mercoledì 16 dicembre 2015

All'amico Cecco

Una merda sul tappeto
più in la quattro bottiglie
appena scolate
ancora intrise d'avidità di bere,

dire la verità
non è mai una cosa buona
si ferisce la codardia e l'ingenuità
di chi ancora vuole credere,

meglio sognar che obbedire
prosciugando a sforzo
qualsiasi proprietà
in virtù di sollazzo e perdizione,

questo mondo è nato matto
non c'è speranza per nessuno
perchè tutti si muore
fanculo i Calvinisti e le loro regole,

fanculo gli evangelisti, i cattolici, i buddisti,
i fascisti, i nullisti e compagnia cantata,
io vivo da solo
e la mia regola sono io.

non m'importa d'aver più ragione d'altri
non mi interessa avere più provviggioni
non odio e ne provo rancore
per la felicità che non bussa alla mia porta,

ci piscio sopra  a questa felicità,
perchè è finta e poco m'appartiene,
meglio godere poco
che fare finta di godere tanto,

chi mi ha messo al mondo
non ha fatto i conti bene
nacqui e crebbi nelle menzogne
e ne soffrì davvero tanto,

or ora non sento alcun giovamento
la mia anima è appesa ad un filo
e la mia coscienza
è in culo alla balena,

sono fuori da tutti i teoremi
vedere gli altri mi sgomenta,
sorrido e compiango
i fedeli della creatura morta,

la speranza è un aborto
e l'anima gioca tutto al superenalotto,
questa specie di vita
chiamata tale dai viventi,

è una vera gogna
intrisa di fetitidi umori di fogna cittadina,
la retorica mi fa inorridire
la cosa buona e giusta

è solo quella di morire.



Giùciaravolo


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