venerdì 11 settembre 2015

Canto IX IL TERRESTRE

Uno spazio infinito
resta infinito,
finchè non incontra
un altro spazio infinito,

il collidersi è dramma

nessuna forma può prevalere
nel caos cosmico
delle raccapriccianti vite,
vite intrise di un ognitutto

che è più simile ad un gomitolo

senza nè capo e nè coda
un groviglio di fili sottilissimi
privi di senso
ed elastici all'adeguamento,

la schiavitù tiene le basi alla padrona.

vivere è come essere ostaggi
illusi malati di fantasia
immaginano patetiche scene
di melodrammi a lieto fine,

meglio non pensare al negativo,

bisogna ingerire tutto
e far finta di stare bene
l'ottimismo è una speranza
per il quieto vivere,

beata solitudine che ti perdi dietro al nulla,

giudicata come il peggior dei crimini
nessuna t'ha capita
perchè tutto è governato dalla paura,
la paura di ammettere a se stessi

di essere già morti quando ancora vivi.

Tutto sembra seguire un punto e a capo
come i capitoli di un libro
che idiozia immaginarsi in un racconto
e poi fantasticare con il proprio io,

meglio uno o nessuno che centomila.

Giasone nel suo patetico trionfo
ha tentato più volte di sfiorar
il culo di Afrodite
è stato eroe ma senza pive,

forse anche buona parte delle persone sono così,

eroi in viaggio
dalle imprese piatte e folli
l'importante è vincere
per non morire

ogni giorno di Afroditite.

Un tanfo putrido
attraversa l'etere in certi discorsi
anime puzzolenti
infestano a tutto tondo il mondo

con argomenti che fan ridere i polli,

i poeti poi, sono i più pietosi
articolano le lingue
come fossero anaconde
per tirar fuori ancor più tanfo,

profumandolo con  spruzzate d'amore liofilizzato,

Quando fa schifo questo mondo
maledico il giorno
in cui m'han fatto nascere
in questo letamaio immondo,

fortunatamente mi accompagna la saggia Sophia

che non scrive e nè legge
non impera e ne comanda
permea e proietta
rinnovando tutta se stessa,

simile al sole in primavera.

è dolce asciugar le lacrime da coccodrillo
all'accecante chiarore delle cose
un infinito nell'infinito
per perdersi definitivamente

e restare finalmente solo.


Giùciaravolo




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