lunedì 26 dicembre 2016

Cannibali (di Giuseppe Ciaravolo)

Cannibali (di Giuseppe Ciaravolo): Cannibali (di Giuseppe Ciaravolo) - Cannibali (di Giuseppe Ciaravolo)
- descrizione: Cannibali è un racconto breve insieme ad altri è uno dei miei primi scritti.I personaggi mutano come le situazioni che li coinvolgono.
- incipit: L'estate quell'anno non fu delle migliori, grandine, pioggia e sole si alternavano come in una danza folle. La gente si lamenta sempre quando i profitti vanno a fondo, perché pretende a torto, di avere sempre il proprio tornaconto per il lavoro sporco svolto. La natura come gratuitamente offre così toglie è solo una questione di tempo. La Rochelle è una cittadina ricca di storia e di attività, un tempo fù crocevia di enormi flussi commerciali diretti verso le nuove terre al di la dell'oceano, l'…

martedì 20 dicembre 2016

Agli abneganti

Beati voi
poveri mentecatti
che vi trastullate
all'ombra dei vostri miseri e fotocopiati sogni,

converrebbe drogarsi
per l'intera settimana
piuttosto che sentire
le scemenze spacciate come scienza e arte sopraffina,

tutti hanno la ricetta miracolosa
per ogni occasione
per cui ognuno ne approfitta
rubando spazio alla vera creazione,

questa è un' epoca
di gran rivoluzione
attraverso l'etere ogni idiozia
si trasforma in verbo e azione,

povere quelle lingue
costrette per necessità di fatto
a subire simile martirio
una piccola ampolla contenente fiele

ha più sapore di centomila filastrocche
sballate come versi
e vomitate attraverso il tasto
in tutta l'etere.

Povere quelle orecchie costrette a subire
simile oltraggio
meglio sarebbe avere una corda al collo e cento chili ai piedi per far l'ultimo salto.

rigurgiti di lattanti appena sazi
fungono da collante
per nidi di rondoni ronzanti e
questi non a caso ronzano sol nel proprio letamaio.

vi auguro ogni male
lingue biforcute e sanguinanti
se dio fosse davvero vivo
vi collocherebbe nel girone degli ululanti,

povere le vostre mamme
che tra stenti e gran fatiche
s'accorgono troppo tardi
d'aver messo al mondo delle semplici formiche.

Addio branco di caproni
spero che questo sia un anno ricco di
abnegazioni attraverso le quali
potreste forse intravedere un po di luce

e chissà farvi un' opinione.



Giùciaravolo

mercoledì 14 dicembre 2016

Nero su nero

E' tutto tenebre,
dolore e sangue,
ingiustizia e abonimino,
nessuna resurrezione.



giùciaravolo

lunedì 21 novembre 2016

massime

Non si può avere tutto dalla vita....
ma non avere nulla per tutta l'esistenza è assolutamente inaccettabile.

Io non so fare nulla...
non ho mai fatto nulla...
cerco di non fare nulla.

Certe battute dette dalla gente
sono così stupide che l'unico dispetto da fare
è quello di ridere facendo credere a costoro di essere degli autentici comici.

Non so se a ragione o a torto
hai ragione tu o io
ma una cosa è certa
io dico sempre la verità quando questa si amalgama con i miei difetti.

la scuola è l'anticamera dell'ignoranza
se stai ottusamente attento ad ogni corbelleria spacciata per verità
finirai col credere che quella sia l'unica verità.

Il matrimonio è un  falso contratto
che riesci a rispettare
solo quando vivi lontano da tua moglie
cercando invano di liberartene.

I figli sono una maledizione
da piccoli ti rompono i coglioni
da grandi ti evitano come la peste
da adulti ti abbandonano.

La famiglia è il primo esempio
di come la  società civile
si regga su regole apparentemente solide
ma fragili per natura.

sabato 19 novembre 2016

Con una mano avanti e l'altra dietro

Povera gente
questi scrittomani,
certi d'esser letti
in ognidove e da chiunque,

lamentano l'assenza
di qualunque reazione,
pur consapevoli di creare scandalo
ad ogni oscena affermazione,

la mediocrità ha grandi spazi
restando in fondo ferma,fermo restando
che buona parte di costoro
usano la penna come calamaio

e il calamaio come penna,
intingendo creano piccole supposte
spacciate come perle di saggezza
insozzando il foglio

con copiosa ed insopportabile leggerezza.

I più dotti articolano in maniera così contorta
da fare invidia perfino a Minosse
che per l'eccellenza del proprio artificiare
sedusse le menti più pregiate,

passatevi una mano sulla coscienza
prima di sputtanarvi in cotal modo
i vostri antenati benchè morti
potrebbero mandarvi al diavolo o all'inferno

laggiù vi trovereste in ottima compagnia
nel girone degli idioti emulanti
così a procedere  nel buio per infinito tempo
con una mano avanti a far da lume

e l'altra dietro per non essere inculati.



Giùciaravolo

sabato 5 novembre 2016

Ozio

Nessuno sembra accorgersi
di nulla,nel contempo sono intento
a grattarmi le palle,
come faccio di solito, da anni

tanti anni, troppi,da prima che nascessi,
un'occupazione stabile e di enorme
importanza, sopratutto per lo scroto
che finalmente prende fiato.

Dalla camera da letto
filo subito in cucina
dove mi attende una candela accesa
al centro del tavolo lercio,

quattro bottiglie scolate
un' insalata di vermi, due bucce d'arancia amara
mezzo sigaro interrotto sul più bello
e quattro paia di posate d'antimonio,

mi giro su me stesso
come per scongiurare qualche fallo,
inizio a camminare in senso inverso
intorno al tavolo , con la candela al centro,

continuo per qualche ora questa specie di follia
e ben m'accorgo d'aver creato un solco
in quel pavimento sudicio
sprofondo e mi ritrovo di nuovo al dunque.

Esco per un poco
a prendere per il culo l'umana gente
nulla è cambiato, tutto uguale
come in un disco incantato sul fa diesis,

a poco servono le date cambiate
sui calendari appesi
solo il culo della mia barista
apre uno spiraglio di luce,

questa è proprio una tetra atmosfera
da teatro d'oltretomba,
tutto svanisce appena lei apre la bocca
la fantasia decade in un solo istante

diventando ovvia quotidianità.
Mi gratto le palle
e lo faccio di nascosto,
avere dei segreti m'aiuta a sopportare meglio

la banalità dei forse e degli ancora
sparati a cazzo dalla gente
sulla gente, per la gente.
Bevo quel che rimane di un giorno di lavoro.

Mi precipito per strada
la terra trema e il mio scroto balla
tutti a guardar le mura
l'antica città ha troppa paura.

Una cagna incartapecorita
si lecca le ferite,
sento squittire le quattro comare del rione
puntualmente fanno il punto della situazione,

ritorno sui miei passi inciampando
e mi ritrovo verso  casa mia
tutto è come prima,
nulla è cambiato,

presto giungerà la notte
e con paura o senza
io dovrò dormire
continuando a grattarmi le palle.


Giùciaravolo

domenica 9 ottobre 2016

Sera

Al calar del sole nascosto
arriva inevitabile
l'odiosa sera
puntuale come un orologio rotto,

non nascondo la mia disapprovazione
a quest'ennesima calata
forse perchè  oggi come ieri
finisco per esser morto,

non mi dispiace
ma questo gioco a lungo stanca,
distendo la mia anima incartapecorita
sul sedile della gelida panca

più in la verso la notte
il mio tormento giace
dando spazio agli incubi interiori
senza riparo e direzione

m'accingo ad affrontare
la medesima rivoluzione
un girare intorno senza trovar pertugio
meglio morir per qualche cosa

che attendere la morte ogni giorno,
nel proprio involucro,
lontano dagli sguardi indiscreti
quando arriva l'inevitabile e odiosa sera.


Giùciaravolo

lunedì 5 settembre 2016

7 croci

All'ombra dei sottili e silenziosi
frassini arlecchini
vedo attraversare l'aria
dalle polveri sottili,

in controluce
risplende questo movimento
dagli Euganei fino all'Aspromonte
il moto è uguale,

come in una sinfonia di note
senza nè capo nè coda,
un contorcersi contro l'aria
per l'antico dolore,

Bradamante lascia cadere lo scudo a terra
perché è stanca
Filotamo con grazia la sorregge
sussurandole piccoli accenni di note,

ancor non tace
la spavalderia del cuor di giovane
che per sua natura sfida la sorte
giammai l'apprende,

meglio vivere nel gioco
che attendere nel vuoto un piccolo spiraglio
di luce fioca bianca ed aberrante
generato dai capricci di fortuna,

è nel gioco che s'impara a vivere
non nella speranza morta
sperimentare per trovar più soluzioni
consapevole di non  raggiungere mai il  dunque.

Sette croci
sono state piantate
sul terrazzo sopra casa mia
per ognuna un nome

ad ogni nome una postilla
profonda e sottile
come questa polvere che brilla
contro i raggi del potente sole,

l' arte quando è buona è meretrice
quando non lo è
è letame e basta
inutile ripertersi le cose

la parola scritta
è testimonianza certa
quando è detta
è effluvio di budella.

Prendete un pugno di terra
e stringetelo tra le dita
lì c'è più universo
che nella più gloriosa vita,

coi piedi scalzi fate scivolar l'alluce
sulla crosta dell'antico suolo
sentirete il silente eco delle roventi budella
di questa grande meretrice.

La morte è un' invenzione
che fa paura a tutti
i più scaltri s'arrecano guadagni
sulla follia di quelli che pretendono

per essere stati  giusti
un' adeguata ricompensa,
simili a quei ciucci
che si lasciano plagiare dal fattore

che è la vera piaga!

dopo l'ennesima sferzata
una carezza ,qualche promessa
e giusto un po di biada
si continua a vivere da soma

e a perir nell'abbandono di speranza.



Giùciaravolo












venerdì 26 agosto 2016

Teofasto e la regola dell'uovo

Al tempo della seconda crociata
il giovane villano Teofasto
di ritorno dalla disfatta
si preparava al rientro in patria.

In compagnia di Uguccione
amico d'arme e di disavventure
sedevano intorno ad un fioco fuoco
discorrendo su quel che ha da venire,

il giovane villano
avendo speso troppo tempo
lontano dalla giovane compagna
nutriva un serio dubbio della di lei fedeltà,

con animo e coraggio
pose la domanda al vecchio amico
in questo modo:...
Come scopro se lei l'ha data ad un altro?

Uguccione come in battaglia
sempre pronto a dare soluzione
con impeto esclama:
Bisogna che tu prenda un uovo e lo fai sodo,

poi lo avvicini alla vulva della tua compagna
se lo risucchia vuol dire che ha fame
e quindi stai ben certo amico mio
che un uovo solo non le basta

figurati lontano a più di mille miglia
quanti ne ha potuti mangiare
mentre tu ignaro eri in battaglia,
fidati ne può ingerire un gran numero

senza essere mai sazia.
Quindi in quel caso
sentiti tradito e benvenuto
nella compagnia dei cervi imbufaliti.

Se invece l'uovo
viene risputato fuori
è segno che ne ha avuti in abbondanza
e in tal caso sentiti tradito ugualmente.

Del ragionamento il giovane
seguiva ogni passo quasi a voler
scolpire quelle parole
nella pietra nera della gelosia.

Quindi son becco in tutti i casi?
Come tutti noi aggiunse l'amico
meglio non prenderla a male
i dubbi sono come il tarlo

ti fanno seccare a poco a poco
la gelosia poi è roba da insensati
se si potessero contare
tutte le volte che tua moglie col pensiero

mi ha desiderato
saresti sicuramente il più fornito
di tutti noi.
Non prendertela amico mio

la mia è altrettanto
meglio dormirci sopra
tanto al tradimento come all'inganno
non c'è rimedio.

lo scopri solo quando è tardi
Buonanotte.





Giùciaravolo




Caroselli patoetici

Non so amici miei
da dove prendete ispirazione
per metter in giro
i vostri meravigliosi versi,

sarà colpa della fine dell'estate
o per un certo protagonismo circense
come acrobati e giocolieri
per dire puntualmente sempre la vostra,

le occasioni non mancano
per il consueto sciacallaggio,
se la retorica mi disgusta
la retorica della retorica mi oltraggia,

certe volte mi chiedo
dove siano finite le vostre muse
ammesso che le abbiate mai trovate
in quel caso

sarebbe stato più proficuo
mandarle a battere sulla statale.
Povero verbo italico
che giammai fosti unica cosa

violentato ogni giorno
per il vezzo di raggiungere una nuova forma
allo scopo di ottenere come in un gioco
punti di soddisfazione che non arrivano

al giorno dopo.

Moltiplicare le lettere
non significa aver più erudizione
la logica di certe vostre esternazioni
mi ferisce fino a farmi genuflesso

in questo marasma di scopiazzature
a destra e a manca
nessuno dice
e tutti scrivono per sentito dire.

in questo modo
gli equivoci prendono maggiore spazio
fino a confondere un capezzolo
col capezzale.

Da cosa nasce cosa
in questo modo
dall'errore vengono fuori
veri e propri mostri,

fino a confondere
la vita con la morte
dimenticando che abitano nella stessa casa.
A noi piace credere

alle nostre fantasie
dimenticando che ogni giorno
è un giorno in meno ed uno in più per maledire,
credere ed obbedire non allunga il divenire.

Sappiate che quel che scrivo
è frutto del mio discernimento
mandatemi pure al diavolo se volete
e ricordate che il centro è ovunque

e la circonferenza da nessuna parte.



Giùciaravolo




venerdì 19 agosto 2016

Le colline non hanno le punte aguzze

Nei segreti ho riscoperto
quell'arte antica
di celar il palese
con i segni d'ombra a cono,

come lo gnomone
m'appresto ad indicare l'ora,
il punto ed il parallelo
col sole puntato sulla fronte,

delle vicende umane
poco rimane,
la solita retorica del giorno dopo
a lungo stanca,

nei libri si raccontano solo fandonie
s'aggiusta il tondo per farlo diventare quadro
e l'alabastro  s'assottiglia
come fosse pan grattato,

al diavolo le corbellerie
di certe diciture stanche,
al diavolo la logica delle teorie
che come i palloni tentano di volare in alto,

in basso dietro le ombre dei pennoni
ansima sottile la voce fioca
dell'ultimo viandante
pronta a maledire ogni istante,

la grazia non viene dal cielo
e nè da sottoterra
non esiste nemmeno oltremondo,
non c'è pace senza guerra,

ahimè che mondo infame!
Vivere ogni giorno non è una scommessa
ma una condanna
quando al ridere resteranno solo  ossa,

cumuli di carcasse
ammucchiate alla meno peggio
come legna da ardere
pronte a prendere il posto

nel loculo assegnato.
La civiltà muore per mano della prepotenza
acrobati buffoni pretendono di dettare legge
senza obbedire a regola.

Le strade son piene di barboni
a questi s'aggiungono gli immigrati
chiamati profughi per convenienza
catapultati come letame nelle strade,

per ricavar profitto da chi non ha speranza
ma solo diritto
Perchè in questo paese bisogna garantire
a tutta questa transumanza,

un alloggio e un vitto
una ricarica settimanale
e qualche film porno
per creare altri schiavi del giorno dopo.

Maledetta questa terra con tutti i suoi abitanti
le ossa dei miei avi ribbollono nel sangue
avide canaglie fottono il futuro per pochi ceci
somministrando un buonismo

che fa diventare ciechi.





Giùciaravolo










martedì 26 luglio 2016

Lucciola

Soffia leggero il garbino
accarezzando le foglie dei platani
che puntano sempre verso il mare
la dove albergano

pittori, imbianchini ed ambulanti.
Sapori di maree alte e basse
diffondono nell'aria un po di calma
dando sollievo a chi è nato stanco.

La bimba col fiocco giallo
gioca a fare la mamma
tenendo in una mano l'ago
e nell'altra il filo come Arianna,

presto sarà già sera
e poi notte fonda
un dito nella piaga
anticiperà l'arrivo di un nuovo giorno,

amara è la sorpresa
per essere cresciuti  troppo in fretta
quando all'ago e al  filo
subentra  l'orco e di conseguenza  la statale

un'illusione si accende
dopo un'altra appena spenta
un'intermittenza variabile e precisa
sta ad indicare l'inconsistenza di certe vite,

rese ancor più intollerabili
dal flusso delle ruote
vagoni di insulti e soste ad ore
confondono passanti e villeggianti,

la lucciola asciuga il sudore
del mentitor cortese
ottenendo in cambio qualche obolo
che versa all'orco prepotente,

nel caos anche l'ultimo semaforo si è spento,
il fiocco giallo ha lasciato il posto
al gonnellino rosso trasparente
le grazie della mamma

sono vendute a basso costo,
di quei giochi tanto amati
solo un labile ricordo.
Dall'alto dell'Olimpo

discendesti come una Venere di Milo
in equilibrio a stento  su quei tacchi a spillo
e come tale senza braccia
con le mani legate sulla schiena


fosti lanciata come un sasso dentro un fosso.



Giùciaravolo









domenica 24 luglio 2016

INFINITO

Leggiadra scivola via
questa mia mania
di voler far trasudare
dalle banalità cose più serie.

Un foglio bianco
attende un altro per un altro ancora
un riempire lo spazio
per accantonare tutto

nello scaffale delle cose dette.

I cicli sono un'invenzione
come le traiettorie
che ci illudono di procedere verso
un dove che non si vede.

Dietro l'orizzonte
c'è sempre un' altra prospettiva
il tondo , il cono e l'icosidodecaedro
sono come Xenofonte,

cambiano direzione
di come tira il vento,
presto arriverà una nuova sera
ed io invano attenderò il tuo ritorno,

quest'immedesimarsi nelle cose
mi sconcerta
vorrei un cielo di rose
e poche spine con punte sagomate

a malapena queste sfiorano l'addome
dandomi piacere e non più male,
affogo nel declino della vita
restando sveglio ancora un poco,

consapevole di non essere stato fottuto
fino in fondo
perchè ancora capace di capire
che l'infinito è il mondo

e i mondi sono infiniti.


giùciaravolo

Quanto sono buone certe more

Mi accarezza l'idea
di prenderti un giorno
l'opalescenza del tuo viso
s'intona bene con le tue due gemme,

son partito ancor prima dell'arrivo,
sul binario morto dei miei anni
mangiavo more
intanto che fumavo qualche bionda,

l'aspide attenta
sa dove colpire
nascosta sotto il sasso
aspetta il mio arrivo,

il falco pellegrino sorvola l'orizzonte
sa che deve colpire se vuole essere tale
il sole scivola tra le nuvole
quel sasso attira la sua attenzione,

io passo e l'aspide va a vuoto,
il falco piomba sullo strisciante
che s'attorciglia sulla zampa destra
presto prende il volo il predatore

portando a spasso
per le valli amene
quel filo di viticcio
che a poco a poco scema,

suona la campana
il frate avverte che la tavola è pronta
dopo aver fatto copula
comsegna lo zucchetto alla perpetua,

presto arriverà anche il suo turno,
il meriggio infonde sonno e voglie
si spoglierà all'ombra dei candelabri spenti
così avrà una gradita digestione.

il treno sfreccia sul rovente metallo
anime di suicidi attendono invano il trapasso
incatenati a quei binari
come condannati alla gogna

sospiro un poco
riprendo a pensar profondo
un profumo di grano appena raccolto
conquista le mie narici

è la bionda per un po farò come il frate
dimenticando che mi piacciono le more.

giùciaravolo 


sabato 16 luglio 2016

FELLATIO

Sia benedetto Dioniso
con tutte le sue puttane
che per sollevare dal letame la bestia
resa tale dai suoi simili

ci ha regalato un gioco
semplice,gratuito e di gran gusto.
Al diavolo il procreare
meglio godere fino allo sfinimento.


Giùciaravolo

venerdì 15 luglio 2016

Ai poeti autocelebrativi

Non so se faccio bene
a dir quello che ho in mente
purtroppo è una costante
che m'accompagna da lungo tempo,

a leggere certe rime
se così vogliamo chiamarle
è come ripetere il padre nostro
con tutti i mortacci di seguito,

un fare versi per ricevere altri versi
in un tumulto di grugniti
da fare invidia perfino
ai poveri porci,

poveri questi uomini
che si sollazzano col tanfo dei propri peti,
ancor più pezzenti son coloro
che pur non comprendendo la nullità

applaudono per esistere in qualche modo.
Questo non è poetar ma cinguettar
col verso delle allodole
confondendo  i due piccioni con la fava,

l'essere ignoranti può essere una scelta,
ma fare gli asini in cattedra è insopportabile.
Purtroppo malgrado tanti suggerimenti
leggo ancora certe storture,

non commento perchè
nell'istante stesso tengo le mani sulla fronte
per vomitare con disgusto
la serie infinita di corbellerie lette e non digerite

espresse in maniera così petulante
da fare concorrenza
alle grancasse rotte dell'ultima banda cittadina
di un paese dimenticato da dio e dagli uomini.

Leggetevi e capirete
se trovate le mie rime troppo amare
vi consiglio di voltare pagina e ignorarmi
per continuare il vostro percorso,

carico di feticci dal tanfo insopportabile.
Le rime baciate sono un vero strazio
ad ogni frase la propria filastrocca
tutto per non dire nulla in fondo,

un divertimento per personalità
con difetti bipolari e schizofrenici.
e costoro hanno il coraggio di chiamarla arte,
ma per piacere rileggetevi

ed abbiate almeno il buongusto
di vomitarvi addosso qualche volta
forse in questo modo capirete
 quanto danno fate a dir quello che non sapete.


Giùciaravolo

giovedì 14 luglio 2016

Euforia d'estate

Candida nel vento
imprendibile e labile
come una nuvola 
ammalata di meteoropatia
non t'accorgi del mio
libaggiare col sangue
ormai sono secco
il vento ha asciugato l'ultima lacrima
non mi pento e ne mi vergogno
perchè amo senza condizione
e pur non corrisposto
sprofondo nel silenzio dei miei silenzi,
non faccio versi
perchè non sono un porco
ne tantomeno spero in un tuo
improbabile ritorno,
godo mentre attendo e odo in lontananza l'eco
scandito dal ritmo dello stillare
a goccia a goccia
del mio vermiglio succo.
Perdere in partenza
non distoglie il mio desiderare
perchè anche se muoio
lo faccio isolatamente.
Questo sentire così profondo
m'appartiene e l'immagine
che sfugge ad ogni controllo
producendo dicotomia tra dare e avere.
Probabile costruzione
dell'ennesimo castell per aria
finito in macerie
ancor prima d'esser completato.
Poco mi rimane d'aspettar
perchè nell'attimo sei gia cambiata,
non sei più la stessa
e tutto quello che sentivo
sa di pesce lesso.
Giùciaravolo

mercoledì 13 luglio 2016

Merda

Ho visto dei ricchi
cacare oro
erano loro... erano loro.
Più in la quattro stronzi

poveri e pronti
a raccogliere il profumo
dei peti altisonanti
che per natura galleggiano soltanto,

Una infinita schiera di ani
pronti ad espletare
come angeli celesti
divisi in schiere da dodici per dodici.

Nel meriggio di un giorno del cazzo
l'opulento signorotto insegna
al figlio che è uguale
come diventar corrotto in quattro e quattrotto.

La matrona stanca per non aver alzato un dito
si preoccupa del nulla
fantasticando sul proprio prurito
senza trovare una ragione,

forse la ragione sta nel dito
o negli amanti insodisfacenti
cavoli suoi chi se ne frega
io intanto taglio e rido,

certi mondi sono troppo grotteschi
per il mio sentire
faccio finta di essere quel che  sono
per agevolare queste fantasie.

A ciascuno il proprio patimento,
in certe circostanze mi sento come un fante
pronto ad avanzare con furia francese
e ritirata spagnola.

I peggiori sono i servetti
laidi, scarni come betulle secche
pronti ad accusare i simili
per ottenere un po di quel tanfo.

Vorrei piangere dal ridere
ma mi viene meno il sentimento
non li compiango se questi come meta
hanno scelto il sedere.

Volo alto sopra le orizzonti
gli dei e gli spiriti celesti
sono solo un altro mondo
l'anima è la carne

e la carne galleggia a stento
nel letame.



Giùciaravolo

lunedì 4 luglio 2016

Con fritto gene razionale

Son lontani quei tempi
quando con mio padre
ogni occasione era buona
per giustificar l'alterco,

anelavo a prender il volo da solo
senza più catene familiari,
il mondo uno spazio inesplorato
e la vita un sorriso appena accennato,

fu così che per mia scelta
mi ritrovai tra alti e bassi
e innumerevoli peripezie
ad esser padre per conto mio.

Ma padre di che e di chi?
Non ho mai accettato di appartenere
alla foltissima schiera dei figli
chiamati così in modo anonimo,

perchè dico sempre quello che  penso
e penso prima di dire,
il mio nome, la mia storia e compagnia cantata
sono solo un piccolo accenno di quel sorriso,

la libertà la conquistai quand'ero ancora in fasce
catapultandomi dalla vecchia culla a rete
iniziando ad esplorare
quell'infinito che ancora tanto m'appartiene,

ho sempre riscontrato
le bugie spacciate per verità
un po da tutti
ma sopratutto da quelli che ebbi vicino,

non giudicai
facendo il finto tonto
o peggio il santo in ginocchio sopra la colonna
m'immedesimai giusto un poco

per comprendere il perchè
di simili idiozie
giungendo alla conclusione
che senza queste molti si sentono ignudi,

meglio nudi
che mal vestiti
ciò che si desidera essere
non è mai ciò che si è...

perchè spesso si è di più
e inconsapevolmente
si imita sempre il peggio
per aver un ruolo nella recita di gruppo,

fu così che scoprii
il lato puzzolente
delle delusioni, delle invidie
dell'avidità  dell'immondezzaio umano.

A notte fonda contavo le mie vertebre
estasiato dalla perfezione meccanica
di quel riuscito esperimento
originato dai miei  antichi avi,

nacque un uomo nuovo
da un'altro appena nato
abortito per necessità di causa
senza chiedere il parere a nessun dio.

Decisi di percorrere da solo
un breve tratto fino giù alla scogliera
trovai lì una sirena bruna
immobile con lo sguardo attento all'orizzonte,

i suoi morbidi capelli
attirarono le mie dita
un seno prosperoso fece tutto il resto
in quattro e quattrotto fui lesso come un luccio,

catturato dalla stessa rete
da cui ero sfuggito  tempo prima.
Medesime situazioni sature di obblighi
e piccoli accenni di ilarità

per soddisfazioni sempre più esigue,
il tempo e il lavoro
mi resero ancor più animale
tanto da confondere il bere col trombare

da quel luccio
nacque un altro uomo nuovo
molto più scaltro, amabile, intelligente
e sopratutto silenzioso,

da qui a qualche tempo
mi trasformerò per grazia della morte
in qualcos'altro.
Ma chi se ne frega.



Giùciaravolo





mercoledì 29 giugno 2016

Favola del buon pastore

Un tempo non so dove
nè quando e sopratutto perchè
in compagnia del proprio gregge c'era
un certo pastore.

Egli si considerava buono
altruista e parsimonioso
abile nel tosare e nel macellar le carni
puntuale e rispettorso della natura.

La sua vita era colma
di attenzioni per se stesso
e per il proprio gregge
divideva ogni cosa

con le povere bestiole
che puntualmente macellava
il sabato di ogni mese ombroso.
Tutto filava liscio come l'olio,

questo pensava lui
anche se a dir delle pecore
le cose stavano diversamente.
Tuttavia aveva un grosso problema da risolvere,

come allontanare i lupi
dalla propria redditiva famigliola.
Escogitò un piamo
che a parer suo non poteva che essere

più che perfetto,
quando si è da soli
con animali che sanno solo belare
è un vantaggio che non ha eguali.

Pensò di risolvere la questione
servendo una calda zuppa
a base di carne di pecora
ben condita e con scaglie di pecorino.

Non era una novità
tempo prima
aveva servito la stessa zuppa
con una piccola aggiunta di veleno,

la sorpresa dapprincipio fu gradita
dai famelici animali
per essere poi smentiti
dai mortali dolori addominali.

Egli era convinto
che servendo ogni giorno
una zuppa calda, senza veleno questa volta,
poteva ottenere molto di più.

Fu così che i lupi affamatissimi
dopo vari timidi approcci
si fidarono dell'umano
e mangiarono tutta la pappa.

Trovarono la cosa così speciale
che finito il pasto
mangiarono anche il pastore
e a dir loro

era veramente buono.


Giùciaravolo

domenica 26 giugno 2016

San Zuen e l'itexit

I tempi corrono veloci
ed io perdo terreno
non mantendo il passo
perchè in affanno con il mondo.

Lungo le piccole strade
della piccola città opulenta
grovigli di capanne
attraversate in ognidove

da sciami di locuste
avide di acquisti
pronte a far correre il denaro
sul medesimo binario morto.

Donne tinte e imbalsamate
mostrano ai passanti
le proprie mercanzie
in compagnia del coniuge e della prole,

tette culi e addomi
fanno a gara per prender posizione
nel calderone dell'estate
che ti vuole felice ad ogni costo,

il povero battista
dall'infinito nulla
grida come al solito il medesimo anatema
così come ci è stato tramandato falsamente,

nessun dio compete
sono solo questioni umane
a dir la propria si paga sempre il prezzo
l'ingiustizia regna sopratutto

nell'isteria di queste feste,
il buon Giovanni sapeva di finire male
con l'opzione di finire cotto come un pollo
o rimettendoci tutto il girocollo.

Quest'anno sono aumentati i genuflessi
accattoni travestiti da mutanti
con il medesimo cartello
sono italiano aiutatemi a mangiare,

lavorare è un prostituirsi a poco a poco
sapendo di aver ceduto il culo
per pochi spiccioli
consapevole di farlo anche il giorno dopo.

Sagome ingombranti
invadono il mio campo visivo
inquietanti visi dall'aspetto cereo
felicità e follia impressi in quei tratti,

tra questi uno simile al giovane Andreotti
più in la un altro che conosco
tramontato quando io ero in erba
per eccesso di adrenalina nelle vene.

Fumi e tanfi di ogni tipo
perforano i miei polmoni
aiutati per fortuna
dal numero di sigarette che fumo,

l'appetito m'è passato in un momento
ho bevuto avidamente un sorso
e poi un altro ancora di birra locale
venduta a caro prezzo,

bambini in spalla
portati come trofei
esposti al nulla dall'isteria generalizzata
con genitori mentecatti

che vogliono dimostrare al mondo
di avercela fatta
certi di essere benedetti dall'eterno
inconsapevoli di aver creato altro patimento.

Sul pennone del palazzo
del capitan fracassa
sventola il tricolore in alto
e un po sotto quello stellato dell'unione,

un ordine inverso sembra voler prendere piede
da quanto mi risulta
è il tricolore a dover subire
i nefasti influssi del cerchio di stelle.

noi in europa non ci siamo mai entrati
anche perchè risulterebbe difficile
spostare tutto lo stivale
per ficcarlo nel culo a questa astuta meretrice,

una farsa tenuta a galla
da chi regge il gioco a senso unico
che per mantenere il proprio regime
cambia le leggi a proprio piacimento.

Lasciamo perdere ogni speranza
noi che non siamo mai entrati o usciti
da nessuna parte
queste cose appartengono ai grandi

e noi come quei bimbi portati in spalla
siamo solo dei trofei
pronti ad essere violentati
dai nuovi burocrati del nulla.

In queste occasioni c'è sempre la sorpresa
così come per incanto
rivedo un mio exitamico di vecchia data
di cui non avevo notizie da anni,

lui angosciato per le mie disgrazie
mette le mani avanti
parlandomi delle sue
quasi a voler difendersi dall' invisibile attacco,

mai e poi mai chiederei aiuto a questi
la pecunia e l'amicizia
son differenti per natura
e questo è vero.


Giùciaravolo






venerdì 24 giugno 2016

Certe volte...

Nella maggior parte dei casi
che attraverso col po che mi rimane
non vi nascondo,strada facendo
che mi sento un imbecille,

non è una situazione di adesso
anzi al contrario è follemente antica.
Mi sento un imbecille
quando faccio la fila per pagare,

mi sento un imbecille
quando aspetto il giorno della paga
per illudermi di essere felice
pagando un  prezzo troppo alto,

mi sento  imbecille
quando penso che le mie idee
potrebbero cambiare il mondo
e ben m'accorgo che ambedue cambiano me,

mi sento un imbecille
quando dico ti amo
alla mia compagna di sempre
di cui non gliene frega un cazzo di me,

mi sento altretanto imbecille
quando cerco d'insegnare
qualcosa ai miei figli
consapevole di illuderli soltanto,

mi sento un imbecille
quando cerco di spiegare a certi asini
che oltre alla biada
esiste anche il cielo,

mi sento un imbecille
quando vedo passare
un cadavere in corteo
pensando di essere io il prossimo,

mi sento un imbecille
quando sono allegro
e a denti stretti maledico l'illogicità
di certi momenti ritenendoli perduti ed infantili,

mi sento un imbecille
quando all'ombra dei scaffali
disegno lew mie mappe
che non portano da nessuna parte,

mi sento e non mi vedo
tutto è surreale non so se mi spiego
quel che è più importante
è che mi sento un imbecille.


Giùciaravolo

martedì 21 giugno 2016

Maturando

Amici miei
giovani in erba
che tanto ne fumate,
per disintegrare l' immondo mondo

che vi abbiamo regalato,
non lasciatevi prendere dal panico
di questo insulso esame da Pulcinella,
quello che imparate

lo dimenticherete
presto ed anche troppo in fretta.
Questa gogna che ci tiene prigionieri
ci toglie l'anima, ci sfianca, ci incupisce

per renderci deficienti omologati
al sistema dei tanti in mano ai soliti pochi,
non abbiate timore di sbagliare
le regole sono come le supposte

ti entrano dall'ano
per farti guarire
ma intanto ti rompono il culo,
non recitate a memoria

piuttosto cercate di capire
perchè nessun frutto è maturo
quando sa  che il suo destino
è solo quello di marcire,

amate le cose se volete
per quel che sono
e sopratutto per quel che voi volete
affanculo Dante, Petrarca e Guinizelli,

son morti che parlano da soli
non so se mi fanno più schifo loro
o gli insegnanti che per ruolo
esercitano un certo potere,

un potere che pretende
di stabilir la quota
tra l'ignorante e il sapiente
mettendo in coda ogni possibile diversità.

Ricordate che un pezzo di carta
non da la dignità, anzi la toglie
l'umanità ha già troppi titoli
e pochi risultati

è l'uomo che fa la storia e non viceversa
ricordatevi  di essere di essere stati
e quel che avviene nel passaggio
è solo scienza vostra ed è eterna e uguale

per ciascun  di voi,
la potenza è nell'essenziale
e ciò che è non sarà domani
vivere la vita non è argomento d'ogni giorno,

l'anima, il teorema sono solo mezzi
senza alcuno scopo
è d'uopo essere felici ad ogni costo
e la maturità rende felici

almeno per un poco,
ma la realtà è tutt'altra cosa,



Giùciaravolo

sabato 18 giugno 2016

Carne da macello Aristide Teodato(3)

Intanto che i poeti
strapazzano quel che rimane
del povero e antico verbo italiano,
i marpioni di sempre
fanno i loro conti
a danno dei perdenti,
chiusi nei propri angosciosi silenzi
blindati nei segreti di sempre,
stabiliscono le quote
di chi vince e di chi perde
non rimettendoci mai di proprio.
Farabutti col cilindro in mano
da cui come per incanto
fuoriescono banconote
a costo zero
pagati a caro prezzo da quasi tutti noi.
Una truffa agevolata
dai cartelli del potere,
politici banchieri e figli di puttana
fanno girotondo sul cadavere
del pensionato tonto
che in virtù della propria proverbiale correttezza
affido l'ammontare intero
della propria esistenza.
Non è difficile capire
come questi fanno i conti
e come creino dal nulla
i numeri per far felice i tonti,
provate ad affidar
a queste iene
un certo numero
dei vostri risparmi del lavoro
da quel numero
ne fanno altri mille
ricavandone centomila
restituendo quasi zero al cliente,
ancora peggio
se si richiede un prestito
in quel caso la beffa ha valore doppio
è come avere una fascetta stretta al collo
e una tenaglia che ti strappa le budella dal sedere
Qualcuno di affermò
che chi possiede il danaro governa il mondo
ci andò abbastanza vicino
in realtà chi crea il danaro governa tutti noi.
Poveri noi senza via di scampo
giocare per forza alla roulette
per perdere per sempre,
intanto il banco stabilisce il gioco
e per questo vince sempre.
Capire questo certo non m'aiuta molto
difficile accettare questa situazione
fingendo di essere con la coscienza a posto
la schiavitù monetaria
è il cancro della civile convivenza.
Intere nazioni costrette a tirar la cinghia
in cambio di piccole e ridicole prestazioni.
Aveva ragione il buon Auriti
a chiamarli criminali.
Tutto gira in funzione di questa megatruffa
il pil, la crisi e i periodi di congiunzione
sono stabiliti dai quattro cavalieri dell'apocalisse
che dalla notte dei tempi
detengono le redini e la frusta
del gran carrozzone
di noi cazzoni tutti
costretti per necessità ad essere sempre più virtuosi
Coscritti dal sistema
che omologa i pensieri secondo le correnti,
intanto che voi poetastri
vi masturbate nel vostro autocompiacimento,
questi vi stanno fottendo
ogni giorno a poco a poco.
Votare non serve a nulla
chi ci dovrebbe rappresentare
in realtà rappresenta
solo gli interessi particolari
abili mentitori con la faccia da saponetta
venderebbero la propria madre
pur di stare in vetta
con la lingua fuori misura
pronta e lesta
a leccare il culo a questi strapotenti.
Per piacere non mi date del complottista
è da una vita che sotto tono
parlo di queste cose
nessuno ascolta, tutti dicono la propria
illudersi e mentire sono la stessa cosa
le regole del gioco vengono tramandate
per le generazioni future
l'inferno è in questo mondo e il paradiso altrove.
Sono certo che in un lontano futuro
questa merda raggiungerà la superfice
e molti si sveglieranno dall'apatia
e dal sonno per disarcionare
i quattro cavalieri dell'impunità
ed inchiodarli ai quattro angoli della terra
in compagnia della grande meretrice.*
Giùciaravolo
meretrice-Chiesa di qualsiasi credo

venerdì 17 giugno 2016

Aristide Teodato(2)

Qualcuno disse...
bisogna far di necessità virtù...
non so chi fosse
certo si trattava di un gran bugiardo.
come certi scritti aleatori
letti un po qua un po la
nell'invisibilità della comunicazione moderna
fatta più di fili che di sostanza.
allora inutile fingere
di dormire sugli allori
meglio restare svegli
con le spine nello stomaco.
il profumo di certe creazioni
a lungo stanca
simile e sicuramente superiore
al tanfo lasciato dalla flautenza interiore.
vorrei dirne quattro
ma mi accontento
di cantarvene
soltanto due
a leggere certe cose
mi viene il mal di pancia
disgustose accozzaglie
di emozioni a breve scadenza
arrivederci a dopo
mi raccomando
continuate a dormire
pensando di essere coscienti
...arrivederci si fa per così dire...
a dopo.
giùciaravolo

Aristide Teodato

Teodato è un ragazzo stagionato,
per sua fortuna
solo dopo anni di sacrifici
è riuscito a mettersi l'alloro in testa.
purtroppo la vita
pone sempre nuovi ostacoli
e così come per incanto
da sistemato si trova disoccupato.
cose che accadono ai vivi
i morti dal canto loro in parte
sono fuori da ogni impegno
altri attendono il giorno del ritorno,
l'ilarità nella tristezza
è un toccasana
si debella ogni incertezza
in cambio di un po di sano svago.
così da un giorno all'altro
pubblicò un annuncio
un tantino originale
così da fare colpo sul lettore,
per intraprender nuovo viaggio
in direzione di un oltre
che supera qualsiasi interdizione
perchè riguarda il proprio intento.
"Ragazzo datato offresi in cambio di provvigione"
le lettere che sono amanti traditrici
sono sempre pronte a crear fastidi
sopratutto nell'invenzione
quando alla foga dello scrivere
non si esegue attenta correzione.
col cambio di una lettera
muta anche il significato
e cosi che il giovane da datato passò dotato.
giunsero valanghe di prenotazioni
giovani avvocati, signore antiche
e personaggi di ogni tipo
la garanzia delle misure da il suo bell'effetto.
alle prenotazioni s'aggiunsero i complimenti
la fantasia galoppa come un destriero
quando il desiderio prende il sopravvento.
il primo passo era stato fatto
occorreva il successivo
ma tutto è vano se manca la materia prima,
tutto sommato riscosse un po successo
e per un momento fu contento.
scrisse ancora per apportare correzione
qualcuno biasimò il gesto
qualche altro fu deluso, qualche altro indifferente
solo uno rimase tenacemente
attaccato al proprio intento..
così da un giorno all'altro
si trovò a capo di un ufficio competente
grazie all'aiuto di quest'ultimo lettore
che per sua convinzione
sperava un giorno di poter
esser contracambiato adeguatamente,
la filantropia ha tempi lunghissimi
e costui attese fino alla fine dei tempi.
giùciaravolo

sabato 11 giugno 2016

DEFECANDOME

Dall'ombra dell'umido antro
si vien fuori per necessità di fatto
scegliere o esser scelti
è prerogativa solo del fato.

Dalla prigionia del corpo
si passa all' adattamento
dei propositi e del linguaggio
per scimmiottare

chi lentamente se ne sta andando.

Una prigionia senza via di fuga
dalle braccia degli affetti
a quelli dell'istituzione
carogna e deficente.

Un verso si ripete dietro un altro
per essere sempre presente,
come ragli d'asino
costretto a trascinare il carro

per non lasciarsi andare contro corrente.

Nel lavoro si cela un gran segreto,
debbellar la mente per stancare il corpo
estinguere la coscienza dell'uno
in cambio di una più generalizzata,

che non a caso ti colloca sempre
dietro a qualcun altro
senza avere la possibilità
di vedere oltre, oltre...il niente

un deserto nel deserto ecco cosa siamo.

vorrei poter volare
almeno per un poco
così per gioco non per soddisfazione
l'essere ingrato m'ha reso meno deficente,

non appartengo alla folta schiera
della gente a posto
preferisco cambiare direzione
a secondo di come tira la corrente,

non sono qualunquista e ne voltagabbana.

Mi piace scrivere sul nulla
per dimostrare il niente
una perdita di tempo senza scopo
come questa specie di esistenza

chiamata erroneamente miracolo vivente.



Giùciaravolo

FATEMI IL PIACERE

Certe volte anzi...quasi spesso
quando mi guardo allo specchio
mi ritrovo sempre costipato
delle stesse identiche fobie,

lo sguardo attento
un po  sul cuoio cadente
un po sul pene penzolante
e mi ritrovo in forma come sempre

il pelo è raggrinzito
come una vecchia coperta,
il fisico reagisce
a tutto questo inevitabile andamento

con una smorfia
che assume il peso di un sorriso,
vorrei correre per i campi
ed inseguir leggiarde donzelle,

ma il fisico è capace
solo a fare qualche passo,
e la voglia a voler fare chilometri
è da un po che non stanno insieme

come un tempo.

Il fosso si prepara
ad accogliere l'ennesima idiozia
di pancia o supino
poco importa,

l'importante è affrontar la sorte
in allegria.
Ciascuno è artefice del proprio destino!
Ma quando mai.

tuttalpiù possiamo ricamare
qualche cosa
così per creare quella differenza
dagli altri disgraziati mortali,

ma è certo che siamo tutti fottuti
in partenza.

Ho pensato che per risparmiare
al cimitero mi farò mettere con la testa fuori
cosi da non sprecar altro danaro
in futili e antipatiche immagini senza tempo.
.
Se per caso passate da quelle parti
per favore non spegnete la vostra cicca
sul mio cranio decadente
fate un giro largo e sparpagliatevi infinitamente.


Giùciaravolo

domenica 5 giugno 2016

Al molo(Cesenatico)

Lungo il canale
che dall'interno giunge
al mare aperto
soffia un leggero vento

in senso contrario alla corrente,


lunghe scie di argentei avannotti
seguono quella direzione
pronti a prendere il largo
in ogni direzione,

uniti per confondere le acque
ai terribili predatori
del mare del cielo e della terra
qualcuno muore qualche altro no.

Le bitte allineate sul candido selciato
sono martelli senza punta
e senza scopo stanno ferme
in attesa che si attracchi ancora,

vecchie bagnarole
dai colori fatiscenti
si consolano all'ombra delle reti
rimembrando i propri nomi,

sui fianchi i segni
della continua lotta
tra salsedine e vernice fresca
tra liquido e solido,

più in la un paranco arrugginito
e al suo fianco
un mezzo marinaio
rotto e rinsecchito,

i bagnanti stanno dall'altra parte
pronti a fare i conti
per il prossimo venturo,
l'obbligo è spremersi fino all'esaurimento,

code lunghissime di autovetture
fanno lunghi girotondi per cercare
un posto all'ombra ed uno al sole
spendendo così le proprie ore di riposo,

il sole verso sera
sembra voler lanciare l'ultimo anatema
con la promessa di un nuovo giorno
ancora più afoso del precedente,

un piccolo escremento
galleggia nel rio verdastro
indeciso alla direzione
consapevole d'esser gia stato digerito,

e in attesa di una nuova sistemazione.

Giovani ubriachi fanno la corte
a vecchie baldracche
l'allegria anestetizza per un poco
lo sgomento di una vita senza senso,

un gabbiano rotola
nel bidone  dell'indifferenziato
in cerca di un pasto certo
senza pagare il coperto,

giovani avvenenti dai seni prosperosi
danno inizio alla stagione degli amori
dietro le quinte aquile e avvoltoi
pronti a far banchetto di nuovi freschi fiori,

scivola leggero
il mio sguardo silente
sulle cose già passate
e per autoconvincimento

decido di non partecipare.


giùciaravolo

giovedì 2 giugno 2016

Parzialmente sderenato

Dio non vede e non duole
come l'occhio ammiccante
del portator di pece
che la scambia come fosse pace,

all'orizzonte poche sagome
di morti che camminano
continuando a sperare
di oltrepassare il confine,

i provincialotti dalle guancie gonfie
sbraitano enunciando
l'ennesima nuova soluzione
che a dirla tutta

è molto simile
a quella finale e definitiva
creata ad arte
dal folle alemanno,

l'odio è più simile al pane quotidiano
e la pace un lunghissimo digiuno
per un mondo fatto quadro
in mano a pochi tonti,

fiacco m'accingo ad ascoltare
i sussurri dei miei antichi morti
che con voci bislacche
m'inducono a seguir il corteo delle vacche,

preferisco di gran lunga
il pelo della fica
che quelle grottesche rappresentazioni
di scarsa consistenza,

mi sdegno giusto un poco
ritornando a scrivere
per i cavolacci miei.
Non amo il mondo

anzi lo disprezzo
la natura questa gran baldracca
ci  costringe col suo pungente cilicio
alla penitenza  che non arreca beneficio

nemmeno se sei stato santo in partenza

per giungere alla fine
un po rincoglionito
senza aver mai taciuto
per non aver capito.


giùciaravolo



domenica 29 maggio 2016

Induzione letale

Allarme allarme!
il pericolo è costante
tutto il male viene dall'esterno.
Oltre all'immigrato ingrato

ci voleva
anche il bacillo corazzato.
Lo hanno detto in televisione
e quindi è sacrosanto

bisogna fare scorte
di armi e munizioni,
barbiturici potenti e nuove soluzioni
per allontanare la paura di sempre.

Morire bisogna
ma a chi garba l'idea di finire
divorato dalle larve
e dimenticato nel tempo?

L'illusione d'essere per sempre
è patetica.
L' anima stereotipata
fa accapponar la pelle,

l'idea di un aldilà
con tutte le cose a posto mi sgomenta
il falso e il vero
sono la stessa cosa,

credere e ignorare
si danno la mano
per giungere all'altare del passaggio
che funge da buco nero.

Nessuno vuole ammettere
di non essere quel che si crede
e l'allegria funge da anestetico
per esorcizzare quel che non si scampa.

Rassegnamoci è finita
da quando è iniziata
questa assurda bagarre
chiamata vita.


giùciaravolo

lunedì 25 aprile 2016

Liberarsi della libertà

Librati sciocco ingenuo
dal concetto generalizzato
la vita è un'eccezionale e assurda
successione di eventi
condita dalla straordinaria banalità
dei meravigliosi ancora.


giuciaravolo

La ballata del cervo

giovedì 21 aprile 2016

Inno alla mestizia

Le date scivolano
le une sulle altre
come in una cascata senza fine
l'incertezza è olio che unge giorno dopo giorno

così il mio trascorrere quel tempo
stilla goccia a goccia
tra mille anfratti rocciosi
consapevole fino in fondo

di finir nel grande vaso dell'oblio.


Giùciaravolo

venerdì 15 aprile 2016

Il poeta delle cipolle

Da tempo mi chiedo cosa sia
questa mania scrivere
con fiumi d'inchiostro
e lettere incollate,

potrebbe trattarsi
di una certa terapia
o un modo per sfogare
amplificando le proprie depressioni

il peggio  è credere di poetare
dando eco e risonanza ai propri versi
con una cortina fumogena
destinata a sparire ed essere abortita

ancor prima di venir compresa.
Per non parlare delle petulanze grammaticali
che da sole pretenderebbero
di tener lo scettro del sapere in ogniluogo,

il sentimento è inscatolato
ahimè in futili e banali soliloqui
destinati ai palati fini
cosi fini da non aver più denti

nè voglia di degluttir l'eccentrica meraviglia
di questi estri dei nostri giorni.
Un'ecatombe ambulante
di ombre in chiaroscuro,

senza consistenza e nè verso,
per molti è  solo un passatempo,
ignari che il tempo passa lo stesso
e per questo farebbero bene a tacere

e non scrivere una cicca,
una masnada di capocchie in erba
sempre pronti e in agitazione
per vomitar parole come crauti maldigeriti

i sentimenti fortunatamente
non appartengono a questo mondo
sono mere illusioni
che vivono di moto proprio,

inutile piegar la testa
e dire sissignore
se al cuore non c'è segnale
si perde tutto  con cavoli a merenda

e l'amarena a cena.
Il tempo degli infiniti è tramontato
così quello delle ginestre
e dei canti invocandi...

l'uomo s'appresta a sciogliersi
nel proprio oblio
cucinandosi come un polpo
a fuoco lento e nel suo brodo.

Scrivere è come dare un'etichetta
più difficile è definire
la moltitudine degli idioti
pronti a sproloquiar per l'apparenza,

ci vuole tanto coraggio
a dire delle cose
per questo i poeti sono estinti
insieme ai propri versi.

Io da cadavere che fui
non vi maledico
nè biasimo i vostri versi
ricordate la poesia è vita

e la vita è una cosa seria.


Giùciaravolo







mercoledì 6 aprile 2016

Colica italiana

Per Bacco quanta cupidigia
in giro qua e la per la statale
un ingorgo a becco d'anatra
annuncia l'ingresso
sul lungo serpentone italico

poche luci e tante passeggianti,
il solito idiota della domenica
con moglie a casa e figli a carico
cerca copula vicino alla discarica,

un fetore immondo
che invade anche l'anima
il caporale ha dato
le sue disposizioni al boccia,

grattandosi le palle
all'albero della soddisfazione,
un inutile contorcersi
per gli aerofagi disposti a tutto
pur di esprimere il proprio intento,

Perfino Giano il bifronte
si guarda tutto intorno perplesso
dietro l'albero un vecchio porco
fa il verso del canguro alle giovinette,

un ignorante insegna ad altri
a ripetere la stessa stortura,
purtroppo dietro un imbecille
ce ne sono sempre tanti che lo seguono.

Questa specie di terra chiamata Italia
è diventato un vero cacatoio
oltre alla melma locale
se nè aggiunta altra di provenienza ignota
la puzza stringe come la garrota,

certi poeti vanno presi con le mollette
e lanciati oltre il cosmo
in modo da non risentir più i loro versi
che fanno concorrenza solo al porco,

un vantarsi del nulla
quando non si è niente.
I saccenti sono ancora più pericolosi
tirano per le budella Socrate e Platone
secondo i propri vaneggiamenti,

non mi meraviglia
se al governo abbiamo un asino
e all'opposizione un branco di cani
pronti a prender l'osso dalla parte giusta,

schiere di cialtroni
disposti a tutto
pur di apparire come madonne
in piena luce celestiale.

Tutto questo mi disgusta
mi verrebbe voglia di spaccare il mondo
dividerlo in miliardi di pezzetti
e buttarlo giù nel fosso di un buco nero
insieme a Giove e alla moltitudine delle divinità.

Uno sterco di cavallo
ha più profumo di certe corbellerie
spacciate come sante verità
"In alto i vostri cuori"

è scritto in qualche tomo,
l'adetto ai lavori
lo legge in modo altisonante
per sciami di locuste
col portafoglio sempre pronto,

certi  e arciconvinti di essere nel giusto
per dar disposizioni e cariche
ai meritevoli della propria cerchia
fottendo in un solo colpo

sia il prossimo che il futuro
che nel bisogno  d'ottenere
spera... spera...
e intanto...aspetta...aspetta.


Giùciaravolo









sabato 2 aprile 2016

Groviglio

Inutile girar intorno
da quando si nasce
si è fottuti in partenza.
Le stelle sono solo un pretesto

per sognare un oltre
che può esser solo percepito.
irragiungibile  e in alternanza
col precipitar continuo

nel baratro della propria ignoranza

ci son più stalle che stelle.
Questo è sicuro.


GC

sabato 19 marzo 2016

Nè al merito e nè al danaro

Questa mia anima
incartapecorita
non si stanca mai...
di risollevar  con le sue  dita

le nefande piaghe
che mi assillano
perchè ancora in vita,
avrei dovuto sparir già da fanciullo

nell'incoscienza dei primi
tormenti di stagione,
quando all' angelico addome
si sostituiva  il  pelo

da candido  com'era
al color più scuro come al pube,
uno sfioramento lieve
e una carezza

portavano alla gloria
i miei momenti intensi
che vibranti si estendevano
per tutti gli infiniti universi.

Non so perchè racconto a voi
quel che potete solo immagnare un poco
le sensazioni sono uniche
per ogni fottutissimo animale sulla terra

conosco il mio destino,
per questo resto fermo e non cammino,
procedere per forza non mi giova,
a cosa serve andare avanti?

Forse per  fare il capolinio ai fatti vostri?


Giùciaravolo



giovedì 17 marzo 2016

Ido marcio

Pronta la vespa
a punzecchiar la pulce
l'indaco della stagione
avanza bruscamente

tra uno spintone, una scusa
un capitombolo e una consumazione,
i veri amici se ne stanno a bada
a badar le proprie traversie,

i forum virtuali
sono veri cacatoi
verrebbe voglia di spalmarci sopra
un profondo silenzio stampa

il coprifuoco di signora ipocrisia
non lascia spazio alla piccola ragione,
per fare i conti in tasca
ad un futuro che è solo oblio.

Son franco e non desisto
il malumore è quasi un anestetico
alla follia del girotondo quotidiano,
perfino dar la mano mi  comporta sacrificio.

Vorrei e non vorrei
che tutto sparisse in un istante
solo la scarna letteratura
mi trattien lontano dal non mandare tutti

affanculo!


Giùciaravolo

domenica 13 marzo 2016

Lavoratori

Finchè sono in scacco
legati a giogo della continuità
sono soddisfatti e fieri
di essere occupati.

Appena questo cambia
iniziano a preoccuparsi...
non avendo più nulla al collo
sono inquieti, disorientati,

in preda al panico
fino allo sgomento
l'assenza della schiavitù futura
aliena ogni altra possibile soluzione.

La libertà dovrebbe appartenere
alle classi più abbienti
ma stranamente queste
son più schiave della precedente,

a suon di pecunia
s'ottiengono più miracoli
tanto da far la concorrenza
perfino a San Gennaro

decollato per la sua eccellenza
amato e idolatrato
più di Iside e Giunone,
ai poveri solo una misera estrema unzione

ai facoltosi un palco solenne
ed un posto in prima fila al cimitero
da li come su una rampa
pronti a raggiungere trionfanti e felici

gli eterni campi Elisi.



Giùciaravolo

venerdì 11 marzo 2016

Amici

I veri amici
te li ritrovi nel momento del bisogno.
Per questo sono diventato stitico.

I veri amici
te li ritrovi nel momento del bisogno.
Si! Il loro bisogno.

I veri amici sanno tradire
 meglio di quelli falsi.

L'unica consolazione è
che prima o poi
spariscono entrambi.

Giùciaravolo

sabato 5 marzo 2016

Alfred (racconto breve)

Alfred stava tranquillamente per affari suoi intento a giocare a war game col suo telefonino.Gli altri un po annoiati continuavano a ridere come scemi, sforzandosi di proseguire in quel divertimento con banali mimiche create per l'occasione.Le canne giravano più veloci delle cazzate che si raccontavano a turno.Ciascuno aveva un proprio repertorio da esibire enfatizzato dall'effetto della cannabis e dalle numerose bevute precedenti, un ingombro di sensazioni infantili e certezze di brevissima durata.Difficile quell'età quando si vuol proporre il proprio groviglio personale come scienza esatta.Per dimostrare una certa destrezza nelle cose si creano situazioni ridicole per far fronte alla monotonia agonizzante di ogni maledettissimo giorno.Sembrava tutto surreale, squallidamente surreale, in questa specie di asilo per giovani deliranti.L'unico a rimanere lucido era Alfred che all'insaputa di tutti gli altri aveva somministrato nel vino rosso portato per l'occasione un'enorme quantità di sonnifero e di lassativo.Una vera bomba chimica che da un momento all'altro doveva esplodere.In breve tempo tutto quello gran schiamazzo si trasformò in richieste continue del bagno occupato sempre da qualcuno.Molti finirono col farsela addosso per poi crollare in un sonno profondissimo subito dopo.Il piano aveva funzionato Alfred l'aveva fatta a tutti e continuando a giocare col suo telefonino rideva tra se come se avesse tra le mani un'armata nemica pronta allo scontro.Rimase a giocare ancora un pò di tempo quando ebbe una strana e sconosciuta sensazione,vedeva le sue mani trasformarsi in ali e il corpo si ricoperto di piume.Erano gli effetti da allucinazioni da lsd.Qualcuno aveva messo nel suo bicchiere a sua insaputa questo potente allucinogeno.Ignaro di quando gli stesse accadendo tentò di alzarsi in volo dentro l'appartamento calpestando i suoi amici e gli escrementi che avevano invaso quel luogo,.nulla di fatto non riusciva ci voleva più spazio.Fù così che tra deliri dovuti all'effetto e la strana fantasia che lo possedeva apri la grande finestra che dava sul selciato della strada provinciale.Spalancò le ali(braccia)gettandosi dal quarto piano di quell'edificio di color azzurro grigio finendo spappolato come un pomodoro maturo.Tutti dormivano beatamente e nessuno potè salvarlo.






fine
Giùciaravolo