sabato 15 novembre 2014

Elogio alla solitudine

Quanto è vana la tristezza
quando siamo soli,
con i nostri pensieri
a chiederci il perchè di tante cose ,

questo gioco mentale
è  frutto di un patetico
immergersi negli altri
dimenticando se stessi,

la compagnia non è mai scelta
ci viene imposta
dall'infanzia fino alla vecchiaia
dimenticando noi

cerchiamo di scoprire gli altri,
per sentire qualche cosa
per fare paragoni
illudendoci di consolare

quel vuoto che ci appartiene da sempre,
la famiglia è la prima gabbia
vincoli di parentela e usi imposti
regolano gia dalla fanciullezza,

l'omologarsi al ceppo d'appartenenza
come se fosse garanzia di qualche cosa,
una specie di follia nascosta
fratelli e sorelle

s'ammiccano di complimenti in pubblico
e in privato si azzuffano come iene
la natura in questo caso
ha fatto una eccezione

a differenza delle bestie
noi dotati di  ragione
a maggior ragione ci facciamo torto,
avidi e mai sazi di pretendere dagli altri

quello che per convinzione ci appartiene,

le delusioni non sono amare
se si conosce la natura delle cose
forse fa più male illudersi
credendo di realizzare ciò

che vive solo nella nostra mente,

l'origine dei conflitti
è proprio questo accanimento al prossimo
cercare di convincere il simile al dogma
per indottrinarlo al paradosso,

una vita schiava del sistema
che ti offre molto poco
e quelle poche cose
sono anche guaste,

comprendo chi decide
di farla franca  in altro modo
con birra ,coca e patatine
per annebbiar l'angoscia

di questo strano gioco,

parlare non è più importante di sentire
come correre di camminare
quel che conta ogni giorno
è il tuo singolare passo,

che singolarmente usi
insieme alla tua andatura
per fare il tuo percorso
che ti seguirà per sempre,

anche quando giunge ora
di prepaprasi al fosso,
le lacrime son solo altre menzogne
cio che sembra mancare per l'eterno

viene sostituito a poco a poco.



giuseppeciaravolo




Nessun commento:

Posta un commento