domenica 25 ottobre 2015

Un solo bacio per dirsi addio

Sarà capitato anche a voi
avere un incontro ad una festa
quando la gente  è distratta
e si può finalmente far ciò che si vuole,

ero intento a versarmi
un copioso calice di bourbon
quando vedo uscir dalla penombra
una bella figura di donna,

la guardo e le sorrido,
lei s'avvicina
prende il mio calice
e manda giù in un sorso

a cui segue«Limoniamo?»
Annuisco senza dire nulla
intanto mi verso da bere per la seconda volta
questa volta il calice è mio.

un'aria strana
s'impadronisce delle mie narici
un lezzo violento e virulento
penetra nelle parti più nascoste del mio olfatto,

mando giù di botto
quella bevanda acida
e m'accingo al mio dovere
quando m'accorgo l'origine del male oscuro,

costei molto carina
soffriva d'alitosi
povere le mie narici
la lingua s'apprestava ad abdicare

nelle profondità della laringe,
ormai era tardi per ripiegare
un tuffo nell'immensità del tanfo
nel contempo le mie mani

trovavano riparo
la dove non batte il sole,
un vortice di sensi inspiegabile
accompagnato da quel tremendo tanfo

diventato familiare
per ragione di necessità di fatto,
l'amplesso durò parecchio tempo
e ad ogni bacio richiesto

mandavo giù un altro calice pieno
come un condannato a morte
a cui non si nega nè il cordiale
e nè la sigaretta.

ad ogni bacio maledetto
ricambiavo con le mani e tutto il resto.
Fortunatamente fu solo un'avventura
anche se l'amore è cieco

l'olfatto ha le sue ragioni per inorridire,
quel tanfo mi rimase in testa per parecchio
quando m'avvicino ad un bidone
sembra che profumi

come un fiore.


Giùciaravolo





mercoledì 21 ottobre 2015

Brezza amara

Quest'anno la tramontana
è arrivata giù
da una direzione insolita
profumando l'aria d'incenso e alloro,

dopo la domenica
viene quasi sempre il lunedì
così l'immaginava
l'amico andato,

un soffio di leggera allegria
stemprava il freddo pungente,
nella propria solitudine
ciascuno fa i suoi conti

l'oste finge d'essere assente
perché vuole presentarti il conto
solo a fine atto
quando cala il sipario,

quando tutti vanno a casa
certi di risorgere il giorno dopo,
per raccontarsi ancora cose
che si perdono nella memoria,

il repertorio è sempre uguale
una smorfia di sorriso
per nascondere le lacrime,
una battuta ad effetto per svelare qualche cosa,

ciascuno nel suo letto
ritorna nel proprio stato d'incoscienza,
forse questa è l'unica certezza,
o forse no,

di questo senso unico alternato della vita
c'è solo d'aspettarsi la calata di sipario
per dire addio agli amici
per avviarsi verso il crematorio,

le insidie ed i pettegolezzi
vengono cremati insieme al feretro
i compassionevoli d'occasione
ripetono a memoria le solite  patetiche litanie,

disgustose malelingue
schiave del proprio tormento
si fermano per qualche secondo
riprendendo appena dopo con più veemenza,

anche un funerale
è una commedia
in cui il protagonista
può ritenersi effettivamente assente.

l'angelo custode ha abdicato
in favore della morte
forse stanco o troppo impegnato
per rovinar la vita ad un nuovo arrivato,

in questa brezza amara
dal color violetto
si scioglie il volto dei dimenticati in vita,
il gufo e la civetta dormono questa notte.

vogliono scongiurare la paura
di finire come il tale,
abbracciati aspettano il nuovo giorno
nell'attesa che faccia buio presto

per  continuare a cacciare come sempre.

Giùciaravolo





giovedì 8 ottobre 2015

Cordialità

Ancor gioisco
nel trovar soccorso
quando non ne cerco,
perchè della sfortuna

che mi viene addosso
ne faccio un sacco a pelo
e lo arrotolo e lo stendo a modo mio,

a dar soccorso
alla mia persona
si fecero avanti in quattro
per aiutarmi in due,

probabilmente l'eco dell'antica usanza
di aiutare il samaritano
ha radici assai profonde,

non mi dispiace,
ma i problemi sono fattori umani
e ciascuno lava le sue rogne

col proprio sangue.


Giùciaravolo

lunedì 5 ottobre 2015

L'ultima cicala

Il sordo stillar
della fontana
sotto l'arco antico
del portone di mia nonna,

accompagna il dolce canto
dell'ultima cicala,
che seguita a modular
le infinite note della gaiezza d'amor,

impavida all'arrivo dell'inverno
presto cesserà il suo canto
addormentandosi col dolce profumo
della tardiva zagara di bergamotto.


Giùciaravolo

domenica 4 ottobre 2015

Un attimo di riflessione

Non aspettar che giunga notte
per dire "ormai è tardi"
non aspettarti molto dal prossimo
quando sai benissimo

che solamente tu puoi
darti quello di cui hai bisogno.
Certo è vero negli altri siamo immersi
quando amiamo

e non ci accorgiamo
delle differenze
perché queste non hanno importanza
se siamo noi a perceprine la consistenza,

vorrei essere la primavera
nel tuo corpo mia amata
per far fiorire tutto
in un momento,

non m'importa se tutto questo ha senso
non m'aspetto che tu mi dia il consenso
io t'amo così follemente
che forse nemmeno te ne accorgi

ma stai ben certa che
non è tempo perso
meglio dare il cento
che metà di un quarto per un complimento.

Giciaravolo





giovedì 1 ottobre 2015

Questione di questua

Che il mondo e i suoi abitanti
sia un luogo strano
e in incostante cambiamento
è cosa risaputa,
ma dell'ingegno
e di fortuna
a ciascuno
il proprio pegno.
Tano e Mustafà
trascorrevano felici le giornate
all'ombra dei vuoti scolati puntualmente
senza più tener la conta.
a differenza d'altri
che al godere
preferiscono la corsa
come sarde col pepe in coda.
Per viver tra le braccia di Dioniso
tutte le ventiquattrore,
è impresa da titani,
ancora più difficile è iI danaro senza lavorare,
i soldi nei vizi
fungono da biglietti di partecipazione,
non è importante averne troppi
tutto è in funzione dei premi in promozione,
a questi basta una boccia
ogni volta che vien sete
e la sete abbonda
quando il vino passa dallo stomaco alle vene,
mendicavano senz'aver successo
chiunque disgustato
non avrebbe dato un obolo
per due conciati in questo modo,
la gente ama fare l'elemosina
non ai vagabondi alticci
ma a chi con estrema umiliazione
si prostra con mano monca seduto sul cartone.
Spesso questo funziona
e fa sentire meglio
chi in cuor suo crede di far la buona azione
ignaro d'esser preso per i fondelli,
Una patetica pratica di adulazione.
Qualcuno si prostra così in basso
da mettere in evidenza solo il cartone
da cui emerge la scritta a penna
"Aiutatemi! Desidero fare l'accattone.
I due bislacchi per non cader più in basso
pensarono di adottar un cane
per far presa sui passanti
con maggiore compassione,
il cane fu rapito notte tempo da un canile
era tutto bianco
e anche troppo pulito
lo imbrattarono in ogni parte
con sputi grasso e melma
per rendere la scena più credibile
gli coprirono un'occhio con una benda.
Fu così che i soldi iniziarono
a scivolare nella ciotolina
come pedaggio per una nuova berlina
moderna e assai interessante,
una signora mossa da animo nobile
e per amor dell'animale,
prese dalla borsa un bigliettone
facendolo scivolare lentamente
ordinò così a quei due
"Portatelo subito a lavare!"
è cosa indecente portare in giro così
quel povero animale.
Il cane non fu lavato,
come rinunciare al facile guadagno
se lo scopo anela al bere
e non a fare il questuante per i cani,
l'effetto fu sproporzionato
le bigotte fecero ricorso
chiedendo aiuto al curato
per aiutare il cane vagabondo e i suoi aguzzini,
in questo modo il cappellano
adottò tutto l'insieme
offrendo vitto e alloggio
ai due approfittatori e alla bestiola
in cambio di qualche lavoretto
svolto in chiesa dopo la funzione,
lontano dagli sguardi dei fedeli attenti
la religione è per l'elitè non per i vagabondi,
Tano e Mustafà non si smentirono
tra un lavoretto sottopagato
scoprirono il forziere del sovrano in tonaca
composto da diverse taniche
contenente quell'ottimo vino
che nella funzione è necessario
quasi quanto le oblazioni
che in questo caso sono legalizzate,
nel giro di qualche clessidra
e per diversi giorni
il devoto frate nel tirar la tanica
per far rifornimento,
fece per fare forza
credendo nel peso del contenitore pieno,
tirando forte come al solito
s'accorse che questo era quasi tutto vuoto.
il numero totale delle taniche era di sei
ne rimase così poco
da ungere appena il dito
e fare il segno della croce.
Apriti cielo!Bere il sangue del divino
è sacrilegio.
I due bontemponi furono sbattuti subito fuori
anche se era pieno inverno.
Qualche volta li vedo ancora in giro
sempre col loro sorriso smorto
affacciato ai pochi denti ancora vivi
s'inventano nuove cose,
uno fa il mago,
indovinando il futuro degli allocchi di passaggio
l'altro tiene in mano una figura a croce
e regala i numeri per il bancolotto,
le cose vanno bene e vanno male
nel bere non c'è nè estate ne inverno
i passanti sono polli da spennare
e le tasse e il governo
Che vadano tutti a cagare!


Giùciaravolo