'è grande voglia di cambiare scena,
e pur tentennando
non si è mai deciso,
perchè la perfezione è il vuoto,

e il vuoto e il pieno
son la stessa cosa.



Giùciaravolo



domenica 22 novembre 2015

Il coraggio di Utopia

Quand'è che finiremo
questo inutile odiarci
per futili motivi,

quand'è che smetteremo
di essere egoisti
per amarci l'un con l'altro?

Questo strano modo di convivere
non ci consente molte scelte
il danaro, il narcisismo ed il potere,

sono gli dei pagani
che governano le azioni
rendendoci infelici,

che senso ha correre verso questa direzione?

nessuno è più di nessun altro
ciascuno appartiene al proprio cosmo
in virtù del quale vive di essenza propria,

l'amore vero non pone condizioni,
è inutile fingere la felicità propria
quando fuori regna la contraddizione,

dovremmo essere dei
un per l'altro
così da abbattere definitivamente

i vincoli di un sistema
che ci relega in ordine di schiavi,
costretti e ammutoliti

per necessità di fatto,

ci vuole un gran coraggio
a vivere la vita da uomo vero
più facile redimersi che giocare il proprio ruolo,

sarà  difficile che ciò avvenga
ma non impossibile
in fondo siam tutti figli dello stesso sperma.



giùciaravolo


sabato 21 novembre 2015

Corollario del senso

Guasta la festa
col gusto di farsa,
non deficere nell'abbundantia
nè abbundare in deficentia,
i gatti neri sono tali
perchè è ignoto il color che assorbe,
come ignoto è l'esito
nel lancio dei dadi,
quel che è celato è palese
ciò che palesemente
diamo per scontato
cela risvolti ignoti,
un vuoto immenso
colma questo infinito desiderio di appartenenza,
un individuo solo
in compagnia dell'universo in toto,
tiepidi calori umani
accendono speranze nei cuori solitari
il tempo non cancella
la scia luminosa che tracciamo
nell'attraversarlo.
l'esterno e l'interno sono indeterminati
nessuno può raggiungere il confine
perchè non c'è confine
nell'indeterminato,
e noi spesso illusi
crediamo di raggiungere qualcosa
scoprendo poco dopo
di essere ancora al punto di partenza,
che non è mai il medesimo
perchè s'appresta
a dare spazio
ad un nuovo buco nero
che l'assorbe.
Da questo scaturisce
nuova idea
che presto s'appresta a diventare forma
e poi materia si trasforma come in gioco.
Giuciaravolo

domenica 15 novembre 2015

La retorica del giorno dopo

Non me ne vogliate amici miei,
se questa specie di involucro
cosidetta anima
si spinge oltre

la lunghezza di Planck,
comprendo il disgusto pilotato
e sono affranto dal dolore
e dallo sgorgar del sangue ignaro.

Non esiste alcuna ragione per vivere
e per morire basta poco,
tra martiri e carnefici
la differenza è poco,

quel che mi disgusta
sono i mandanti
seduti nei loro pati del potere
nascosti a tutti fingendo il dispiacere

o il godere secondo i propri compiti,
si muore ogni giorno
per mano di qualcuno
siano essi piromani o banche

o farabutti disperati in cerca di qualcosa,
non mi convnce la politica dei benpensanti
che per fare guerra
pilotano le menti ad attuarla,

quando si muore in questo modo
è solo perchè così ha deciso il fato,
si muore ogni giorno,
d'inedia di fatiche di alcolismo e cupidigia,

quel che fummo ieri
non sarà domani
le lacrime sono gocce dalla breve vita
intanto si bombarda fuori dal cortile,

così lontano che l'eco non si distingue,
chiunque  giudice a casa propria
il dolore quando non ci appartiene
a noi poco importa,

questa specie di coscienza indotta
 è sintomo di maniolazione
non certo ragione e presa di coscienza
secondo la quale

ciascuno prende la propria posizione.



giùciaravolo

sabato 7 novembre 2015

Opzione?No grazie!

Sputo nel gorgo
di quest'immenso letamaio
la mia ennesima amnesia
coatta, pigra ed insolente,

rigurgito le idee
come fossero
caramelle avvelenate,
non me ne vogliate

se di tanto in tanto
includo in questo delirio
la vostra suscettibilità.
Sono nato stanco,

e mi stancano le ovvietà,
non sono un barbaro,
le leggi sono un cappio al collo
per chi decide la libertà.

Lo stato e il potere che lo sostiene
procurano la peggiore morte in vita
travestendo quella felicità a gettoni
come un' eutanasia a dosi micidiali,

nessuno se ne accorge
si tira avanti come le bestie
lo scopo è arrivare al domani
che nei benpensanti esiste sempre,

fanculo il domani,
fanculo lo stato
fanculo il potere
fanculo il danaro

io amo l'oggi
e non m'aspetto molto dal domani
che intanto non esiste,
permettetemi di insistere

la vita non è  un gioco
non si vince e ne si perde
siam tutti destinati alla fine
per capriccio degli eventi,

ma quale legge d'attrazione?
quale causa?
quale spiegazione?
Riempendoci le braghe di futili nozioni

guardiamo avanti come i muli
senza tener presente
che la vita scivola ogni giorno
e questo è proprio da coglioni.

il mio usignolo dell'allegria
ha ucciso il passero della melanconia,
uno per uno
finquando non resterà più nessuno,

il cosmo è ricco d'incertezze
molti invece sono ricchi di certezze
che non esistono da nessuna parte
tranne che nella propria convinzione,

ogni desiderio anela ad essere soddisfatto
questa mania di riempirsi come un vaso vuoto
è vomitevole oltre che oltraggioso,
in questo ambito

si creano conflitti
e si fanno sacrifici
al dio demente
dell'uomo prepotente,

bisogna aver coraggio
per Diana!
l'anima non ammette alcun pedaggio,
nessuno può intercedere per l'altro,

ciascuno cresce
per propria forza
e da se stesso sceglie
in quale inferno vivere,

converrebbe sputare tutto fuori
in modo da cambiare gli eventi
senza pretendere di aver raggiunto qualcosa.
la vita è una  deliziosa condanna,

in cui l'unica redenzione
è amare senza pretendere
un domani.



giùciaravolo





mercoledì 4 novembre 2015

Mercanti e Farisei

Le rune di Zorah
non mentono mai,
in ogni ambito
le tenebre anelano a celar la luce,

in questo modo
mercanti e Farisei
giocano a dado
sulla gobba del perdente

tenendo per se stessi
la magra soddisfazione
per avercela fatta
a suon di calci e pugni,

col timore di finire
quanto prima
col culo er terra;
povera gente, malata di paura ed oscurità.

vi compiango
nonostante tante avversità,
ritengo necessaria un'azione in senso verticale,
così da far luce nel  vostro cupo buio,

questo scambia la felicità
con l'amor proprio,
siam sassi scagliati nello spazio,
ciascuno con la medesima radice,

perfino il gufo e la pernice
sono parenti alla lontana,
l'attimo non sfugge a chi sereno
vive e gode

amando senza condizioni.


Giùciaravolo

 

lunedì 2 novembre 2015

Adorabile Bernarda

Presto che è tardi
mancano due minuti
a meno un quarto
l'orologio lento corre disperato

perchè ripete a tondo
l'ennesimo giro
senza arrivare mai al dunque
alla fermata solo tre passanti,

cupi e grigi come questo novembre
strano, in giro non vedo bici,
il pettirosso corteggia
la moglie dell'allocco,

il serpente fa una ricca scorta
di mele cotogne
lo sparviero tace per la fame
nell'attesa gioca a mosca cieca

con la foglia di un acero penzolante,
mi piace quel tuo sguardo
che vuol sembrare indifferente
dai vetri lucidi dei tuoi occhiali

splendono quei  meravigliosi smeraldi luccicanti,
quel sorriso che ti ho strappato
con una banale battuta fuori luogo
ti ha tradita, rendendomi un ebete ignorante,

lo so che non è buona educazione
cercare di avere approccio
quando si è  costretti per necessità di viaggio
essere così vicini e sconosciuti,

so anche di essere troppo vecchio
per illudermi ancora
con la disperata speranza
di ritornare verde come una volta,

non m'importa,
quel che sento,
io lo vivo , attimo per attimo
amo e forse per questo sono odiato,


per me è sempre la prima volta
e non sarà l'ultima,
l'ho giurato al fato
che ogni giorno ruba linfa

a questo corpo malandato,

quel che resta
è il sogno disperato
di uno che vola come Icaro
sbattendo la testa contro il sole,

comunque vada, almeno avrò tentato
meglio un viaggio temerario e immaginario
che un concreto e apatico
rapporto congelato

gli anni e gli affanni
hanno spento il fuoco
che per natura anela a crescere
e giammai muore.




Giùciaravolo


domenica 25 ottobre 2015

Un solo bacio per dirsi addio

Sarà capitato anche a voi
avere un incontro ad una festa
quando la gente  è distratta
e si può finalmente far ciò che si vuole,

ero intento a versarmi
un copioso calice di bourbon
quando vedo uscir dalla penombra
una bella figura di donna,

la guardo e le sorrido,
lei s'avvicina
prende il mio calice
e manda giù in un sorso

a cui segue«Limoniamo?»
Annuisco senza dire nulla
intanto mi verso da bere per la seconda volta
questa volta il calice è mio.

un'aria strana
s'impadronisce delle mie narici
un lezzo violento e virulento
penetra nelle parti più nascoste del mio olfatto,

mando giù di botto
quella bevanda acida
e m'accingo al mio dovere
quando m'accorgo l'origine del male oscuro,

costei molto carina
soffriva d'alitosi
povere le mie narici
la lingua s'apprestava ad abdicare

nelle profondità della laringe,
ormai era tardi per ripiegare
un tuffo nell'immensità del tanfo
nel contempo le mie mani

trovavano riparo
la dove non batte il sole,
un vortice di sensi inspiegabile
accompagnato da quel tremendo tanfo

diventato familiare
per ragione di necessità di fatto,
l'amplesso durò parecchio tempo
e ad ogni bacio richiesto

mandavo giù un altro calice pieno
come un condannato a morte
a cui non si nega nè il cordiale
e nè la sigaretta.

ad ogni bacio maledetto
ricambiavo con le mani e tutto il resto.
Fortunatamente fu solo un'avventura
anche se l'amore è cieco

l'olfatto ha le sue ragioni per inorridire,
quel tanfo mi rimase in testa per parecchio
quando m'avvicino ad un bidone
sembra che profumi

come un fiore.


Giùciaravolo





mercoledì 21 ottobre 2015

Brezza amara

Quest'anno la tramontana
è arrivata giù
da una direzione insolita
profumando l'aria d'incenso e alloro,

dopo la domenica
viene quasi sempre il lunedì
così l'immaginava
l'amico andato,

un soffio di leggera allegria
stemprava il freddo pungente,
nella propria solitudine
ciascuno fa i suoi conti

l'oste finge d'essere assente
perché vuole presentarti il conto
solo a fine atto
quando cala il sipario,

quando tutti vanno a casa
certi di risorgere il giorno dopo,
per raccontarsi ancora cose
che si perdono nella memoria,

il repertorio è sempre uguale
una smorfia di sorriso
per nascondere le lacrime,
una battuta ad effetto per svelare qualche cosa,

ciascuno nel suo letto
ritorna nel proprio stato d'incoscienza,
forse questa è l'unica certezza,
o forse no,

di questo senso unico alternato della vita
c'è solo d'aspettarsi la calata di sipario
per dire addio agli amici
per avviarsi verso il crematorio,

le insidie ed i pettegolezzi
vengono cremati insieme al feretro
i compassionevoli d'occasione
ripetono a memoria le solite  patetiche litanie,

disgustose malelingue
schiave del proprio tormento
si fermano per qualche secondo
riprendendo appena dopo con più veemenza,

anche un funerale
è una commedia
in cui il protagonista
può ritenersi effettivamente assente.

l'angelo custode ha abdicato
in favore della morte
forse stanco o troppo impegnato
per rovinar la vita ad un nuovo arrivato,

in questa brezza amara
dal color violetto
si scioglie il volto dei dimenticati in vita,
il gufo e la civetta dormono questa notte.

vogliono scongiurare la paura
di finire come il tale,
abbracciati aspettano il nuovo giorno
nell'attesa che faccia buio presto

per  continuare a cacciare come sempre.

Giùciaravolo





giovedì 8 ottobre 2015

Cordialità

Ancor gioisco
nel trovar soccorso
quando non ne cerco,
perchè della sfortuna

che mi viene addosso
ne faccio un sacco a pelo
e lo arrotolo e lo stendo a modo mio,

a dar soccorso
alla mia persona
si fecero avanti in quattro
per aiutarmi in due,

probabilmente l'eco dell'antica usanza
di aiutare il samaritano
ha radici assai profonde,

non mi dispiace,
ma i problemi sono fattori umani
e ciascuno lava le sue rogne

col proprio sangue.


Giùciaravolo

lunedì 5 ottobre 2015

L'ultima cicala

Il sordo stillar
della fontana
sotto l'arco antico
del portone di mia nonna,

accompagna il dolce canto
dell'ultima cicala,
che seguita a modular
le infinite note della gaiezza d'amor,

impavida all'arrivo dell'inverno
presto cesserà il suo canto
addormentandosi col dolce profumo
della tardiva zagara di bergamotto.


Giùciaravolo

domenica 4 ottobre 2015

Un attimo di riflessione

Non aspettar che giunga notte
per dire "ormai è tardi"
non aspettarti molto dal prossimo
quando sai benissimo

che solamente tu puoi
darti quello di cui hai bisogno.
Certo è vero negli altri siamo immersi
quando amiamo

e non ci accorgiamo
delle differenze
perché queste non hanno importanza
se siamo noi a perceprine la consistenza,

vorrei essere la primavera
nel tuo corpo mia amata
per far fiorire tutto
in un momento,

non m'importa se tutto questo ha senso
non m'aspetto che tu mi dia il consenso
io t'amo così follemente
che forse nemmeno te ne accorgi

ma stai ben certa che
non è tempo perso
meglio dare il cento
che metà di un quarto per un complimento.

Giciaravolo





giovedì 1 ottobre 2015

Questione di questua

Che il mondo e i suoi abitanti
sia un luogo strano
e in incostante cambiamento
è cosa risaputa,
ma dell'ingegno
e di fortuna
a ciascuno
il proprio pegno.
Tano e Mustafà
trascorrevano felici le giornate
all'ombra dei vuoti scolati puntualmente
senza più tener la conta.
a differenza d'altri
che al godere
preferiscono la corsa
come sarde col pepe in coda.
Per viver tra le braccia di Dioniso
tutte le ventiquattrore,
è impresa da titani,
ancora più difficile è iI danaro senza lavorare,
i soldi nei vizi
fungono da biglietti di partecipazione,
non è importante averne troppi
tutto è in funzione dei premi in promozione,
a questi basta una boccia
ogni volta che vien sete
e la sete abbonda
quando il vino passa dallo stomaco alle vene,
mendicavano senz'aver successo
chiunque disgustato
non avrebbe dato un obolo
per due conciati in questo modo,
la gente ama fare l'elemosina
non ai vagabondi alticci
ma a chi con estrema umiliazione
si prostra con mano monca seduto sul cartone.
Spesso questo funziona
e fa sentire meglio
chi in cuor suo crede di far la buona azione
ignaro d'esser preso per i fondelli,
Una patetica pratica di adulazione.
Qualcuno si prostra così in basso
da mettere in evidenza solo il cartone
da cui emerge la scritta a penna
"Aiutatemi! Desidero fare l'accattone.
I due bislacchi per non cader più in basso
pensarono di adottar un cane
per far presa sui passanti
con maggiore compassione,
il cane fu rapito notte tempo da un canile
era tutto bianco
e anche troppo pulito
lo imbrattarono in ogni parte
con sputi grasso e melma
per rendere la scena più credibile
gli coprirono un'occhio con una benda.
Fu così che i soldi iniziarono
a scivolare nella ciotolina
come pedaggio per una nuova berlina
moderna e assai interessante,
una signora mossa da animo nobile
e per amor dell'animale,
prese dalla borsa un bigliettone
facendolo scivolare lentamente
ordinò così a quei due
"Portatelo subito a lavare!"
è cosa indecente portare in giro così
quel povero animale.
Il cane non fu lavato,
come rinunciare al facile guadagno
se lo scopo anela al bere
e non a fare il questuante per i cani,
l'effetto fu sproporzionato
le bigotte fecero ricorso
chiedendo aiuto al curato
per aiutare il cane vagabondo e i suoi aguzzini,
in questo modo il cappellano
adottò tutto l'insieme
offrendo vitto e alloggio
ai due approfittatori e alla bestiola
in cambio di qualche lavoretto
svolto in chiesa dopo la funzione,
lontano dagli sguardi dei fedeli attenti
la religione è per l'elitè non per i vagabondi,
Tano e Mustafà non si smentirono
tra un lavoretto sottopagato
scoprirono il forziere del sovrano in tonaca
composto da diverse taniche
contenente quell'ottimo vino
che nella funzione è necessario
quasi quanto le oblazioni
che in questo caso sono legalizzate,
nel giro di qualche clessidra
e per diversi giorni
il devoto frate nel tirar la tanica
per far rifornimento,
fece per fare forza
credendo nel peso del contenitore pieno,
tirando forte come al solito
s'accorse che questo era quasi tutto vuoto.
il numero totale delle taniche era di sei
ne rimase così poco
da ungere appena il dito
e fare il segno della croce.
Apriti cielo!Bere il sangue del divino
è sacrilegio.
I due bontemponi furono sbattuti subito fuori
anche se era pieno inverno.
Qualche volta li vedo ancora in giro
sempre col loro sorriso smorto
affacciato ai pochi denti ancora vivi
s'inventano nuove cose,
uno fa il mago,
indovinando il futuro degli allocchi di passaggio
l'altro tiene in mano una figura a croce
e regala i numeri per il bancolotto,
le cose vanno bene e vanno male
nel bere non c'è nè estate ne inverno
i passanti sono polli da spennare
e le tasse e il governo
Che vadano tutti a cagare!


Giùciaravolo

mercoledì 30 settembre 2015

X.X.X xenofobi, xenofili e xenofanti

Ciò che noi non siamo
si chiama Xeno
ciascuno di noi è Xeno con l'altro
altri ancora sono più Xeni di tutti,

tutti appartengono
allo stesso movimento
il M.E.R.D.A.X
movimento europeo rivoluzionario
di azione xenofoba, o xenofila o xenofante,

per sillogismo
ciascun gruppo comprende l'altro
nel movimento
pur distinguendosi per azioni.

Tutti convergono
nell'acronimo XXX
che significa anche altra cosa.
Sono certo che sapete di che si tratta.

Non sprecherò tempo utile
per fare paragoni inutili e retorici
tra le categorie
nè punterò l'indice etico contro nessuno,

semplicemente
mi metterò ad osservare
come al solito
per ridere e piangere,

dal gusto di veder miriadi di mescolanze
e dal disgusto di veder troppe miserie
ancora così presenti
nell'umana specie.

Sono certo che comprenderete
forse il mio stato d'animo
saper di appartenere allo merdax
e fare la guerra allo stesso.

Assurdo paradosso
viver l'esistenza
in codeste categorie
preferisco far l'uccell di bosco,

piuttosto che cadere
vittima di certe parodie,
mi trasformerò in un cuculo
per cantare libero e corrente,

e quell'indice di cui parlavo prima
lo infilerò nell'orifizio
di tutte le categorie,
in barba alle follie

che son di tutti noi.


Giùciaravolo

sabato 26 settembre 2015

Ditelo con i piedi

Gli antagonismi
mi fanno ridere di gusto
lo so che non è vero
e nemmeno giusto,

ma ridere m'aiuta
a non provar disgusto.
L'umana gente all'ombra
delle proprie idee

afferma, giudica e confronta
come se fosse
necessaria quella proprietà
di esprimere il proprio parere,

su tutto e ad ogni costo.
Ciascuno armato
delle proprie membra
fatte di materia acido-gassosa,

da forza al proprio eloquio
e a forza di eloquiare
si perde il contatto
con la propria misera condizione,

stabilendo una linea netta di differenze
tra lui e l'altro
che incalza con opinione sua.
Siamo noi ad avere delle opinioni

o sono queste a possedere noi?
Sono dell'idea che in ogni povero cristo
spinto dalla tremenda paura di non appartenere
alla cerchia dei pensanti,

si farebbe in quattro
per cantargliene due,
una serie di numeri infiniti
per infinite parodie.

Questo cicaleccio s'accompagna
alla monotonia del cinguettìo quotidiano,
la monotonia delle serate
frigge nel torbido olio della retorica,

Qualcuno afferma«Ma di cosa stiamo parlando?»
Come  fosse l'intercalare
più in voga del momento.
L'altro «È tutta  una questione di sinergia.»

Rispondendo a tono.
In questo modo
essi credono di comunicare
ma realmente ripetono un verso

imparato chissà dove
e chissà quando
ma quello che più mi inquieta
è chissà il perchè.


Giuciaravolo


lunedì 21 settembre 2015

Sogno di mezzo autunno

Ho visto il suo sguardo
attraverso gli occhi tuoi,  figlio mio!
In un lampo son tornato indietro
ai momenti in cui non eri nato,

Tua madre mi guardava
con la medesima espressione
un ripetersi nel tempo
dell'emozione dell'incontro con l'amata.

Forse è solo l'impressione
di un vecchio malato di nostalgia
che vuol rivivere il suo sogno
attraverso quello che non sarà mai il  suo.

Lasciamo perdere  le dietrologie,
un impressione è un fatto personale,
ciò che immaginiamo appartiene
solo alla nostra visione.

Non si può discutere del sentire con gli altri
perchè il sentire è per chi sente
e chi sente è sempre solo e desolato
e quasimai riesce  a  trasmettere qualcosa,

l'emozione è  nel momento.

Non sono padre e nè figlio di nessuno
perchè ciascuno di noi sceglie
la sua strada,
senza tener conto delle complicanze,

Fui libero e sono libero adesso,
poter sbagliare
è mio massimo godimento,
adoro essere nell'errore

piuttosto che vivere
una vita  non mia
e colma di orrore e di errori
giudicati dagli altri a tal guisa
.
Sbagliando non s'impara nulla,
si ripetono le cose
ma mai allo stesso modo,
gli umori e le stagioni

cambiano nel tempo.

La mia anima muore ogni giorno,
per risorgere in un istante
senza aver bisogno di qualche altissimo,
perchè io sono l'alto e il basso

della mia esistenza

semmai esisto.



Giùciaravolo



sabato 19 settembre 2015

Un invito a cena

Diceva bene il buon Pascal
ad affermare :
“Tutta l'infelicità dell'uomo
deriva dalla sua incapacità

di starsene da solo in una stanza.”

Beato lui che ci credeva!
Oggi anche da solo in una stanza
sei collegato col mondo
e puoi essere infelice o felice,

ciò non conta,

perché son cambiati
i sistema di misura
del viver quotidiano,
il comunicare non ha bisogno di censura,

i moralisti mi hanno sempre infastidito,
perchè la libertà non è un dono
ma una certezza,
che si condivide con coraggio,

non ha senso starsene da soli
ha coltivare il proprio miraggio,
quando il mondo freme
per essere fecondato da una nuova intuizione.

Attraverso le parole
anche i santi mentono
bisogna comprendere per capire il senso
e non accettare tutto come oro colato.

Lo stesso Blaise inventava
con uno scopo che guardava all'orizzonte
un uomo nuovo nasceva
per uno vecchio ed errebondo.

Fui invitato a cena
per far conversazione
su argomenti di vario genere
avendo a disposizione un buon bagaglio,

di contraddizioni,
queste sono la regola
per buona parte dei benpensanti,
esposi con carattere

una mia idea,
nuova, diversa, sulla storia
e su certe palese informazioni
tramandate come sacra religione.

Apriti cielo!L'indignazione prese il sopravvento
alcuni dei convitati presero posizione
altri in silenzio attendevano
come al teatro la fine dell'evento,

patetico ed inutile voto
alla serata amena trascorsa così particolare,
essendo la maggior parte
forniti di nozioni senza vero fondo,

fu facile mettere in ridicolo
alcune loro affermazioni
sostendo che le stesse fossero
troppo misere , pretenziose e certamente false.

Non partecipai a questo gioco come un pollo
per veder confermata qualche mia congettuara,
m'accorsi presto che si trattava
di una certa chiacchiera diffusa nell'ambiente,

per provare la mia presunta congettura,
e per giungere finalmente
a giudicarmi fallibile e ipocrita
come un ciarlatano.

Non professo alcuna fede
nè m'immagino d'insegnar qualcosa
rispondo delle mie immagini
come sono unica cosa.

Un giudizio già partorito
da quelle coscienze morte
che vivono sulle propria ossa
trafitte dal raggio di luce del nuovo.

Alcune facce diventarono storte
come in una smorfia di rabbiosa ipocrisia
altre mansuete cercavano ragione
nel proprio nido rotto

argomentai puntualmente,
perché è mia abitutidine
fare in questo modo
non mi arrampico alludendo a citazioni

per dar sostegno retorico alle mie azioni,

nel mio piccolo sono solo mio
ma non accetto lezioni
da asini incoscienti
che vivono col fumo delle proprie convinzioni,

colpa di una scuola che insegna
solo a prendere meriti
per accedere ai nuovi corsi
instupididendo il giovane a fare solo quello,

un pappagallare di mnemoniche informazioni
senza alcun collegamento
tranne che per superar gli esami
ed avere votazione.

Uno studio in questo modo
è un aborto perchè costringe la mente
a negare se stessa e la sua funzione
che è l'interagire con l'immaginazione,

Finita la serata
sotto lo sguardo cupo dei conviviali
salutai affettuosamente gli invitati
sapendo di finir nel gruppo degli indesiderati,

troppo impertinente,
molto comunicativo
forse troppo
disgustosamente sagace,

Non ci restai male
in fondo la stupidità mi diverte
e so di non esserne immune,
farò come il buon Pascal

scriverò da solo
tenendo la finestra aperta sul mondo
senza aspettar nessun riscontro
o qualcuno per non essere invitato ancora.

Giùciaravolo






giovedì 17 settembre 2015

Canto XII IL TERRESTRE

Un'emozione sale,
un'altra scema
nel buio di questo immenso sonno
io m'immergo contando i giorni,

non per rimpiangere
nè per presentare il conto a qualcuno
mi piace veder sparire nella nebbia
immagini  in successione

sempre più piccole
fino a diventar invisibili
del mio essere stato attraversato
dalla voragine dei pensieri quotidiani,

ho messo da parte
un bel salvadanaio
colmo di delusioni
ed eccitazioni momentanee,

il gusto segue
la mia materia stanca
che s'avvia al tramonto
segnato laggiù da qualche parte,

le umide falde
della malinconia
mi fanno sprofondare
verso gli infiniti e inconcepibili abissi,

non vi è un limite
potrei procedere all'infinito in quella direzione,
ma giunge come un raggio penetrante
un nuovo e delirante vettore d'emozione,

che velocemente
mi riporta ad alta quota
per esplorare l'infinito oltre il visibile.
Icaro  vola. Questo è il mio nome,

per poi precipitare in basso
e planare nel silenzioso cimitero
delle mie ore grigie
senza nè volere e nè volare,

resto un pò a bocca asciutta,
come quando si ha sete
trattenendosi dal bere
per aver ancora più sete,

varie figure si scompongono
nel quotidiano vociferarsi
ululati solitari destinati
a viaggiare in eterno

senza incontrare mai un orecchio che li ascolti.
Non importa avere una direzione
ostinata e contraria
come cantava il buon Faber

perchè non si va mai da nessuna parte,
purtroppo si resta,
per restare ancora chissà per quanto
senza muoversi di un passo,

tutto cio che ci attraversa
ci fa sembrare il movimento naturale,
in realtà stiamo solo sognando
e senza saperlo continuiamo ad ingannarci,

ho pensato bene a scrivere questi dodici canti
per far luce forse
su certe dimenticanze di noi tutti distratti,
che tra il dire e il fare

e da un giorno all'altro
cambiamo repertorio
per cercare di esistere ancora
sul palcoscenico di questo gran manicomio.

Non esiste una morale
uguale per tutti,
ciascuno soffre per i propri limiti
e questo non aiuta a diventare intelligenti,

i sentimenti sono ingannatori
come la ragione,
la coscienza,
la fede,

l'amor proprio e l'amor improprio,
un ventaglio sventola lentamente,
s'è fatto tardi
bisogna che io vada.



Giùciaravolo

lunedì 14 settembre 2015

Canto XI IL TERRESTRE

Lascia stare
e se proprio non ne puoi fare a meno,
lascia perdere
è nel perdere la vera vittoria.
se non vuoi che la tua vita
sia l'inferno della tua anima
lasciati andare
senza meta e ne direzione,
potrai pensare mille e mille cose
credendo di essere fermo nel tempo
al tuo naturale lasciarti perdere
imponi fantastiche e patetiche illusioni,
lascia scorrere il sangue nelle vene
non rabbrividire all'idea
di un domani che non esiste
e che forse non esisterà mai,
godi per quanto ti è possibile
e fai godere senza entrare
nel gioco delle parti,
il godere accomuna ciechi e sordi,
vecchi e giovani
zelanti e fannulloni
caste e traviate
possidenti e nullatenenti,
le differenze sono aberrazione
pensare di farla franca
nella melma umana
quando ci sei fino al collo,
ti tocca far lo sforzo di esagerare
per superare il limite del tuo personale bozzo
e invadere la natura tutta
col tuo slancio emotivo alla frutta,
osserva il tuo copro e compiaciti
non importa se sei brutto piccolo o storpio
compiaciti
perchè stai già cambiando forma
Lascia stare
e se proprio non puoi farne a meno,
lascia perdere,
è nel perdere la vera vittoria.
di quel che resterà cosa t'importa
vivi e consuma ogni tua risorsa,
la natura non è avara
e tu non essere avido di natura,
non sperare in un giorno che verrà
prendi la tua anima a calci
e falla uscire fuori dalle arterie
cosa puoi mai temere?
Ogni giorno sei morto e vivo
anche se non te ne accorgi
lasciati perdere
per goder senza rimpianti.



Giùciaravolo

domenica 13 settembre 2015

Canto X IL TERRESTRE

Le dimensioni non contano
così dicono i benpensanti,
invece contano eccome.
Più si estendono

è più s'avvicina quella strana possibilità
del succedere nel succedersi.
Noi pensiamo di possedere il corpo
dimenticando che siamo il corpo,

purtroppo a causa
dei banalissimi condizionamenti
ereditati dal contesto
giudichiamo noi stessi troppo e male.

Le verità sono sempre
tenute all'ombra,
perchè è disdicevole
parlare di come veramente siamo.

Incatenati ad un essere
che è solo una maschera riconoscibile
tra le tantissime ignote.
Un vestito su misura per ognuno.

Nella misura c'è contraddizione
perchè pur limitandosi
la natura giammai  ama misurarsi.
È così che vengono fuori i mostri dell'interiore.

L'osceno prende il posto
della metafisica del piacere,
facendo scivolare il mascherato
in ridicole e patetiche scenette del godimento.

Poche donne sanno che cosa è il godere
e gli uomini altrettanto,
il nascondersi è diventato un modo per agire
nel silenzio delle proprie perversioni.

La causa di questo ridicolo dramma
è la religione e la morale stanca,
queste pretendono d'aver ragione
quand'invece hanno torto.

L'uomo non è una macchina da riproduzione.

Il piacere governa l'universo,
senza  gusto
non esiste alcun piacere,
ciascuno  quando copula

non ha bisogno di credere.

Perchè nell'amplesso
si aprono i cancelli del trasporto,
corsie preferenziali per sognatori ad occhi aperti
un tunnel di umori e suoni

dal retrogusto celestiale.

Aveva ragione il divin de Sade
ad esplorare gli infiniti mondi
del piacere e del dolore
praticando il libertinaggio come religione.

L'uomo è ignoto a se stesso
attraverso il proprio pensiero, crede.
Nel credere aliena ogni giorno
il proprio essere nel godimento.

In funzione di un oltre
che non ha ragione d'esistere.
I più fanatici sono quelli con le maschere colorate
le cambiano secondo le occasioni,

confondendo l'agire con l'atto.
Siamo mente e corpo
in unica forma
che attraverso il godere

mai muore.



Giùciaravolo

sabato 12 settembre 2015

Una serata fuori portata


Erano circa le sei meno un quarto.Sandro uscito dalla doccia fredda si preparava ad uscire come al solito.La moglie Graziella leggeva tranquillamente il suo romanzo preferito.
Sandro«Amore esco vado a fare la solita partitina di poker con Tanzio e karl, siamo da Paolo.Farò un po tardi non mi aspettare come al solito.»
Graziella«Vai amore e divertiti.Mi raccomando non perdere come al solito.»
Sandro«Non sono mica un pollo?»Guardando la moglie con severità.
Graziella«Sarà, ma proprio in queste occasioni si perdono tanti soldi con la prospettiva di guadagnarci.»
Sandro«Adoro la tua saggezza.»Baciandola sulla fronte
A qualche isolato di distanza l'attendeva Paola l'amica del cuore, vera amazzone del sesso, una vera esperta in materia di trasgressione oltre che insaziabile donna dalle mille voglie,la classica amante che molti mariti immaginano di avere almeno per una notte.I due si abbracciano intensamente come due fidanzatini alle prime armi, una patetica scena che si ripeteva ogni martedì sera,e quello non era il primo e nemmeno l'ultimo.Insieme giravano per la città in cerca di emozioni,il sesso era scontato ma l'esperta Paola inventava sempre qualche nuova variante per dare un senso e un sapore diverso ai propri amplessi.Dopo aver girato in largo e lungo tutta la città ripetendo lo stesso percorso più volte s'infilarono in una discoteca.Karl li attendeva per bere qualcosa insieme e poi andare via per conto suo con la sua ragazza di giochi.Quest'ultimo aveva una vera e propria mania del tradimento.Ogni tre settimane cambiava partner perchè riteneva che alla terza settimana le amanti pretendevano di far le mogli, e lui certamente non cercava un' altra moglie.Strizzò l'occhio al vecchio compagno di merenda come per intendersi sull'alibi da dover raccontare alle povere cornute.Paola dimostrava una certa insoddisfazione aveva voglia di fare un bagno trasgressivo e quel locale era per lei troppo squallido e banale.
Paola«Che palle andiamo?»
Sandro«Dove?A casa tua?...non vedo l'ora.»
Paola«No bello .Stasera si cambia menù..ti porto io..è una sorpresa.»
Guidava lei e ad un certo punto invito il suo compagno a coprirsi con un sacchetto nero di stoffa.« Ci siamo quasi ti chiedo di pazientare ancora un po.Vedrai sarà una sorpresa meravigliosa.»Sandro annuì facendo un breve mugolìo.Giunsero all'interno di un parco di un' antica villa nobiliare con giardini rigogliosi e lanterne antiche che indicavano il percorso.Una volta entrati furono invitati ad indossare alcune maschere e a prendere un certo numero d un'urna.Iniziò la lotteria a Paola capitò il 37 e per le regole del gioco doveva accoppiarsi col 73 .Sandro invece prese il 34 e doveva aspettarsi il 43.Dopo una ventina di minuti furono fomate le coppie a Paola capitò una donna, per lei non faceva alcuna differenza, l'eccittava l'idea che fosse una sconosciuta.Sandro fu invece più fortunato le capitò una bella donna dalla corporatura perfetta.Iniziarono le danze i corridoi furono invasi da mugolii di vario genere sembrava una foresta di animali in preda al delirio.Sandro con grande delicatezza amò quella donna senza chiederle il nome.Fù sorpreso dal non sentirla mugolare come le altre,chiedendole più volte se aveva delle preferenze prticolari.Lei annuiva a tutto.Sandro pensò che fosse sordomuta.Una gran bella sordomuta.In quel momento balenò nella sua mente una certa malinconia, pensava alla povera Graziella da sola in casa a leggere, stava per commuoversi ma l'eccitazione superava la vergogna.Dopo una buona oretta tutti si ritrovarono al piano di sotto .Tutti mascherati sembrava un carnevale fuori stagione.Paola e Sandro Presero la macchina scomparendo nel buio della strada di campagna.Dopo un paio d'ore arrivò finalmente a casa aprì la porta lievemente per non svegliare la dolce e ignara Graziella.Senza far rumore si versò qualcosa da bere e mentre sceglieva la bevanda vide in lontananza non tanto ben nascosta una maschera simile a quella che aveva indossato lui qualche ora prima.In quel momento capiva di essere stato un cornuto e chissà da quando.Bevve quel liquore dolciastro e andò a dormire sul divano
FINE
Giùciaravolo

venerdì 11 settembre 2015

Canto IX IL TERRESTRE

Uno spazio infinito
resta infinito,
finchè non incontra
un altro spazio infinito,

il collidersi è dramma

nessuna forma può prevalere
nel caos cosmico
delle raccapriccianti vite,
vite intrise di un ognitutto

che è più simile ad un gomitolo

senza nè capo e nè coda
un groviglio di fili sottilissimi
privi di senso
ed elastici all'adeguamento,

la schiavitù tiene le basi alla padrona.

vivere è come essere ostaggi
illusi malati di fantasia
immaginano patetiche scene
di melodrammi a lieto fine,

meglio non pensare al negativo,

bisogna ingerire tutto
e far finta di stare bene
l'ottimismo è una speranza
per il quieto vivere,

beata solitudine che ti perdi dietro al nulla,

giudicata come il peggior dei crimini
nessuna t'ha capita
perchè tutto è governato dalla paura,
la paura di ammettere a se stessi

di essere già morti quando ancora vivi.

Tutto sembra seguire un punto e a capo
come i capitoli di un libro
che idiozia immaginarsi in un racconto
e poi fantasticare con il proprio io,

meglio uno o nessuno che centomila.

Giasone nel suo patetico trionfo
ha tentato più volte di sfiorar
il culo di Afrodite
è stato eroe ma senza pive,

forse anche buona parte delle persone sono così,

eroi in viaggio
dalle imprese piatte e folli
l'importante è vincere
per non morire

ogni giorno di Afroditite.

Un tanfo putrido
attraversa l'etere in certi discorsi
anime puzzolenti
infestano a tutto tondo il mondo

con argomenti che fan ridere i polli,

i poeti poi, sono i più pietosi
articolano le lingue
come fossero anaconde
per tirar fuori ancor più tanfo,

profumandolo con  spruzzate d'amore liofilizzato,

Quando fa schifo questo mondo
maledico il giorno
in cui m'han fatto nascere
in questo letamaio immondo,

fortunatamente mi accompagna la saggia Sophia

che non scrive e nè legge
non impera e ne comanda
permea e proietta
rinnovando tutta se stessa,

simile al sole in primavera.

è dolce asciugar le lacrime da coccodrillo
all'accecante chiarore delle cose
un infinito nell'infinito
per perdersi definitivamente

e restare finalmente solo.


Giùciaravolo




mercoledì 9 settembre 2015

Canto VIII IL TERRESTRE

Scrivere non è mai un gioco,
farlo per essere letti
è un trastullìo per adolescenti
non si confezionano sentimenti

come fossero patatine fritte,

scrivo, dunque per esser letto?
a chi giova questo lavorìo?
forse attraverso questo vivo?
nulla di tutto questo?

perché detergo il mio io nell'immenso oblio?

cosa si cerca veramente?
perchè si cerca?
che cos'è il cercare?
un stare intorno a qualcosa per definirla?

la truffa delle lettere ha i minuti contati.

il buon Demodoco nel vibrar la cetra
si proiettò pur essendo cieco
all'esterno delle mura stanche
della antica città di Troia

facendo piangere il valoroso Ulisse

con un racconto in un racconto,
la magia della letteratura
non ha pari se accompagnata
dalla fonè di un cantore

che suona la cetra e non vede

come il narratore che racconta.
un ripetersi attraverso nuove ed epiche emozioni
forse tutto si riduce
in un'iniezione dall'effetto a breve termine.

un tormento in breve apnea

per un altro tormento in arrivo.
se si arriverà mai alla fine
sarà un altro patetico tormento.
a questo ci abituarono a sentire

dai banchi sterili della scuola dell'obbligo.

pilotare i sentimenti
è mentire due volte
purtroppo l'uomo è sempre pronto
a farsi fecondare dal racconto.

tuttavia una possibilità esiste.

per ciascuno di noi
ogni immagine è rivelatrice
di quell'universo singolare e particolare
che è il nostro immaginare.

provate ad immaginare.

provate è sarete probi.

giùciaravolo 

domenica 6 settembre 2015

Cannibali (di Giuseppe Ciaravolo)

Cannibali (di Giuseppe Ciaravolo): Cannibali (di Giuseppe Ciaravolo) - Cannibali (di Giuseppe Ciaravolo)

- descrizione: Cannibali è un racconto breve insieme ad altri è uno dei miei primi scritti.I personaggi mutano come le situazioni che li coinvolgono.

- incipit: L'estate quell'anno non fu delle migliori, grandine, pioggia e sole si alternavano come in una danza folle. La gente si lamenta sempre quando i profitti vanno a fondo, perché pretende a torto, di avere sempre il proprio tornaconto per il lavoro sporco svolto. La natura come gratuitamente offre così toglie è solo una questione di tempo. La Rochelle è una cittadina ricca di storia e di attività, un tempo fù crocevia di enormi flussi commerciali diretti verso le nuove terre al di la dell'oceano, l'iso

sabato 5 settembre 2015

Canto VII IL TERRESTRE

L'impossibile è il nulla,
nel miasma di ogni giorno
tendere la mano
verso la porta per catarsi

spinge al superar se stessi

cadendo dentro un fosso
sempre più profondo
un'embolia, un'overdose
una sbornia esagerata

hanno tutte la stessa madre

un paradossale rendersi liberi
finendo schiavi
le allucinazioni e il consumismo
incatenano lo spirito gettando via la chiave,

di drogature ce ne sono anche senza sostanza,

come quelli che per credo
affliggono il simile
giudicandolo con la propria giustizia malata
appendendolo in piazza come ammonimento,

un avvertimento a non osare

contro l'ordine costituito
dal celestiale insegnamento
orde di fanatici invasati
uccidono senza pentimento,

certi di non esser giudicati

un sacrificio necessario
per diffondere il terrore nelle strade,
attraverso il quale
si manifesta un dio

che vive solo per il tanfo delle mucchie di cadaveri,

altri progressisti
si chiudono nei propri lager
inventando visioni di celeste creature
che solo attraverso loro

possono far provar la guarigione

in cambio di copiose donazioni
non sono escluse quelle di natura
un mercato per mentecatti
dove l'abuso è considerato un privilegio,

nemmeno i bambini sono esclusi dal massacro,

la malattia peggiore
per questi lestofanti
è rendere impossibile la vita agli altri
facendo della loro

un parco di divertimenti per privilegiati,

non mancano all'appello
nemmeno gli alunni
della scuola dell'amore
che spacciano di aiutare il prossimo

con i propri metodi di persuasione,

nella comunione
lo schiavo superiore
passa lo scettro ad un altro schiavo
per dare un senso

ad un altro dio, il dio padrone.

Il peggiore di tutti
è la dea pecunia
i cui adoratori sono tanti,
molti, forse tutti quanti

difficile resistere al suo fascino,

dall'alto in basso
tutti venerano questa grande troia,
come se fosse la fonte d'ogni bene,
averne tanta in tasca significa godere sempre,

dimenticando che è solo carta straccia,

questa civiltà
malata ed agonizzante
t'impone il sacrificio del lavoro
come un diritto

e la schiavitù che ne consegue come dovere,

ho visto piccoli fanciulli
sottratti al gioco con le pietre
per essere condotti nelle miniere
a far da schiavi

a quei vecchi vigliacchi signorotti in putrefazione,

la loro prole è al sicuro
perchè la badracca*
li allatta col proprio seno
ricco di marciume e d'indifferenza,

per fortuna si muore tutti, a poco a poco

la schiavitù peggiore
è quella di se stessi
difficile capir chi sei
se non ti sei trovato solo

almeno per un attimo

e pensare e riflettere
su tutte quelle idee
che ti hanno attraversato
e tu puntualmente

come un asino le segui ciecamente,

non c'è scampo
siam tutti drogati di qualcosa
eppur all'interno di ciascuno
una piccola fiammella non soccombe mai,

alimentata da se stessa

non ha forma e ne pretesa
si meraviglia del nulla
e trova gran sorpresa
nello scoprir che siamo in ogni cosa

nei molluschi, nei tramonti,nel godimento,

un vivere d'intenso
senza prospettiva
uno scivolar lento verso l'infinito
ignoto e controverso,

come ogni fottutissimo giorno della vita.



Giùciaravolo


baldracca(pecunia, danaro)