sabato 26 dicembre 2015

IL GIOCATORE

Cola leggera la cera
e dal candeliere scivola giù
fino alla penombra
del tavolo da gioco,

ormai s'è fatto tardi
non si può rimediare al perso
perdendo
con la speranza di vincere ancora,

che tristezza veder buttate
ore di sudore
per pochi spiccioli di fugace felicità,
lo stesso  è per chi non spende nulla,

l'età dei giochi e della sorte
ha lasciato il posto al silenzio
e al segreto della propria delusione
che trasuda dalla fronte come cera,

colando paralizza più del pungente freddo,
comprendere la vita mi consuma
al gioco e alle donne
ho dedicato ore

riuscendo sempre ad essere sconfitto,
questo risultato mi consola
perché del sudore come della cera
non si può impedire la discesa,

le ore sono solo attimi dietro altri attimi
ciascun per conto suo
perdendo un attimo
non significa perdere per sempre,

lo stesso vale per quel che si sente
non è mai lo stesso ogni giorno
forse nel silenzio della fiamma che consuma
è svelato il gran mistero

di chi cercando il godere
finisce per patire amaramente,
non bisogna aver paura
perché sia nell'uno che nell'altro

gli attimi si susseguono separatamente.


Giùciaravolo

mariachi re re re

aspie

aurora

mercoledì 23 dicembre 2015

Ai caduti

Guardo questa parete piatta
e già mi trovo
tra la calce polverosa
incontro le sagome ingombranti

dei caduti in guerra,
che strano.
Non credevo che le battaglie
fossero gare a caduta.

Certo in quell'attimo
quando qualcosa ti trafigge
o ti esplode il corpo
o ti disintegra ancor prima  di capirlo,

la smetti di giocare
per prendere posto
tra i disoccupati eterni
del vuoto polveroso,

tutto tace,
nessuno sussurra
nemmeno una lacrima di azzurro mare,
viene consumata per l'evento,

sarà così...
forse si cade veramente
dal guscio di questa bolla di sapone sospesa
per ritornare al nulla come prima,

ridicole manifestazioni d'affetto
colme di smorfie, lacrime a tempo
e commozioni da consumo
lasciano in breve il passo,

alla bolla che deve andare avanti
come uno spettacolo di mimi senza scena,
in cui tutto si vaporizza nell'istante,
per andare ancora avanti...

ma avanti dove?
Un pettirosso rosso
ha lasciato le ali
sopra il filo spinato,

una lucertola ha raccolto
le poche piume rimaste
per addobbar il proprio abito da sposa
anch'essa deve andare avanti...

senza sapere dove.


Giùciaravolo

martedì 22 dicembre 2015

Sol...stizio

Fottiti amico
se sei ad un passo
dalla fine o dall'inizio,
sappi che le canzoni
sono specchi rotti
per allodole impazzite,
questo gioco
tra la vita e la morte
a lungo stanca,
gridare forte fa solo perdere la voce,
le parole
sono solo delle gran bugiarde,
molti sono sempre disposti a tutto
altri in disparte
sanno di non aver disposizione
nemmeno per se stessi,
una sottile anarchia
vigila sulle correnti leggi
i saggi e i bigotti
stringono le mani al petto,
scongiurando il trapasso,
l'uomo spaziale mi ha stretto la mano
e da lontano salutando
mi ha dato del compagno,
a volte mi chiedo
come ho fatto ad ascoltare certe parole
e in che modo le ho digerite
forse per questo soffro spesso
di mal di stomaco,
fortunatamente riesco ancora a vomitare
profumando il tutto
con la fragranza dell'alloro,
non c'è scampo
questo lager chiamato vita
è solo una gabbia
senza uscita
la soluzione ottima
sarebbe farla finita,
fottiti amico
io non m'appendo al chiodo,
ne spero di volare sopra i campi Elisi
un demone mi morde le palle
ogni stramaledettissimo giorno
un altro me le tira su
per farmele rimordere ancora,
la monotonia dei canti
mi incupisce in modo serio
ed io seriamente li mando affanculo,
la vecchia del sesto piano
ha ucciso suo marito
forse ha vinto una volta
nella sua vita da schiava,
o forse ha perso
in ambedue i casi
era fottuta anche lei
dal principio come alla fine
nei secoli dei secoli
A.M.E.N
GiùCiaravolo

mercoledì 16 dicembre 2015

All'amico Cecco

Una merda sul tappeto
più in la quattro bottiglie
appena scolate
ancora intrise d'avidità di bere,

dire la verità
non è mai una cosa buona
si ferisce la codardia e l'ingenuità
di chi ancora vuole credere,

meglio sognar che obbedire
prosciugando a sforzo
qualsiasi proprietà
in virtù di sollazzo e perdizione,

questo mondo è nato matto
non c'è speranza per nessuno
perchè tutti si muore
fanculo i Calvinisti e le loro regole,

fanculo gli evangelisti, i cattolici, i buddisti,
i fascisti, i nullisti e compagnia cantata,
io vivo da solo
e la mia regola sono io.

non m'importa d'aver più ragione d'altri
non mi interessa avere più provviggioni
non odio e ne provo rancore
per la felicità che non bussa alla mia porta,

ci piscio sopra  a questa felicità,
perchè è finta e poco m'appartiene,
meglio godere poco
che fare finta di godere tanto,

chi mi ha messo al mondo
non ha fatto i conti bene
nacqui e crebbi nelle menzogne
e ne soffrì davvero tanto,

or ora non sento alcun giovamento
la mia anima è appesa ad un filo
e la mia coscienza
è in culo alla balena,

sono fuori da tutti i teoremi
vedere gli altri mi sgomenta,
sorrido e compiango
i fedeli della creatura morta,

la speranza è un aborto
e l'anima gioca tutto al superenalotto,
questa specie di vita
chiamata tale dai viventi,

è una vera gogna
intrisa di fetitidi umori di fogna cittadina,
la retorica mi fa inorridire
la cosa buona e giusta

è solo quella di morire.



Giùciaravolo


martedì 15 dicembre 2015

De crescenzo Natale

Timpani e tamburi
l'ora è arrivata
i malcontenti giocano a sorte
sotto l'albero degli impiccati,

qualcuno punta
qualcun'altro osserva
nessuno rimane da parte
tutti sono presi da qualcosa,

uno strano e untuoso senso di noia
aleggia all'interno delle cavità orbitali,
perfino il mio pinocchio stabile
è scappato via,

spade e bastoni si alternano
con coppe e danari
il fante è sotto al cavaliere
e quest'ultimo in pugno al re trionfante,

la filibusta cede a passo d'oca
più terreno al buonismo da parata
una covata di profeti inclini all'ottimismo
invade le strade luccicanti,

si crede in questo modo
di scacciar qualsiasi malefizio,
facendo doppio torto
al cinico e all'orbitante,

che  per natura essendo limitati
stanno ben'accorti al proprio orifizio,
essi lo usano  in maniera così speciale
per cui mangiare e defecare

sembrano la stessa cosa,
vomitevoli rigurgiti
invadono le strade a festa
sotto la sottana una monaca indossa il perizoma,

presto ci sarà la veglia
e poi una grande sbornia
per dimenticare tutto quel delirio
a cui non credono nemmeno più i cani,

fingere non aiuta
sopravvivere nonostante tutto
giova all'ipocrisia
per vestire il prossimo futuro a lutto.



Giùciaravolo




martedì 8 dicembre 2015

Ci vuole

Ci vuole un gran coraggio
ad uscir di casa
di questi tempi,
sarebbe meglio astenersi

rimandando tutto al dopo,
la solita monotona tradizione
che prende ogni giorno,
sempre più persone in giro,

gli accattoni lo sanno
e in questo preciso istante
formulano nuove posizioni
per i pellegrini stanchi,

dopo un'ora e mezza di lezione,
la solita lezione del curato
spendere qualche obolo
rinfranca lo spirito purificando l'anima,

tra questi spicca,
quella fatta dai gran filibustieri
che durante l'anno frodano gli ingenui
rimanendo sempre a galla,

ci vuole un gran coraggio
a guadagnare troppo
senza fare un cavolo,
tutto sulle spalle degli asinelli,

sodomizzati da un sistema
che ci inganna
giorno per giorno,
ora con questo ora con quello,

la libertà è una prostituta
che ha dato il culo molto tempo fa,
nessuno se ne accorge,
l'ulivo tace e il bigotto acconsente sempre,

mi disgusta vedere i visi gonfi
dei maiali ingrassati
che con opulenta e sfrenata prodigalità
consumano avidamente

le poche  risorse ancora disponibili,

un formicolìo di membra senza meta
s'appresta a comprare l'impossibile,
perchè anche quest'anno è assai speciale,
una patetica illusione,

resa ancora più patetica
da bocche piene
di risate isteriche liberatorie,
giusto per far scena,

ci vuole un gran coraggio
a farsi chiamare poeti di questi tempi
lo scrivere è come andare al cesso
ciascuno produce il proprio tanfo

tutti sono detti
ma nessuno dice,
ci vuole un gran coraggio
ad ammettere a se stessi

che si è giunti ad un nuovo punto
senza aver prima definito il precedente.


Giùciaravolo




lunedì 7 dicembre 2015

Andate a fare i guru

Questa superficialità stona
non si è immuni dal trapasso
cio che fummo e che saremo
non è storia da poco,

le sensazioni sono eterne
tutto il resto è solo trasposizione,
non si può capire il sapore
se non si assaggia,

cercare di conoscere l'indefinito
significa indefinirsi
delle parole vibrano i suoni
non le congetture,

costruire a proprio modo
per capire
significa
ingannare se stessi e gli altri,

godete amici miei se potete
la libertà di capire e non
è solo una prerogativa personale
non lasciatevi coinvolgere

in sensazioni che non saranno mai vostre
lasciate un bacio al vento
e una carezza al mare
scoprirete quanto è facile

superare i limiti
di una materia che non esiste.


Giùciaravolo

mercoledì 2 dicembre 2015

Io sono...

Io sono l'infinito,
la luce e le tenebre
il caldo e il freddo
l'alto e l'infimo,

il deserto e la foresta,
il bianco e il nero
il maschio e la femmina
l'indomito e  il pusillanime,

il falso e il vero,
il troppo e il poco,
il tenero e il duro,
l'indeterminato e il concreto,

il bello e il brutto,
il buono e il pessimo,
il dolce e l'amaro,
il triste e l'ilare,

l'arrogante e il modesto,
l'amabile e il detestabile
l'invisibile e il palese
il despota e l'umile

il servo e il padrone,
l'orbo e il veggente
subdolo e onesto
parco ed eccessivo,

io sono l'infinito
così come sono
e all'infinito non si chiede
e ne si da il perdono.


Giùciaravolo