mercoledì 31 dicembre 2014

Per voi

STING - Desert Rose

domenica 28 dicembre 2014

LALALALA'

aspie

madre









MADRE


Non sentir madre
la mia lontananza
dal momento del distacco
restiamo uniti sempre

in amore eterno
e mai invecchiato
non abbiam bisogno
di nessuna intercessione

quando amore e' vero
nessun dio
puo cambiar ragione

nei tuoi silenzi
ho appreso l'arte giusta
per combatter veleno
in questo mondo
come fa con serpente
la mangusta

il tuo ciclo volge al termine
ed io sostengo il mio
alacremente
senza dirti mai addio
perche' il tuo seme
e'nella mia mente

carezze baci e abbracci
sono poca cosa
in confronto agli
armoniosi spazi
che mi concedeste

per esser libero
nella mente
e ancor piu libero nel cuore
capivo la tua gelosia
quando andando via
presi spazio con nuovo amor

il tuo silenzio
fu loquace allora
come e'presente adesso
hai dato la tua vita stessa
per non ricever nulla in cambio

non esser triste
al passar del tempo
questa stessa ragione
fu di tua mamma
e della madre sua ancor

al trascorrere del tempo
si ripete eternamente
l'infinito amor.

giuseppe Ciaravolo














sabato 27 dicembre 2014

Patetiche allusioni

Difficile è stabilir la rotta
quando il timone
è in mano al cieco
e la bussola è bigotta,

pronti a consolarci
con finti abbracci augurali
e patetici sorrisi
estorti a suon di calci dall'addome,

leggendo qua e la
tra scritti e prose d'occasione
la mia ironia scema
sprofondando in gran sgomento,

la banalità cede il passo
alle rime scintillanti a tema
presunti poeti si riuniscono in gran segreto
credendo di far grand'opera d'alchimia,

mescolando il verbo con il miele
e il passato col passito di Pantelleria.
Forse la ragione vera
consiste nell'illudersi di aver prodotto

qualcosa di eccezionale
che rievochi gli antichi canti dei poeti estinti,
questi ultimi non a torto
tacciono per non morir ancora.

leggete e moltiplicatevi
prima di metter segno sul foglio
chiedetevi prima cosa volete
e poi date sfogo al vostro estro se ne avete,

l'arte dello scrivere
è cosa sopraffina
non basta calare il secchio con la corda
attiggendo a casaccio

nel profondo ed infinito pozzo della poesia.

creare il vuoto che occupi altro vuoto
non è difficile,
difficile è dire qualche cosa
che occupa lo spazio per far luce come stella.



giuseppeciaravolo




lunedì 22 dicembre 2014

Natale letale

Ogni anno
sempre la stessa storia
bisogna festeggiare
per distruggere la noia,

ad ogni angolo di strada
luci colorate annunciano
l'ennesimo banchetto
in beffa ai precetti e alle obbligazioni,

una liberazione generalizzata
che da sfogo all'insoddisfazione
che galoppa tutto l'anno
credendo di far cavalcatura

su un destriero libero e indipendente
subendo in realtà
l'azion del tacco della moda
e iniezioni di allegria a breve termine,

un angoscioso andiriveni
per le vie del corso
tutto per far mostra degli averi
con pacchi, pacchetti e pacchettini

nessuno dorme
c'è poco tempo
si  deve l'elemosina al povero
dimenticando la pentola sul fuoco,

astuto è chi dirige il gioco
e rende questa frenetica parodia
solo  uno spendere per spendere
senza scopo e nemmeno vera allegria

tutto per fare inno alla gioia del potere,

con i soldi è natale tutti i giorni
per rimanere in lista
bisogna spendere il doppio
e  ricavarne  solo un quarto,

questa   follia
che cosa è
se non l'anticamera
dell'agonia della vita?

I più filantropi di stagione
sono organizzati in ronde
per distribuire i pasti ai vagabondi
dimenticando che per costoro

è più una bestemmia
che vera  consolazione
usati come  statue
sui presepi scintillanti delle parrocchie,

per una sera vengono coccolati
e il giorno dopo accompagnati
a calci in culo per la strada
a morir di fame e freddo come prima ,

tutto per aver subito il bene
di chi per professione
usa l'arma sottile e tagliente
dell'inganno a danno del perdente.

Quest'anno se volete
chiudetevi in silenzio
ragionate un poco
abbandonatevi al sentimento senza scopo

se non ci riuscite
provate e poi provate ancora
nessun angelo
vi indicherà la strada

non seguite per comodità

queste finte parodie,
natale è solo una volta l'anno
siamo noi la nostra meraviglia
di ogni giorno.




giuseppe ciaravolo

mercoledì 17 dicembre 2014

Prendere e lasciare

Accade a volte

nel correre quotidiano
di pensar e credere
che  è meglio prendere
invece di lasciare,

l'oggetto della scelta
non è così importante,
credere di far la cosa giusta
o lasciar quella sbagliata

ci aiuta ad aver maggior fiducia
in quello che noi crediamo
senza preoccuparci più di tanto
se questa risulta poi sbagliata,

questo slancio di fiducia
con apparente apertura la cosmo
ha come ganglio il proprio io
e l'effetto il proprio tornaconto,

nulla di universale
appartiene alla mente ottusa
chiusa nel proprio credo
a sfidar qualunque aliena dicitura,

un vuoto colma un altro vuoto
tutto per dar una ragione apparente
allo stillare di goccia in goccia
del vivere quotidiano fino alla morte,

antipatica la morte
che toglie dalla mente ogni idillio
la paura di un immagine monca
eletrizza in un baleno

il futile io
ed il proprio tornaconto,
tutto per non essere capaci
di capire

che se si prende qualcosa
qualcos'altro devi pur lasciare,
questo passaggio
da cosa a cosa

è solo apparente miraggio
la verità non si consola
e non è nascosta
a chi per una vita intera

la prende e la perde in un ora sola.


giuseppeciaravolo


sabato 6 dicembre 2014

Glicine

Ardua impresa è riuscir
a comprendere
che buona parte
delle nostre delusioni

sono la risultante
delle illusioni nostre
che mirano al miraggio di speranza
dimenticando l'onnipotenza

del presente,

colpa di una dottrina
che ci vuole martiri ad ogni costo,
tutto per meritar l'ingresso
di una porta sempre più stretta,

ricca di veti e gran proibizioni
scambiando una bestemmia
per gran benedizione
e la tribolazion di ristrettezza

come giusta croce da portare addosso,

vivendo d'illusione
si fa doppio danno
a se stessi per inganno
e all'altro per non esser corrisposti,

ma quale colpa
e che peccato originale
il ciclo della vita
nasce e giace in ogni istante,

l'amor ti prende e lascia
perchè non ti appartiene,
è manifestazione dell'ignoto
che libera dalle catene dell'ovvio,

dando così spazio
all'inconcepibile piacere
di provare ancora
per godere in beffa al tempo e al corpo,

che per natura
restano in catene e senza slancio
immobili e consueti
come pietre miliari,

la differenza la crea anima
che non si bagatta
per un luogo che è suo logo
e non cede passo alla speranza

perchè non vive di illusioni
ma crea meraviglia ovunque
e dal nulla sgorga come fonte
in ogni luogo.


ciaravologiuseppe 

venerdì 28 novembre 2014

Certo

Ho accertato nelle mie cose
che l'incertezza degli esiti
risulta costante nel tempo
quindi posso tranquillamente

 affermare che:

"le mie probabili certezze
sono solo le mie incertezze"

certo è facile
prendersela sempre
con qualcosa o con qualcuno
l'idea di credere di essere immune

agli imprevisti della vita
mi fa pensare
più alla paura nell'affrontar le cose
che costruire utile concezione

l'umanità giace
nella melma
della propria cocciutaggine
ignorando a torto

la propria locazione in cosmo
infinito e inesplorabile
la paura ha tolto l'anima
a cio che rende vivo questo mondo,

e parlo di invenzione
immagini e cosa nuova
che per ognuno
è cosa particolare

come la persona.



giuseppeciaravolo

giovedì 27 novembre 2014

Il tempo e le sue metafore

Sembra sia scontato
considerar lo scorrere del tempo
in ogni luogo
per ogni forma

ciascuna cosa asseconda
il proprio corso
quasi fosse una bestemmia
il correre per fermare l'avanzare

è solo per convenzione
che noi assecondiamo
le cose tristi e gaie
per cercare uno scopo che non c'è

il tempo non esiste
è tutto calcolato
per rendere immune il benestante
e fallito il povero incalzante

la vita stessa scorre e muore
in un attimo senza tregua
tra la commozione di un istante
ed un lavoro ad ore

un albero allo stesso modo
da radice a cima
cresce e muore
ogni giorno

inutile provar sgomento
nel veder nel tempo
vita che lascia corpo per andar
chissà dove

cosa importa
se questa vita ci condanna
a contar le ore
sia nel lavoro che nella noia

tutto dipende
da come noi creiamo per noi stessi
una dimensione particolare
fatta di spasmi

e sentimenti
l'eternità vive
negli attimi
dei nostri sentimenti.


giuseppeciaravolo



sabato 22 novembre 2014

Vero e faceto

Quanta letteratura vera
dimenticata dal tempo e dall'oblio,
sostituita dai romanzetti
neri e rosa e dalla petulante moda di leggere per sentito dire,
leggere è imperativo
è atteggiamento di buon costume,
comprendere la trama in un testo
non è ardua impresa,
una letteratura mordi e fuggi
poco impegnativa
e dai risvolti spesso inesistenti,
in questa è molto simile alla televisione
tonnellate di bugie
con lo scopo di sedare il lettore
non più amor del vero
e ne immagini d'emozione,
semplici iniezioni sedanti
composte da probabili accidenti
dall'effetto misurato
per non turbar quell'intelletto piatto che deve rimanere tale,
le bugie hanno le gambe corte
le verità son monche
nessuno si domanda più il perché
forse qualcuno lo fa
ma nessuno gli risponde,
probabimente si vuol proteggere l'incanto
di una lettura terapeutica
che non sia poi cosi invasiva
seguire il corso delle idee
per diventar muli silenti,
e cosi tra gli scaffali pieni
trovi autori e libri insieme
esposti come merce in saldo,
non mi meraviglia
che tra questi ci siano
falliti attori ed ex panettieri
scrivere per scrivere
non rende omaggio
a quella esigua schiera
di scrittori veri
forse la cultura è morta
e questi autori ne celebrano
una messa solenne
affinchè mai più ritorni
copiare stile e trama
è uso assai frequente
dimostrazion del vuoto
e dalla mancanza di argomenti
difficile digerire
questo putrido fiele di zebra
meglio andare per i campi
e rincasare a sera
sperando in qualche accidental evento
che possa suscitar quell'emozione intensa
di scrivere un racconto
con verace sentimento
e non con abbuffate di parole strane
estorte a suon di botte
dalle pagine di un vocabolario
la lingua stessa si contorce
a ripetere quello strazio.
giuseppeciaravolo

martedì 18 novembre 2014

O'scenità

Perchè quando dico chiappe
qualcuno storce il naso
qualche altro ride
altri ancora si tappano le orecchie,

cosa c'è di male
a chiamar le cose
con il proprio nome,
perchè creare scandalo

dove non ce ne ragione?

Se chiamo  le zinne
tette , poppe o mammelle
qualcuno mi corregge
suggerendomi di dire seno,

ma il seno non è
una funzione della trigonometria?

Cosa dire poi del culo
immagine radiante
del desiderio inconscio(ma non troppo)
qualcuno più elegante

lo chiama lato b

come se fosse
una cosa trascurabile
come le vecchie canzoni
incise sul vinile e mai ascoltate,

la passera e la patonza
fan chiasso con bernarda
qualcuno distintamente
la chiama vagina,

spesso si confonde con vagito
qualcuno ancor confonde
il sesso con l'udito
un ignoranza colossale domina gli ominidi,

fortunatamente la natura
ci offre infinite variabili
in alcune donne vale una parte
in altre la combinazione è celestiale,

non per creare scandalo
o fare differenza
in fondo si tratta solo
di caratteri della razza umana,

perchè cambiare il termine
per convenzione
e non assecondar lo sguardo
alla sostanza?

chiamatemi maiale,
o libertino, fate come vi pare
quando vedo della natura il tratto
di immagini e utopie

ne produco un sacco,

anche se amaramente
comprendo a lume di ragione
che quel che sembrava vero paradiso
è molto più simile ad un bidone,

mistero della mente
cio che si immagina
con la voglia in corpo
e sensazione che la segue.


giuseppeciaravolo


sabato 15 novembre 2014

Elogio alla solitudine

Quanto è vana la tristezza
quando siamo soli,
con i nostri pensieri
a chiederci il perchè di tante cose ,

questo gioco mentale
è  frutto di un patetico
immergersi negli altri
dimenticando se stessi,

la compagnia non è mai scelta
ci viene imposta
dall'infanzia fino alla vecchiaia
dimenticando noi

cerchiamo di scoprire gli altri,
per sentire qualche cosa
per fare paragoni
illudendoci di consolare

quel vuoto che ci appartiene da sempre,
la famiglia è la prima gabbia
vincoli di parentela e usi imposti
regolano gia dalla fanciullezza,

l'omologarsi al ceppo d'appartenenza
come se fosse garanzia di qualche cosa,
una specie di follia nascosta
fratelli e sorelle

s'ammiccano di complimenti in pubblico
e in privato si azzuffano come iene
la natura in questo caso
ha fatto una eccezione

a differenza delle bestie
noi dotati di  ragione
a maggior ragione ci facciamo torto,
avidi e mai sazi di pretendere dagli altri

quello che per convinzione ci appartiene,

le delusioni non sono amare
se si conosce la natura delle cose
forse fa più male illudersi
credendo di realizzare ciò

che vive solo nella nostra mente,

l'origine dei conflitti
è proprio questo accanimento al prossimo
cercare di convincere il simile al dogma
per indottrinarlo al paradosso,

una vita schiava del sistema
che ti offre molto poco
e quelle poche cose
sono anche guaste,

comprendo chi decide
di farla franca  in altro modo
con birra ,coca e patatine
per annebbiar l'angoscia

di questo strano gioco,

parlare non è più importante di sentire
come correre di camminare
quel che conta ogni giorno
è il tuo singolare passo,

che singolarmente usi
insieme alla tua andatura
per fare il tuo percorso
che ti seguirà per sempre,

anche quando giunge ora
di prepaprasi al fosso,
le lacrime son solo altre menzogne
cio che sembra mancare per l'eterno

viene sostituito a poco a poco.



giuseppeciaravolo




giovedì 13 novembre 2014

Uno slancio emotivo

Uno slancio emotivo

Quel che non scrivo mi rimane dentro per un po e mai svanisce, come un tormento senza passione, senza via d'uscita, e non parlo di pene d'amore o perchè qualcuno ha fatto un salto in carriera maggiore del mio o per invidia di qualche altra cosa, ogni maledettissima mattina mi sveglio sereno e con incredibile voglia di cambiare questo stupido mondo semplicemente comunicando quel che vedo con i miei occhi interni,una corsa al baratro del vuoto l'ingiustizia che regna in ogni angolo di questa pattumiera nessuno è colpevole siamo tutti complici.Ognuno per vivere quotidianamente deve fare i suoi conti col danaro disponibile quasi come se il soffio dell'esistenza dipendesse esclusivamente da questo, certo qualcuno sorriderà ammiccando con frasi ironiche"il solito ragionamento dei due cuori e una capanna, una storiella scritta male dall'esisto devastante"certo che di storie ce ne raccontiamo tante spesso vere altre inventate altre inverosimili.Che cosa è che ci rende veramente vivi?Chiedetevelo , anzi chiedetevelo con una certa regolarità magari riuscite a capire tante cose di noi tutti che spesso passano inosservate o ignorate finchè non giunge morte.In questo mondo ogni uomo è uguale all'altro, certo qualcuno può essere piu stronzo di altri , per quale motivo devono esistere le differenze sociali?Per quale ragione un asino deve insegnare e un dotto costretto a lavorare umilmente?Che mondo è questo?Se tutto sembra essere governato dal danaro io dico di no... qualunque ricchezza raggiunta non presenta mai un traguardo proprio perché priva di valore intrinseco, mi spiego meglio puoi avere moltissimi soldi sarai apprezzato e riconosciuto solo per quello , e crederai che solo per quello potrai essere riconosciuto...come si fa a credere ad un idiozia del genere...eppure serpeggia questa strana teoria mai dimostrata che fa coincidere il benessere apparente col benestare , personalmente ho avuto momenti felici ed altri meno come tutti credo, non ho mai pensato che l'avere potesse dare un valore aggiunto alle mie azioni nella vita...ho lavorato sodo..sudato molto ottenendo qualche risultato ma nessun prezzo potrà mai ripagare il mio tempo speso...fortunatamente l'ho sempre speso bene non rinunciando al mio pensiero alle mie idee e alla mia anima, ho sempre condiviso con amici finti e veri le mie gioie non serbo rancore non mi rattrista l'idea che molti di questi figuri siano spariti con il mio scemare lento verso la bassa classifica del contatore sociale, fortunatamente il mio contatore è rotto, perchè non misuro la mia vita col danaro e ne col potere, ho ricevuto tanta ricchezza in vita da chi aveva appena il necessario, non è la solita morale del poverello che stenta a vivere come ci insegna santa madre chiesa e aiuta sempre il prossimo come se solo questo fosse il suo ruolo in questo mondo , anzi senza condizione di causa o ragionamenti etici come la natura insegna da cosa nasce cosa...ho sempre avuto molti amici...perché rispetto la gente per ciò che è e non per quello che possiede, ho trovato ricchi intelligentissimi e poveri asinissimi o tutte e due in un unico esemplare...la cosa più raccapricciante è la dietrologia del fenomeno di decadimento...spesso quando qualcuno passa un brutto guai o perde il lavoro...molti geni dalla pancia piena e la bocca mai sazia...trovano le ragioni più inverosimili per dimostrare che il proprio bieco percorso di vita è l'unica soluzione plausibile in un mondo destinato alla putrefazione quand'è ancora vivo, questi elementi solo perchè hanno avuto l'abilità di inserirsi in chissà quale tremenda scatola cinese senza uscita vendendo anche l'anima pur di lavorare , una schiavitù pensata, creduta e operata, tenendo sempre il compasso in una mano e nell'altra il calcolatore...quasi come se questa vita fosse una gara a punti per giungere al premio finale...ma che premio?Amici miei amatevi o odiatevi ricordate che l'eternità è nell'attimo...frate...fate...fate...non pensate soltanto.

sabato 8 novembre 2014

Al mio amico Giggino

Nella nebbia
di questo uggioso inverno
desio mi viene
di far un giro al cimitero,
non credo alla ricorrenza
e ne spero nella resurrezione
di carne e ossa lesse,
saluto per un poco
l'amico deceduto un tempo,
un saluto fatto di immagini sbiadite
rimembrarle un poco
le rende sempre vive,
e voci e suoni
estinti con quel corpo
risuonano all'infinito
nel mio labile ricordo,
i corpi stesi
come in una parata
in ordine di fila e selezione
sembrano attendere lo squillo di tromba
per fare l'adunata,
altro che livella
del grandissimo Totò
gli involucri son coperti
da lastre pregiate e spesse,
quasi a volere dimostrare
che nell'aldilà esiste rango e pregio
e maggior visibilità
oltre a fare utile aggiunge arredo,
foto scintillanti
presentano i defunti in posa
ad ogni sguardo un fugace ricordo
che mi riporta indietro fino a lor vagito,
su una lastra è scritto addio
su un altra poi lo dico
su un altra ancora
arrivederci a dopo,
tra tutto questo fasto
di luci e gran splendore
intravedo la posizione
del mio vecchio caro amico,
emerge tra le altre
perchè fatta di legno come per le aiuole
con una croce in testa
che sembra di cartone,
a cosa serve tutto questo
se non ha dimostrar
che chi perì in miseria
dev'essere giudicato
dall'occhio in quella maniera?
meglio i camposanti anonimi
una croce uguale per ogni morto
simile a quello sulle pendici
del monte di Cassino
o in fondo al Mare Morto,
caro amico difficile ed avverso
fu il tuo destino
ricordo ancor quand'eri vivo
che per nomignolo ti chiamavamo il morto,
e le serate a ridere e scherzare
il tempo è un gran tiranno
ma non cancellarà mai
il mio ricordo.
GiuseppeCiaravolo

venerdì 7 novembre 2014

La Leopolda,Giuda e il Nazareno

Che l'Italia fosse la patria di geni, santi e saltimbanchi è cosa risaputa, negli ultimi tempi sono state aggiunte nuove figure retoriche dai nomi biblici e dai contenuti assai terreni.Se fosse ancora vivo il giovane Boccaccio ci avrebbe regalato in parodia storie e novelle d'ogni tipo cosi da aumentare il calderone del decamerone,per questi personaggi a tempo coaudivati dalle proprie idiozie e da tanta visualizzazione l'unica ragione di esistenza rimane l'apparire ,il rimanere a galla nonostante tutto,in fondo sono della stessa pasta appartengono tutti al fancazzismo.
La leopolda abile giostraio con la sua andatura da altanelante pistolero appare tutti i giorni in ogni trasmissione molti lo scambiano per Cristo perchè alla preghiera si preferisce la televisione,un bottegaio capace che corre a far riforme rimanendo fermo sul proprio tapirulan convincendo talvolta a destra altre a manca a fare come solo lui crede,in quanto cassiere indiscusso di un gran bottino di schede,con questa dinamica si può mettere qualche toppa e non aggiustare il paese come profetizza ogni giorno.Io dal canto mio ben m'accorgo di come certi mimi sono parodie dei propri sogni, a parole incanterebbero perfino un cobra ma nei fatti oltre alla cinghia stretta ci lasciano in dote una copiosa gobba che aumenterà per le generazioni future, un inspiegabile debito che cresce ogni giorno solo per comprare il danaro che dovrebbe essere già nostro.
Uno vale uno gridava Giuda nelle piazze, e si sbagliava, nel suo gruppetto di nuovi relatori si bisbigliava in gran segreto per non essere epurati, rimettere la propria parcella al fondo senza fondo non li ha aiutati,un club di ottimisti a costo zero capaci di ubbidire e attaccare a comando lasciando trapelare solo odio e dissenso come medicina utile al gran cambiamento , ma come spesso accade in questi movimenti dove all'intelligenza personale si lascia il posto all'ubbidienza cieca invece di cambiare quel che si vuol cambiare ci si viene inclusi , perchè la matematica non è solo materia astratta anzi all'opposto è realtà nei fatti,non contano le intelligenze ma i numeri per far fagotto.In queste condizioni governare è più facile che dirigere una diligenza se due più due fan quattro è lo stesso che dire due alla potenza quadra.
Il ricco Nazareno attende invano l'abile mercante che proprio perchè tale fa presto a cambiar le carte in gioco per rimanere a galla sempre,il suo delfino ha preferito posto in carica invece che subire in gran silenzio le ilari esternazioni del gran vecchio.La vecchiaia è una brutta bestia gridava la fiammiferaia, costui ha gia avuto tutto dalla vita, donne soldi condanne e assoluzioni cosa aspetta a lasciare il posto a qualche altro figuro dalle nuove proposizioni?
Intanto la gente muore ogni giorno, disgraziati d'ogni tipo solcano le strade in cerca di cibo e occupazione questa crisi non è una congiuntura ma disperazione vera che cancella ogni futuro.
Finquando si affideranno i propri sogni a fattucchieri e ciarlatani sarà molto difficile emergere dall'emergenza del pane quotidiano.

G.Ciaravolo

giovedì 6 novembre 2014

Giordano Bruno, chi è?

Girando e rigirando in lungo e largo per queste pagine digitali m'accorgo che molti affermano di conoscere G.Bruno in modo proprio e con nuove rivelazioni, come se fosse stato un ermetico profeta o peggio ancora un oscuro mago veggente, storia e fantasia s'abbracciano come amanti per generare solo parodia di immagini senza apportare nessuna soluzione alle sofferenze degli umani,molti pubblicano storie,altri fanno fiction , tutto per raccattare qualche spicciolo e continuare la professione che forma epigoni dalle forme varie e degeneranti.Un mercato di reliquie dal senso vuoto e dal gusto acrodolce del mistero,qualcuno lo vuole rosacroce altri invece lo confondono con cristo tutto per far quadrare il conto all'ovvio paradigma di questa società morente priva di slanci etici affamata solo di guadagni e gran consensi per guadagni.Una sconfitta per la ricerca in generale l'approdo alla tecnologia ha lasciato indenne certe abitudini mai dimenticate che han reso questo mondo sporco fino a far passare un santo per un porco e viceversa.Probabilmente si confonde la ricerca con la cena e l'interesse come un appuntamento a tempo per far ginnastica di emozioni a basso costo come se si esercitasse sfogo in una palestra.La storia bene o male la conosciamo in tanti almeno quella tramandata che è sempre di parte, ma Bruno ci ha lasciato un grande esempio fatto di logica e coerenza dove alla pecunia si preferiva l'etica , si proprio quella che oggi si spaccia per altra cosa.Il mio pensiero è rivolto a tutti quei bottegai di bassa lega che ogni giorno accendono nuova pira con i propri immondi e inverosimili ragionamenti, forse a nessuno importa chi fosse veramente a molti basta credere per altri una convinzione certa vale più di miriadi verità forse in fondo non si vuol cercare niente e tutto si risolve in un banale passatempo.
G.Ciaravolo

Vita e libertà

Nessuno di noi
ha mai deciso
di venire al mondo
ne con pregi o difetti,

siam tutti perfetti
secondo l'anima della religione
che si preoccupa più del dopo
che del contingente,

non apparteniamo
a nessuna specie pregiata
siamo costretti dalla fame interna
a cercare sempre di avere di più,

un illusione che fallisce nel tempo
gambe corte o lunghe
son destinate al forno
o in loculo protetto,

nessuna libertà
ci appartiene
ne nell'odio e ne nell'amore
perchè ci viene imposta

dai vincoli del luogo
o da quelli della fede
si percorrono strade gia solcate
costretti dai vincoli a trascinar catene,

nessuna libertà
io vedo in questo
anche l'illusione ha lasciato il posto
ad amara constatazione,

l'unica libertà che veramente ci appartiene
è quella di farla finita
per decisione presa,
per uscire finalmente dalle catene tese,

qualcuno dice
che la vita non ci appartiene
spesso son gli stessi
che gridano allo scandalo

qualcuno piange
qualcuno ride
ma l'atto in se
appartiene solo a chi  decide,

gli stessi son filantropi
della domenica mattina
che con una mano segnano la croce
e con l'altra fanno rapina ogni giorno,

e non è solo il clero assai pappone
ma tutta quella schiera di ratti immondi
che sporcano il mondo
con le loro aberranti ipocrisie,

violando di continuo e a proprio scopo
il percorso del simile col simile
non tenendo in mente
che  anche loro sono destinati a perire.


giuseppeciaravolo

mercoledì 5 novembre 2014

Consecutio temporum

Il pensare è un atto creativo
nessuno se ne accorge mai
di quanta moltitudine di idee
attraversa corpo e tempo

senza una ragione
senza uno scopo
le paure e le fantasie
alimentano solo alcune forme,

l'essenza di questo moto
rivela nel susseguirsi
la sua presenza
in forme spesso inimmaginate,

inutile decider di pensare bene
per riuscire in un progetto
le idee quando sono vere
non han bisogno d'intelletto,

sono creature che nascono dal nulla,
cosi il quanto e il bosone
ancora sconosciuti
furono concepiti

prima di creare mostra,

è pur vero che da cosa nasce cosa
ma a cosa nuova
succede altra
e ad altra,altra ancora.



giovedì 30 ottobre 2014

Aspie

Di come giunga vita
nella materia vivente delle cose
è cosa meravigliosa

la vita implica
la vita stessa
un perpetuo moto
di forme e immagini

senza luogo
ne spazio
alimentato dal caldo vento
del fuoco millenario

questo calore
che risuona in ogni cosa
è privo di forma
inizio e fine

qualcuno lo chiama amore cosmico
per altri è altra cosa
indefinibile perchè
indeterminato

l'anima galleggia
tra tremendi spasmi
e gioie indescrivibili
tra furore e timore d'ogni cosa

la perfezione appartiene all'intelletto
all'anima invece
lo spazio infinito
che s'allarga per difetto

in nessuna delle due
esiste la dimora
frattali e teorie
ne descrivono l'effetto

solo nel percorrere
si cagiona cosa
ed in perpetuo
la forma si rinnova

all'infinito eternamente.

giuseppeciaravolo 

domenica 26 ottobre 2014

Alle donne

Quanta ignoranza
dell'umana specie
vien tramandata come storia vera
quand'invece è sol frutto di sopruso

nell'ottusa religion ella è
a volte costola a volte musa
e quasi sempre tentatrice austera
come fosse di natur aliena

maledetti siano tutti questi scrittori
che negando realtà vivente
trasmisero nei secoli l'idea
che fosse deficente dall'origine

ella più del maschio è
portatice di vita oltre che intelligente
le negarono potere per timore
fino a qualche tempo fa
non potevano nemmeno votare

che assurda cultura fu mai questa?
è come se dall'età della pietra
non si fosse mosso passo.
ma la storia quella vera

è assai differente da quella tramandata
qualcuno ricorda Ippazia
che all'oblio dell'ignoranza
preferi morte crudele
e non è ricordata come santa.
perche?

la stessa Giovanna impavida
portò unita tutta Francia
a sconfiggere l'invasore inglese
in cambio ebbe pira e poi fu santa
perche?

quante mamme generaron figli
morti poi nelle tremende guerre
nessuno ricorda il loro pianto
perche?

e non son considerate sante.

oggi come ieri si mostra tutto il corpo
ci si modifica il viso
si gonfia il seno
per divenir ancor piu schiave di prima
perche?

si faccia come si creda
non sarà la mia voce roca
a cambiar la storia
ma svegliamoci prima che a noia
sopraggiunga la morte in vita.


vi amo.


giuseppe Ciaravolo 

martedì 21 ottobre 2014

Bu colica

BU COLICA


Immerso nel silenzio
del mio dunque
m'appoggio per un po
al ramo secco del giallo giunco

immerso tra i filari
dei peschi spogli
all'ombra delle poche foglie verdi
scompongo la memoria

in immagini sempre più sottili,
ecco vedo avanzare
lungo il tappeto
di color  gran arlecchino giallo verde

guerrieri al galoppo
con armi in pugno e ferri
non mi spavento
attendo fermo impatto

 non ho timore
e ne cerco rifugio
inutile fuggire pusillanime e sgomento
 la paura t'insegue per l'eterno,

l'immagine scema lentamente
riducendo quel galoppo
in un piccolo movimento,
l'aria della sera soffia  prima

sulle cime delle piante
a forma d' ago e senza foglie
il fusto contrabbanda un po di linfa dalla terra
prima che giunga nuova morte,

l'immagine riprende corpo e forma
un viso di bimbo mai esistito e senza fascia
sorride e stride
creando al tempo stesso luce e ombra,

nuovamente posto
il mio sguardo in direzione fiera
come cavallo al gran galoppo
che non teme ostacolo o frontiera,

nessuna pace regna
e nessuna verità si cela
quando all'avvicendarsi di sentire e immagini
si posiziona la propria vela,

presto giungerà la sera
ed io sarò tornato nella mia tomba
ricca di amuleti e cose certe
ignaro del cambio di stagione

che è perenne,

ad ogni istante aggiungo segno
ad ogni segno un immagine sbiadita
dolce immergersi per uscirne vivi

dopo l'ennesimo combattimento.


giuseppeciaravolo

domenica 19 ottobre 2014

Il pianeta delle scimmie

Sempre più spesso nei brevi ed insignificanti dialoghi che mi capita di ascoltare o partecipare noto con gran rammarico e sgomento oltre alla assoluta mancanza di argomentazioni profonde anche un uso spropositato di affermazioni sponsorizzate da chissà quale mente malata e che puntualmente diventano di uso diffuso tanto da creare veri e propri circhi di scimmie ammaestrate un po come succede per il segno della croce che sembrerebbe scongiurare ogni avversità.L'altra sera fui invitato a cena (con inganno) da due miei amici lo scopo era una raccolta di firme per una certa cosa, come spesso accade in questi convivi dove vengo considerato sempre scomodo ho assistito ad un vero e proprio show di luoghi comuni spacciati per fantastiche e moderne novità , in primo luogo odio il linguaggio diffuso senza una profonda conoscenza dei termini e dei significati delle parole .Si parlava di politica e altro ad un certo momento il genio innovatore ha fatto compiere l'odioso gesto delle famosissime virgolette con le dita ai lati della testa(uso diffusissimo a tutti i livelli) seguito poi da un "ma di che cosa stiamo parlando?" copiato dai numerosissimi talk show a tema e ripetuto da infinite bocche,tra questi ci sono anche molti colti (laureati ) che dovrebbero a mio parere cercare qualche forma più autentica e personale di espressione in virtù del tanto sudore sprecato per ottenere quel titolo che dovrebbe essere un minimo requisito per la conoscenza.In questo particolare caso ho preferito non intervenire a riguardo per non rovinare la festa agli illusi, questo mi capitava anche tantissimo tempo fa quando al liceo si affrontavano argomenti di una certa particolarità dove si preferiva il luogo comune e l'ammaestramento riconosciuto alla propria autentica e unica e profonda considerazione,qualcuno mi considerava fuori dal tempo altri il solito rompicoglioni dubbioso e capace solo di rovinare il giochetto delle parole per non dire nulla.Ho sempre ritenuto giusto dire la mia argomentando cercando di mettere in evidenza quelle assurdità spacciate come sapere assoluto e inoppugnabili dimostrando la falsità aberrante sostenuta solo ed esclusivamente da una scelta di fondo che trova la sua reale ragione nella convinzione cieca.La serata continua il vino scalda il cuore e gli animi, due musicoidi suonatori di due eccelsi strumenti mi stuzzicano forse involontariamente riguardo alla musica e al valore che si può dare ad un opera rispetto ala sua esecuzione, non ho studiato musica non conosco lo spartito e sono un autodidatta in quasi tutte le cose, questi ritenevano a gran voce che chi esegue i brani di un determinato autore ha il merito di aver realizzato l'opera superando chi l'ha creata, nulla di più illogico e falso, ho fatto diversi esempi chiamando in causa i compianti maestri e geni del passato che puntualmente vengono violentati nella loro musica da scimmioni ammaestrati che per vezzo e per pecunia stravolgono talvolta anche opere che hanno bisogno solo di essere eseguite come l'autore voleva, questa specie di libertà è un imbarbariento della cultura, immagino il mio amico fruttivendolo che recita Dante tra le zucchine e il pomodoro chiamando il caro vita inferno e l'evasione fiscale Virgilio.Continuo a pensare che di amici non ne ho nemmeno uno molti fanno a gara per farmi sbagliare, io sono il primo a dire che l'errore è il mio maestro principale della vita senza il quale sarei rimasto allo stato di umano vegetale,guardando bene il loro aspetto mi accorgo che sono molto più simili ad anmali che ad esseri umani, ci sono iene, sciacalli, gufi , civette, topi e zoccole,ragni, pidocchi, maiali, formiche, cani, asini convinti, muli e piattole.In natura tutti gli esseri anche con forma diversa hanno in comune la stessa caratteristica che è la vita e il sentire,rendersene conto può ingrandire quello spazio che spesso noi stessi limitiamo.

mercoledì 15 ottobre 2014

Fango e funghi

Che la natura
ci contesti qualche danno
ogni tanto
è cosa accidentale,

ma il perseverare
non è solo diabolico
quando a sventura
si cela subdolo inganno,

in questa nostra bella terra
governata da geni d'ogni specie
da Palermo ad Aosta
quando acqua scende

provoca tremende tragedie,

benché ci siano i presupposti
per offrire rifugio e salvataggio
alla popolazione inerme
si preferisce passar la mano,

dando  la ragione degli eventi
al dio affogatore
o all'imprevedibilità del cataclisma
abolendo in un sol colpo

tutte quelle scoperte
che dal buio dell'ignoranza
hanno spinto l'uomo all'eccellenza
riportandolo a subire  il dolo

come nel cieco medio evo

le regole stabilite
per la divisione del potere
hanno come fine ultimo
l'incrementare con bonus di appannaggio

le tasche già piene
dei servi stagionali del potere
che in beffa alle risorse disponibili
arredano i propri suntuosi piani nobili

una macchina difettosa
quella della riparazione
dove c'è molta pecunia
difficile trovare una soluzione,

la matematica non è un opinione
basterebbe mettere in pratica
quel che la ragione
suggerisce a gran voce,

ma le risorse comuni
son destinate a diventar
strumento proprio
 avidi bottegai da quartiere,

che all'emergenza
preferiscono rispondere
con un salto di carriera
e ai bisogni  con una maschera di cera,

fortunatamente la popolazione
si muove di moto proprio
ecco giunti da ogni luogo
angeli disposti a lavorare duro,

senza soldi e ne usura
consci di appartenere
alla stessa specie
dove a calamità

si risponde col fare delle mani
e non  a credere,
che non ci sarà
mai un domani,

dopo la tempesta
viene subito il sereno
ed ecco spuntare in ogni luogo
funghi velenosi dall'aspetto di iene,

sempre disponibili a dar responso
proclamare editti
suggerir le soluzioni
e fare la colletta

questi cialtroni
stando ben lontani
dal fango e dalla melma
vogliono solo assorbir sostanza,

spesso chi è costretto
per geografia del luogo e per pecunia
deve vivere e morire
in prossimità del fosso,

i fiumi ed i torrenti
son da ripulire
un tempo i nostri avi
usavano quei sedimenti per costruire,

l'immobilismo regna in ogni direzione
sempre più funghi s'aggiungono
e sempre meno mani
a far lavoro necessario,

l'urgenza è trascurabile
si preferisce un invito a cena dai notabili
o un concorso letterario a premi
per parcella e visibilità della persona,

bottegai senza scrupoli
con la coscienza sempre a posto
la calamità è per il popolo
per loro un altro appartamento

ai piani nobili.


giuseppeciaravolo








martedì 14 ottobre 2014

Nessuno si salva, siam tutti salvi

Amici miei
non cercate nel vuoto
quello che pieno già avete
dentro ognuno di noi
c'è conoscenza certa,
non esitate a far vibrar
la corda del sentimento
senza artificiar natura
con ingannevole pozione,
siam discendenti tutti
da uomini piu forti
che dai tempi più remoti
sopravvisero agli eventi
condividete la gioia della vita
perché solo sapere
è come calice d'oro vuoto
inebriate la vostra stessa essenza
con soave e utopico sogno
tutto è possibile
a chi libera se stesso dalle paure
nessuno si salva dal trascorrere del tempo
siam tutti salvi se viviamo sentimento.
giuseppe Ciaravolo

mercoledì 8 ottobre 2014

Non credo

Non credo
che basti solo credere
per risolvere
magicamente tutto,

non credo
nella solidarietà
delle persone
senza un fine utilitario,

non credo
nell'amore eterno ed incondizionato
di una mamma,
spesso questo si evince

solo quando figlio muore
tralasciando in parte
le sofferenze quotidiane della prole
per più appetibili impegni,

non credo nella fratellanza
perchè benchè simili
siamo tutti dannatamente
soli e differenti,

non credo nella legge d'attrazione
perchè a qualunque desiderio
s'aggiunge sempre e inevitabilmente
cocente delusione,

non credo nelle persone
che vivono nell'agiatezza
che possano fare qualcosa
per i bisognosi,

non credo nella povertà dei mezzi
che troppo spesso
si fa coincidere con umiltà
e santità in campo,

la disperazione e la necessità
sono destrieri impazziti
che travolgono tutto e tutti
oltre al bisogno s'aggiunge sgomento,

non credo che la poesia
sia linguaggio universale
le parole ingannano sempre
lasciando trapelare qualche accenno di verità,

non credo nell'amicizia
per affinità elettive
troppo spesso si
è costretti e non per scelta,

dover venire a patti
con un sistema
che ti vuole all'interno di un gruppo
o una fazione,

annichilendo per un pò
quella disperazione interna
t'affianchi ad altro disperato
credendo di superar problema,

non credo nella bontà del cosmo
violenza e sangue
e morte sono ingredienti
necessari alla vita,

come l'aria, il pane e l'acqua
per questo motivo
nessuno può essere redento
la materia impone sacrificio ed uccisione,

per vivere ogni giorno
necessitiamo di alimentazione
che provenga d'animale
da frutta o da verdura e ortaggi

crea poca differenza,
i nostri stomaci famelici
divorano per natura propria
fare una preghiera,

un inchino o un ode
non aggiunge meno sofferenza
alla cosa trasformata
per alimentazione,

non credo nella forza
come mezzo per sopravvivenza
perchè sopraffazione
crea più disagio e sofferenza,

non credo nei miracoli
per grazia ricevuta
non ho mai visto
ricrescere un arto ad un monco

o riprendere la vista ad un cieco
che non avesse già gli occhi
queste magie sono
come specchi per allodole

ad ogni manifestazione
s'aggiungono migliaia di credenti
che non saranno mai graziati
in questa lotteria dai premi incerti,

non credo nella famiglia
come cellula principale
del vivere civile
e dell'evoluzione sociale

troppo spesso
all'interno di queste piccole gabbie
c'è più vilenza e inganno
e sopraffazione che in conflitto mondiale,

non credo nella sincerità dei bimbi
che presto apprendono
come ottenere ciò che vogliono
perchè consci di essere accuditi

in quanto tali
a cui il genitore corrisponde
sempre più spesso
per dar ragione e senso

a qualcosa che crede
ma di cui non ne conosce il vero.

Non credo in me stesso
perchè sono uno , nessuno e meno uno
difficile definire un fiume che scorre
la moblità del flusso

rende impossibile
qualunque analisi precisa
solo convinzione ti convince
sbagliando sempre previsione.

giuseppeciaravolo


giovedì 2 ottobre 2014

Servi della gleba

I nostri avi
nomadi e girovaghi
furono illuminati in qualche modo
da qualche strana idea nascosta

capace di fermare
quel lungo peregrinare
spesso senza meta
e col rischio d'imboscata addosso,

non so se fu Demetra
o Cerere o Iside
a dare all'uomo il seme
per celarlo in suolo e scomparire

dalla morte di questo piccolo granello
arbusto o pianta
cresce con il tempo
assecondando le sue vesti

alle stagioni in corso,

grande meraviglia
ragione intrinseca
di come il cosmo  crei gratuitamente
e poi  allo stesso tempo distrugga,

nessun uomo
può vivere senza l'alimento
meglio fare scorta di pianta salutare
che pascolar gregge che muore,

il tempo ha dato ragione
a questa grande innovazione una sicura
allontana l'incertezza della scarsità aumentando dote,

di frutti e grano e cose
ce ne sono in abbondanza
ogni uomo ha diritto per natura
all'alimento per sopravvivenza,

l'uomo stesso essendo assai geniale
ha reso questo dono suo personale
dimenticando l'origine e il senso
di una natura che dona e prende

gratuitamente

e cosi che piano piano
ai giri di migliaia di clessidre
alcuni si ritrovano proprietari
e altri schiavi

per  nutrire
se stessi e gli altri,
un' acuta distrosione
del linguaggio universale

fame e sete
diventano man mano
appannaggio
di un numero sempre maggiore di persone,

questa condizione
ha uno scopo ben preciso
la necessità del prossimo
crea la ricchezza del suo simile.

Quest'infame condizione
giunge invariata
fino ai nostri giorni
nonstante i tentativi

di matematica e tecnologia
di debellar per sempre
lo spettro del bisogno necessario
l'avidità distrugge il mondo ogni giorno,

simile ad un serpente
che si nutre di se stesso
più ingoia e più ha fame
giungerà il momento

di essere arrivati al fondo
dove l'avida bocca
dovra nutrirsi di se stessa
e poi crepare inevitabilmente,

in questo contesto s'inserisce silenzioso
il mondo delle braccia da lavoro
un tempo erano nostri conterranei
adesso giungono da paesi assai lontani,

la dinamica non è cambiata
10 ore di lavoro
per un pezzo di pane
a cui si deve aggiungere

una parcella quotidiana
al caporale di comanda
senza il quale non puoi attingere
a quella risorsa naturale che è già tua,

donne dalle braccia gonfie
e i visi segnati dal sole
cantano nei campi estesi
ignorando la fatica

sono loro che parlano alle piante
sono loro le padrone
in quel momento ogni istante
cambia il corso del tempo

una canzone in coro
rincuora il malumore
e rende disponibile e franco
anche il silenzioso,

una fratelanza assunta dal dolore
dalla fatica di mestiere
e dal contatto con la terra
dove ognuno nasce e poi muore,

il principale chiuso nell'ufficio
ripete i conti per far bilancio positivo,
e taglia e toglie dove ricavo non produce
immagina di essere un dio

e il mondo ai suoi piedi
ogni appezzamento è appetibile
il contado impoverito è costretto a vendere
per non fallire

altri affamati
in senso bilaterale
aver fame di pane o di soldi
sono la stessa cosa

anzi una differenza esiste
nel primo caso
la pancia si gonfia
e quindi tocca smettere
 
nel secondo è più difficile
far penetrare l'idea di qualche sazietà
la fame di danaro
crea ancor più fame di pria

povero signore ricco
lo compiango
ha quasi tutto
ed è ancora  bisognoso,

gli attimi sono uguali per tutti noi
cosi anche le ore
ei mesi e gli anni
finita la stagione delle piogge,

tocca fare i conti col beccamorto
una cassa in lengo d'acero
o in frassino non aggiunge nulla
al percorso a tempo stabilito,

perchè la natura

gratuitamente offre
e gratuitamente prende
l'unica speranza è nel ciclo
che da cosa nasce sempre cosa

per sempre.


giuseppeciaravolo


domenica 28 settembre 2014

Copia e incolla

Non mi è mai piaciuto lavorare
tanto tempo sprecato
per guadagnare sempre di meno
tutto per raggiungere
un benessere
che è solo utopia,
stranamente più spendi
e più devi lavorare,
più lavori e più spendi
se sei stressato
dai ritmi frenetici
più di riposo cerchi solo svago
uno svago condizionato
dalla alienazione precedente
quintali di canne in fumo
ettolitri di bevande
prendere fiato un attimo
per immergersi ancora
nell'oscuro e odioso mondo
della prestazione a pagamento
l'albero della vita
e quello della conoscenza
sono solo parodie
per mistificare il nulla
troppo spesso questo ci appartiene
senza il quale ci sentiamo soli
una comunità, un gruppo , una fede
sono come antibiotici per il morente
il bisogno nasce non dall'anima
ma dal corpo 
qualunque cosa distogla l'attenzione
dal dramma della vita
è cosa buona giusta
e ci fa piacere,
un piacere che diviene
la condizione stessa
del nostro male quotidiano,
spendiamo interminabili ore
per un solo attimo di svago
sperando inutilmente che duri un po' di più
ogni sensazione cambia,
il correre del tempo fa si
ciò che profumava di lavanda
inizi a cambiare odore
avvicinandosi a quello dello zolfo dell'inferno
inevitabile il cambio di stagione
come la biancheria
l' amante
o la panetteria,
questi cambiamenti ci illudono
ad avere la speranza
in un futuro, 
un futuro che tende al crepuscolo del vuoto
si galleggia ancora
dimenticando in fretta
che nonostante tutto
pur si muore.


giuseppeciaravolo