mercoledì 29 giugno 2016

Favola del buon pastore

Un tempo non so dove
nè quando e sopratutto perchè
in compagnia del proprio gregge c'era
un certo pastore.

Egli si considerava buono
altruista e parsimonioso
abile nel tosare e nel macellar le carni
puntuale e rispettorso della natura.

La sua vita era colma
di attenzioni per se stesso
e per il proprio gregge
divideva ogni cosa

con le povere bestiole
che puntualmente macellava
il sabato di ogni mese ombroso.
Tutto filava liscio come l'olio,

questo pensava lui
anche se a dir delle pecore
le cose stavano diversamente.
Tuttavia aveva un grosso problema da risolvere,

come allontanare i lupi
dalla propria redditiva famigliola.
Escogitò un piamo
che a parer suo non poteva che essere

più che perfetto,
quando si è da soli
con animali che sanno solo belare
è un vantaggio che non ha eguali.

Pensò di risolvere la questione
servendo una calda zuppa
a base di carne di pecora
ben condita e con scaglie di pecorino.

Non era una novità
tempo prima
aveva servito la stessa zuppa
con una piccola aggiunta di veleno,

la sorpresa dapprincipio fu gradita
dai famelici animali
per essere poi smentiti
dai mortali dolori addominali.

Egli era convinto
che servendo ogni giorno
una zuppa calda, senza veleno questa volta,
poteva ottenere molto di più.

Fu così che i lupi affamatissimi
dopo vari timidi approcci
si fidarono dell'umano
e mangiarono tutta la pappa.

Trovarono la cosa così speciale
che finito il pasto
mangiarono anche il pastore
e a dir loro

era veramente buono.


Giùciaravolo

domenica 26 giugno 2016

San Zuen e l'itexit

I tempi corrono veloci
ed io perdo terreno
non mantendo il passo
perchè in affanno con il mondo.

Lungo le piccole strade
della piccola città opulenta
grovigli di capanne
attraversate in ognidove

da sciami di locuste
avide di acquisti
pronte a far correre il denaro
sul medesimo binario morto.

Donne tinte e imbalsamate
mostrano ai passanti
le proprie mercanzie
in compagnia del coniuge e della prole,

tette culi e addomi
fanno a gara per prender posizione
nel calderone dell'estate
che ti vuole felice ad ogni costo,

il povero battista
dall'infinito nulla
grida come al solito il medesimo anatema
così come ci è stato tramandato falsamente,

nessun dio compete
sono solo questioni umane
a dir la propria si paga sempre il prezzo
l'ingiustizia regna sopratutto

nell'isteria di queste feste,
il buon Giovanni sapeva di finire male
con l'opzione di finire cotto come un pollo
o rimettendoci tutto il girocollo.

Quest'anno sono aumentati i genuflessi
accattoni travestiti da mutanti
con il medesimo cartello
sono italiano aiutatemi a mangiare,

lavorare è un prostituirsi a poco a poco
sapendo di aver ceduto il culo
per pochi spiccioli
consapevole di farlo anche il giorno dopo.

Sagome ingombranti
invadono il mio campo visivo
inquietanti visi dall'aspetto cereo
felicità e follia impressi in quei tratti,

tra questi uno simile al giovane Andreotti
più in la un altro che conosco
tramontato quando io ero in erba
per eccesso di adrenalina nelle vene.

Fumi e tanfi di ogni tipo
perforano i miei polmoni
aiutati per fortuna
dal numero di sigarette che fumo,

l'appetito m'è passato in un momento
ho bevuto avidamente un sorso
e poi un altro ancora di birra locale
venduta a caro prezzo,

bambini in spalla
portati come trofei
esposti al nulla dall'isteria generalizzata
con genitori mentecatti

che vogliono dimostrare al mondo
di avercela fatta
certi di essere benedetti dall'eterno
inconsapevoli di aver creato altro patimento.

Sul pennone del palazzo
del capitan fracassa
sventola il tricolore in alto
e un po sotto quello stellato dell'unione,

un ordine inverso sembra voler prendere piede
da quanto mi risulta
è il tricolore a dover subire
i nefasti influssi del cerchio di stelle.

noi in europa non ci siamo mai entrati
anche perchè risulterebbe difficile
spostare tutto lo stivale
per ficcarlo nel culo a questa astuta meretrice,

una farsa tenuta a galla
da chi regge il gioco a senso unico
che per mantenere il proprio regime
cambia le leggi a proprio piacimento.

Lasciamo perdere ogni speranza
noi che non siamo mai entrati o usciti
da nessuna parte
queste cose appartengono ai grandi

e noi come quei bimbi portati in spalla
siamo solo dei trofei
pronti ad essere violentati
dai nuovi burocrati del nulla.

In queste occasioni c'è sempre la sorpresa
così come per incanto
rivedo un mio exitamico di vecchia data
di cui non avevo notizie da anni,

lui angosciato per le mie disgrazie
mette le mani avanti
parlandomi delle sue
quasi a voler difendersi dall' invisibile attacco,

mai e poi mai chiederei aiuto a questi
la pecunia e l'amicizia
son differenti per natura
e questo è vero.


Giùciaravolo






venerdì 24 giugno 2016

Certe volte...

Nella maggior parte dei casi
che attraverso col po che mi rimane
non vi nascondo,strada facendo
che mi sento un imbecille,

non è una situazione di adesso
anzi al contrario è follemente antica.
Mi sento un imbecille
quando faccio la fila per pagare,

mi sento un imbecille
quando aspetto il giorno della paga
per illudermi di essere felice
pagando un  prezzo troppo alto,

mi sento  imbecille
quando penso che le mie idee
potrebbero cambiare il mondo
e ben m'accorgo che ambedue cambiano me,

mi sento un imbecille
quando dico ti amo
alla mia compagna di sempre
di cui non gliene frega un cazzo di me,

mi sento altretanto imbecille
quando cerco d'insegnare
qualcosa ai miei figli
consapevole di illuderli soltanto,

mi sento un imbecille
quando cerco di spiegare a certi asini
che oltre alla biada
esiste anche il cielo,

mi sento un imbecille
quando vedo passare
un cadavere in corteo
pensando di essere io il prossimo,

mi sento un imbecille
quando sono allegro
e a denti stretti maledico l'illogicità
di certi momenti ritenendoli perduti ed infantili,

mi sento un imbecille
quando all'ombra dei scaffali
disegno lew mie mappe
che non portano da nessuna parte,

mi sento e non mi vedo
tutto è surreale non so se mi spiego
quel che è più importante
è che mi sento un imbecille.


Giùciaravolo

martedì 21 giugno 2016

Maturando

Amici miei
giovani in erba
che tanto ne fumate,
per disintegrare l' immondo mondo

che vi abbiamo regalato,
non lasciatevi prendere dal panico
di questo insulso esame da Pulcinella,
quello che imparate

lo dimenticherete
presto ed anche troppo in fretta.
Questa gogna che ci tiene prigionieri
ci toglie l'anima, ci sfianca, ci incupisce

per renderci deficienti omologati
al sistema dei tanti in mano ai soliti pochi,
non abbiate timore di sbagliare
le regole sono come le supposte

ti entrano dall'ano
per farti guarire
ma intanto ti rompono il culo,
non recitate a memoria

piuttosto cercate di capire
perchè nessun frutto è maturo
quando sa  che il suo destino
è solo quello di marcire,

amate le cose se volete
per quel che sono
e sopratutto per quel che voi volete
affanculo Dante, Petrarca e Guinizelli,

son morti che parlano da soli
non so se mi fanno più schifo loro
o gli insegnanti che per ruolo
esercitano un certo potere,

un potere che pretende
di stabilir la quota
tra l'ignorante e il sapiente
mettendo in coda ogni possibile diversità.

Ricordate che un pezzo di carta
non da la dignità, anzi la toglie
l'umanità ha già troppi titoli
e pochi risultati

è l'uomo che fa la storia e non viceversa
ricordatevi  di essere di essere stati
e quel che avviene nel passaggio
è solo scienza vostra ed è eterna e uguale

per ciascun  di voi,
la potenza è nell'essenziale
e ciò che è non sarà domani
vivere la vita non è argomento d'ogni giorno,

l'anima, il teorema sono solo mezzi
senza alcuno scopo
è d'uopo essere felici ad ogni costo
e la maturità rende felici

almeno per un poco,
ma la realtà è tutt'altra cosa,



Giùciaravolo

sabato 18 giugno 2016

Carne da macello Aristide Teodato(3)

Intanto che i poeti
strapazzano quel che rimane
del povero e antico verbo italiano,
i marpioni di sempre
fanno i loro conti
a danno dei perdenti,
chiusi nei propri angosciosi silenzi
blindati nei segreti di sempre,
stabiliscono le quote
di chi vince e di chi perde
non rimettendoci mai di proprio.
Farabutti col cilindro in mano
da cui come per incanto
fuoriescono banconote
a costo zero
pagati a caro prezzo da quasi tutti noi.
Una truffa agevolata
dai cartelli del potere,
politici banchieri e figli di puttana
fanno girotondo sul cadavere
del pensionato tonto
che in virtù della propria proverbiale correttezza
affido l'ammontare intero
della propria esistenza.
Non è difficile capire
come questi fanno i conti
e come creino dal nulla
i numeri per far felice i tonti,
provate ad affidar
a queste iene
un certo numero
dei vostri risparmi del lavoro
da quel numero
ne fanno altri mille
ricavandone centomila
restituendo quasi zero al cliente,
ancora peggio
se si richiede un prestito
in quel caso la beffa ha valore doppio
è come avere una fascetta stretta al collo
e una tenaglia che ti strappa le budella dal sedere
Qualcuno di affermò
che chi possiede il danaro governa il mondo
ci andò abbastanza vicino
in realtà chi crea il danaro governa tutti noi.
Poveri noi senza via di scampo
giocare per forza alla roulette
per perdere per sempre,
intanto il banco stabilisce il gioco
e per questo vince sempre.
Capire questo certo non m'aiuta molto
difficile accettare questa situazione
fingendo di essere con la coscienza a posto
la schiavitù monetaria
è il cancro della civile convivenza.
Intere nazioni costrette a tirar la cinghia
in cambio di piccole e ridicole prestazioni.
Aveva ragione il buon Auriti
a chiamarli criminali.
Tutto gira in funzione di questa megatruffa
il pil, la crisi e i periodi di congiunzione
sono stabiliti dai quattro cavalieri dell'apocalisse
che dalla notte dei tempi
detengono le redini e la frusta
del gran carrozzone
di noi cazzoni tutti
costretti per necessità ad essere sempre più virtuosi
Coscritti dal sistema
che omologa i pensieri secondo le correnti,
intanto che voi poetastri
vi masturbate nel vostro autocompiacimento,
questi vi stanno fottendo
ogni giorno a poco a poco.
Votare non serve a nulla
chi ci dovrebbe rappresentare
in realtà rappresenta
solo gli interessi particolari
abili mentitori con la faccia da saponetta
venderebbero la propria madre
pur di stare in vetta
con la lingua fuori misura
pronta e lesta
a leccare il culo a questi strapotenti.
Per piacere non mi date del complottista
è da una vita che sotto tono
parlo di queste cose
nessuno ascolta, tutti dicono la propria
illudersi e mentire sono la stessa cosa
le regole del gioco vengono tramandate
per le generazioni future
l'inferno è in questo mondo e il paradiso altrove.
Sono certo che in un lontano futuro
questa merda raggiungerà la superfice
e molti si sveglieranno dall'apatia
e dal sonno per disarcionare
i quattro cavalieri dell'impunità
ed inchiodarli ai quattro angoli della terra
in compagnia della grande meretrice.*
Giùciaravolo
meretrice-Chiesa di qualsiasi credo

venerdì 17 giugno 2016

Aristide Teodato(2)

Qualcuno disse...
bisogna far di necessità virtù...
non so chi fosse
certo si trattava di un gran bugiardo.
come certi scritti aleatori
letti un po qua un po la
nell'invisibilità della comunicazione moderna
fatta più di fili che di sostanza.
allora inutile fingere
di dormire sugli allori
meglio restare svegli
con le spine nello stomaco.
il profumo di certe creazioni
a lungo stanca
simile e sicuramente superiore
al tanfo lasciato dalla flautenza interiore.
vorrei dirne quattro
ma mi accontento
di cantarvene
soltanto due
a leggere certe cose
mi viene il mal di pancia
disgustose accozzaglie
di emozioni a breve scadenza
arrivederci a dopo
mi raccomando
continuate a dormire
pensando di essere coscienti
...arrivederci si fa per così dire...
a dopo.
giùciaravolo

Aristide Teodato

Teodato è un ragazzo stagionato,
per sua fortuna
solo dopo anni di sacrifici
è riuscito a mettersi l'alloro in testa.
purtroppo la vita
pone sempre nuovi ostacoli
e così come per incanto
da sistemato si trova disoccupato.
cose che accadono ai vivi
i morti dal canto loro in parte
sono fuori da ogni impegno
altri attendono il giorno del ritorno,
l'ilarità nella tristezza
è un toccasana
si debella ogni incertezza
in cambio di un po di sano svago.
così da un giorno all'altro
pubblicò un annuncio
un tantino originale
così da fare colpo sul lettore,
per intraprender nuovo viaggio
in direzione di un oltre
che supera qualsiasi interdizione
perchè riguarda il proprio intento.
"Ragazzo datato offresi in cambio di provvigione"
le lettere che sono amanti traditrici
sono sempre pronte a crear fastidi
sopratutto nell'invenzione
quando alla foga dello scrivere
non si esegue attenta correzione.
col cambio di una lettera
muta anche il significato
e cosi che il giovane da datato passò dotato.
giunsero valanghe di prenotazioni
giovani avvocati, signore antiche
e personaggi di ogni tipo
la garanzia delle misure da il suo bell'effetto.
alle prenotazioni s'aggiunsero i complimenti
la fantasia galoppa come un destriero
quando il desiderio prende il sopravvento.
il primo passo era stato fatto
occorreva il successivo
ma tutto è vano se manca la materia prima,
tutto sommato riscosse un po successo
e per un momento fu contento.
scrisse ancora per apportare correzione
qualcuno biasimò il gesto
qualche altro fu deluso, qualche altro indifferente
solo uno rimase tenacemente
attaccato al proprio intento..
così da un giorno all'altro
si trovò a capo di un ufficio competente
grazie all'aiuto di quest'ultimo lettore
che per sua convinzione
sperava un giorno di poter
esser contracambiato adeguatamente,
la filantropia ha tempi lunghissimi
e costui attese fino alla fine dei tempi.
giùciaravolo

sabato 11 giugno 2016

DEFECANDOME

Dall'ombra dell'umido antro
si vien fuori per necessità di fatto
scegliere o esser scelti
è prerogativa solo del fato.

Dalla prigionia del corpo
si passa all' adattamento
dei propositi e del linguaggio
per scimmiottare

chi lentamente se ne sta andando.

Una prigionia senza via di fuga
dalle braccia degli affetti
a quelli dell'istituzione
carogna e deficente.

Un verso si ripete dietro un altro
per essere sempre presente,
come ragli d'asino
costretto a trascinare il carro

per non lasciarsi andare contro corrente.

Nel lavoro si cela un gran segreto,
debbellar la mente per stancare il corpo
estinguere la coscienza dell'uno
in cambio di una più generalizzata,

che non a caso ti colloca sempre
dietro a qualcun altro
senza avere la possibilità
di vedere oltre, oltre...il niente

un deserto nel deserto ecco cosa siamo.

vorrei poter volare
almeno per un poco
così per gioco non per soddisfazione
l'essere ingrato m'ha reso meno deficente,

non appartengo alla folta schiera
della gente a posto
preferisco cambiare direzione
a secondo di come tira la corrente,

non sono qualunquista e ne voltagabbana.

Mi piace scrivere sul nulla
per dimostrare il niente
una perdita di tempo senza scopo
come questa specie di esistenza

chiamata erroneamente miracolo vivente.



Giùciaravolo

FATEMI IL PIACERE

Certe volte anzi...quasi spesso
quando mi guardo allo specchio
mi ritrovo sempre costipato
delle stesse identiche fobie,

lo sguardo attento
un po  sul cuoio cadente
un po sul pene penzolante
e mi ritrovo in forma come sempre

il pelo è raggrinzito
come una vecchia coperta,
il fisico reagisce
a tutto questo inevitabile andamento

con una smorfia
che assume il peso di un sorriso,
vorrei correre per i campi
ed inseguir leggiarde donzelle,

ma il fisico è capace
solo a fare qualche passo,
e la voglia a voler fare chilometri
è da un po che non stanno insieme

come un tempo.

Il fosso si prepara
ad accogliere l'ennesima idiozia
di pancia o supino
poco importa,

l'importante è affrontar la sorte
in allegria.
Ciascuno è artefice del proprio destino!
Ma quando mai.

tuttalpiù possiamo ricamare
qualche cosa
così per creare quella differenza
dagli altri disgraziati mortali,

ma è certo che siamo tutti fottuti
in partenza.

Ho pensato che per risparmiare
al cimitero mi farò mettere con la testa fuori
cosi da non sprecar altro danaro
in futili e antipatiche immagini senza tempo.
.
Se per caso passate da quelle parti
per favore non spegnete la vostra cicca
sul mio cranio decadente
fate un giro largo e sparpagliatevi infinitamente.


Giùciaravolo

domenica 5 giugno 2016

Al molo(Cesenatico)

Lungo il canale
che dall'interno giunge
al mare aperto
soffia un leggero vento

in senso contrario alla corrente,


lunghe scie di argentei avannotti
seguono quella direzione
pronti a prendere il largo
in ogni direzione,

uniti per confondere le acque
ai terribili predatori
del mare del cielo e della terra
qualcuno muore qualche altro no.

Le bitte allineate sul candido selciato
sono martelli senza punta
e senza scopo stanno ferme
in attesa che si attracchi ancora,

vecchie bagnarole
dai colori fatiscenti
si consolano all'ombra delle reti
rimembrando i propri nomi,

sui fianchi i segni
della continua lotta
tra salsedine e vernice fresca
tra liquido e solido,

più in la un paranco arrugginito
e al suo fianco
un mezzo marinaio
rotto e rinsecchito,

i bagnanti stanno dall'altra parte
pronti a fare i conti
per il prossimo venturo,
l'obbligo è spremersi fino all'esaurimento,

code lunghissime di autovetture
fanno lunghi girotondi per cercare
un posto all'ombra ed uno al sole
spendendo così le proprie ore di riposo,

il sole verso sera
sembra voler lanciare l'ultimo anatema
con la promessa di un nuovo giorno
ancora più afoso del precedente,

un piccolo escremento
galleggia nel rio verdastro
indeciso alla direzione
consapevole d'esser gia stato digerito,

e in attesa di una nuova sistemazione.

Giovani ubriachi fanno la corte
a vecchie baldracche
l'allegria anestetizza per un poco
lo sgomento di una vita senza senso,

un gabbiano rotola
nel bidone  dell'indifferenziato
in cerca di un pasto certo
senza pagare il coperto,

giovani avvenenti dai seni prosperosi
danno inizio alla stagione degli amori
dietro le quinte aquile e avvoltoi
pronti a far banchetto di nuovi freschi fiori,

scivola leggero
il mio sguardo silente
sulle cose già passate
e per autoconvincimento

decido di non partecipare.


giùciaravolo

giovedì 2 giugno 2016

Parzialmente sderenato

Dio non vede e non duole
come l'occhio ammiccante
del portator di pece
che la scambia come fosse pace,

all'orizzonte poche sagome
di morti che camminano
continuando a sperare
di oltrepassare il confine,

i provincialotti dalle guancie gonfie
sbraitano enunciando
l'ennesima nuova soluzione
che a dirla tutta

è molto simile
a quella finale e definitiva
creata ad arte
dal folle alemanno,

l'odio è più simile al pane quotidiano
e la pace un lunghissimo digiuno
per un mondo fatto quadro
in mano a pochi tonti,

fiacco m'accingo ad ascoltare
i sussurri dei miei antichi morti
che con voci bislacche
m'inducono a seguir il corteo delle vacche,

preferisco di gran lunga
il pelo della fica
che quelle grottesche rappresentazioni
di scarsa consistenza,

mi sdegno giusto un poco
ritornando a scrivere
per i cavolacci miei.
Non amo il mondo

anzi lo disprezzo
la natura questa gran baldracca
ci  costringe col suo pungente cilicio
alla penitenza  che non arreca beneficio

nemmeno se sei stato santo in partenza

per giungere alla fine
un po rincoglionito
senza aver mai taciuto
per non aver capito.


giùciaravolo