mercoledì 30 settembre 2015

X.X.X xenofobi, xenofili e xenofanti

Ciò che noi non siamo
si chiama Xeno
ciascuno di noi è Xeno con l'altro
altri ancora sono più Xeni di tutti,

tutti appartengono
allo stesso movimento
il M.E.R.D.A.X
movimento europeo rivoluzionario
di azione xenofoba, o xenofila o xenofante,

per sillogismo
ciascun gruppo comprende l'altro
nel movimento
pur distinguendosi per azioni.

Tutti convergono
nell'acronimo XXX
che significa anche altra cosa.
Sono certo che sapete di che si tratta.

Non sprecherò tempo utile
per fare paragoni inutili e retorici
tra le categorie
nè punterò l'indice etico contro nessuno,

semplicemente
mi metterò ad osservare
come al solito
per ridere e piangere,

dal gusto di veder miriadi di mescolanze
e dal disgusto di veder troppe miserie
ancora così presenti
nell'umana specie.

Sono certo che comprenderete
forse il mio stato d'animo
saper di appartenere allo merdax
e fare la guerra allo stesso.

Assurdo paradosso
viver l'esistenza
in codeste categorie
preferisco far l'uccell di bosco,

piuttosto che cadere
vittima di certe parodie,
mi trasformerò in un cuculo
per cantare libero e corrente,

e quell'indice di cui parlavo prima
lo infilerò nell'orifizio
di tutte le categorie,
in barba alle follie

che son di tutti noi.


Giùciaravolo

sabato 26 settembre 2015

Ditelo con i piedi

Gli antagonismi
mi fanno ridere di gusto
lo so che non è vero
e nemmeno giusto,

ma ridere m'aiuta
a non provar disgusto.
L'umana gente all'ombra
delle proprie idee

afferma, giudica e confronta
come se fosse
necessaria quella proprietà
di esprimere il proprio parere,

su tutto e ad ogni costo.
Ciascuno armato
delle proprie membra
fatte di materia acido-gassosa,

da forza al proprio eloquio
e a forza di eloquiare
si perde il contatto
con la propria misera condizione,

stabilendo una linea netta di differenze
tra lui e l'altro
che incalza con opinione sua.
Siamo noi ad avere delle opinioni

o sono queste a possedere noi?
Sono dell'idea che in ogni povero cristo
spinto dalla tremenda paura di non appartenere
alla cerchia dei pensanti,

si farebbe in quattro
per cantargliene due,
una serie di numeri infiniti
per infinite parodie.

Questo cicaleccio s'accompagna
alla monotonia del cinguettìo quotidiano,
la monotonia delle serate
frigge nel torbido olio della retorica,

Qualcuno afferma«Ma di cosa stiamo parlando?»
Come  fosse l'intercalare
più in voga del momento.
L'altro «È tutta  una questione di sinergia.»

Rispondendo a tono.
In questo modo
essi credono di comunicare
ma realmente ripetono un verso

imparato chissà dove
e chissà quando
ma quello che più mi inquieta
è chissà il perchè.


Giuciaravolo


lunedì 21 settembre 2015

Sogno di mezzo autunno

Ho visto il suo sguardo
attraverso gli occhi tuoi,  figlio mio!
In un lampo son tornato indietro
ai momenti in cui non eri nato,

Tua madre mi guardava
con la medesima espressione
un ripetersi nel tempo
dell'emozione dell'incontro con l'amata.

Forse è solo l'impressione
di un vecchio malato di nostalgia
che vuol rivivere il suo sogno
attraverso quello che non sarà mai il  suo.

Lasciamo perdere  le dietrologie,
un impressione è un fatto personale,
ciò che immaginiamo appartiene
solo alla nostra visione.

Non si può discutere del sentire con gli altri
perchè il sentire è per chi sente
e chi sente è sempre solo e desolato
e quasimai riesce  a  trasmettere qualcosa,

l'emozione è  nel momento.

Non sono padre e nè figlio di nessuno
perchè ciascuno di noi sceglie
la sua strada,
senza tener conto delle complicanze,

Fui libero e sono libero adesso,
poter sbagliare
è mio massimo godimento,
adoro essere nell'errore

piuttosto che vivere
una vita  non mia
e colma di orrore e di errori
giudicati dagli altri a tal guisa
.
Sbagliando non s'impara nulla,
si ripetono le cose
ma mai allo stesso modo,
gli umori e le stagioni

cambiano nel tempo.

La mia anima muore ogni giorno,
per risorgere in un istante
senza aver bisogno di qualche altissimo,
perchè io sono l'alto e il basso

della mia esistenza

semmai esisto.



Giùciaravolo



sabato 19 settembre 2015

Un invito a cena

Diceva bene il buon Pascal
ad affermare :
“Tutta l'infelicità dell'uomo
deriva dalla sua incapacità

di starsene da solo in una stanza.”

Beato lui che ci credeva!
Oggi anche da solo in una stanza
sei collegato col mondo
e puoi essere infelice o felice,

ciò non conta,

perché son cambiati
i sistema di misura
del viver quotidiano,
il comunicare non ha bisogno di censura,

i moralisti mi hanno sempre infastidito,
perchè la libertà non è un dono
ma una certezza,
che si condivide con coraggio,

non ha senso starsene da soli
ha coltivare il proprio miraggio,
quando il mondo freme
per essere fecondato da una nuova intuizione.

Attraverso le parole
anche i santi mentono
bisogna comprendere per capire il senso
e non accettare tutto come oro colato.

Lo stesso Blaise inventava
con uno scopo che guardava all'orizzonte
un uomo nuovo nasceva
per uno vecchio ed errebondo.

Fui invitato a cena
per far conversazione
su argomenti di vario genere
avendo a disposizione un buon bagaglio,

di contraddizioni,
queste sono la regola
per buona parte dei benpensanti,
esposi con carattere

una mia idea,
nuova, diversa, sulla storia
e su certe palese informazioni
tramandate come sacra religione.

Apriti cielo!L'indignazione prese il sopravvento
alcuni dei convitati presero posizione
altri in silenzio attendevano
come al teatro la fine dell'evento,

patetico ed inutile voto
alla serata amena trascorsa così particolare,
essendo la maggior parte
forniti di nozioni senza vero fondo,

fu facile mettere in ridicolo
alcune loro affermazioni
sostendo che le stesse fossero
troppo misere , pretenziose e certamente false.

Non partecipai a questo gioco come un pollo
per veder confermata qualche mia congettuara,
m'accorsi presto che si trattava
di una certa chiacchiera diffusa nell'ambiente,

per provare la mia presunta congettura,
e per giungere finalmente
a giudicarmi fallibile e ipocrita
come un ciarlatano.

Non professo alcuna fede
nè m'immagino d'insegnar qualcosa
rispondo delle mie immagini
come sono unica cosa.

Un giudizio già partorito
da quelle coscienze morte
che vivono sulle propria ossa
trafitte dal raggio di luce del nuovo.

Alcune facce diventarono storte
come in una smorfia di rabbiosa ipocrisia
altre mansuete cercavano ragione
nel proprio nido rotto

argomentai puntualmente,
perché è mia abitutidine
fare in questo modo
non mi arrampico alludendo a citazioni

per dar sostegno retorico alle mie azioni,

nel mio piccolo sono solo mio
ma non accetto lezioni
da asini incoscienti
che vivono col fumo delle proprie convinzioni,

colpa di una scuola che insegna
solo a prendere meriti
per accedere ai nuovi corsi
instupididendo il giovane a fare solo quello,

un pappagallare di mnemoniche informazioni
senza alcun collegamento
tranne che per superar gli esami
ed avere votazione.

Uno studio in questo modo
è un aborto perchè costringe la mente
a negare se stessa e la sua funzione
che è l'interagire con l'immaginazione,

Finita la serata
sotto lo sguardo cupo dei conviviali
salutai affettuosamente gli invitati
sapendo di finir nel gruppo degli indesiderati,

troppo impertinente,
molto comunicativo
forse troppo
disgustosamente sagace,

Non ci restai male
in fondo la stupidità mi diverte
e so di non esserne immune,
farò come il buon Pascal

scriverò da solo
tenendo la finestra aperta sul mondo
senza aspettar nessun riscontro
o qualcuno per non essere invitato ancora.

Giùciaravolo






giovedì 17 settembre 2015

Canto XII IL TERRESTRE

Un'emozione sale,
un'altra scema
nel buio di questo immenso sonno
io m'immergo contando i giorni,

non per rimpiangere
nè per presentare il conto a qualcuno
mi piace veder sparire nella nebbia
immagini  in successione

sempre più piccole
fino a diventar invisibili
del mio essere stato attraversato
dalla voragine dei pensieri quotidiani,

ho messo da parte
un bel salvadanaio
colmo di delusioni
ed eccitazioni momentanee,

il gusto segue
la mia materia stanca
che s'avvia al tramonto
segnato laggiù da qualche parte,

le umide falde
della malinconia
mi fanno sprofondare
verso gli infiniti e inconcepibili abissi,

non vi è un limite
potrei procedere all'infinito in quella direzione,
ma giunge come un raggio penetrante
un nuovo e delirante vettore d'emozione,

che velocemente
mi riporta ad alta quota
per esplorare l'infinito oltre il visibile.
Icaro  vola. Questo è il mio nome,

per poi precipitare in basso
e planare nel silenzioso cimitero
delle mie ore grigie
senza nè volere e nè volare,

resto un pò a bocca asciutta,
come quando si ha sete
trattenendosi dal bere
per aver ancora più sete,

varie figure si scompongono
nel quotidiano vociferarsi
ululati solitari destinati
a viaggiare in eterno

senza incontrare mai un orecchio che li ascolti.
Non importa avere una direzione
ostinata e contraria
come cantava il buon Faber

perchè non si va mai da nessuna parte,
purtroppo si resta,
per restare ancora chissà per quanto
senza muoversi di un passo,

tutto cio che ci attraversa
ci fa sembrare il movimento naturale,
in realtà stiamo solo sognando
e senza saperlo continuiamo ad ingannarci,

ho pensato bene a scrivere questi dodici canti
per far luce forse
su certe dimenticanze di noi tutti distratti,
che tra il dire e il fare

e da un giorno all'altro
cambiamo repertorio
per cercare di esistere ancora
sul palcoscenico di questo gran manicomio.

Non esiste una morale
uguale per tutti,
ciascuno soffre per i propri limiti
e questo non aiuta a diventare intelligenti,

i sentimenti sono ingannatori
come la ragione,
la coscienza,
la fede,

l'amor proprio e l'amor improprio,
un ventaglio sventola lentamente,
s'è fatto tardi
bisogna che io vada.



Giùciaravolo

lunedì 14 settembre 2015

Canto XI IL TERRESTRE

Lascia stare
e se proprio non ne puoi fare a meno,
lascia perdere
è nel perdere la vera vittoria.
se non vuoi che la tua vita
sia l'inferno della tua anima
lasciati andare
senza meta e ne direzione,
potrai pensare mille e mille cose
credendo di essere fermo nel tempo
al tuo naturale lasciarti perdere
imponi fantastiche e patetiche illusioni,
lascia scorrere il sangue nelle vene
non rabbrividire all'idea
di un domani che non esiste
e che forse non esisterà mai,
godi per quanto ti è possibile
e fai godere senza entrare
nel gioco delle parti,
il godere accomuna ciechi e sordi,
vecchi e giovani
zelanti e fannulloni
caste e traviate
possidenti e nullatenenti,
le differenze sono aberrazione
pensare di farla franca
nella melma umana
quando ci sei fino al collo,
ti tocca far lo sforzo di esagerare
per superare il limite del tuo personale bozzo
e invadere la natura tutta
col tuo slancio emotivo alla frutta,
osserva il tuo copro e compiaciti
non importa se sei brutto piccolo o storpio
compiaciti
perchè stai già cambiando forma
Lascia stare
e se proprio non puoi farne a meno,
lascia perdere,
è nel perdere la vera vittoria.
di quel che resterà cosa t'importa
vivi e consuma ogni tua risorsa,
la natura non è avara
e tu non essere avido di natura,
non sperare in un giorno che verrà
prendi la tua anima a calci
e falla uscire fuori dalle arterie
cosa puoi mai temere?
Ogni giorno sei morto e vivo
anche se non te ne accorgi
lasciati perdere
per goder senza rimpianti.



Giùciaravolo

domenica 13 settembre 2015

Canto X IL TERRESTRE

Le dimensioni non contano
così dicono i benpensanti,
invece contano eccome.
Più si estendono

è più s'avvicina quella strana possibilità
del succedere nel succedersi.
Noi pensiamo di possedere il corpo
dimenticando che siamo il corpo,

purtroppo a causa
dei banalissimi condizionamenti
ereditati dal contesto
giudichiamo noi stessi troppo e male.

Le verità sono sempre
tenute all'ombra,
perchè è disdicevole
parlare di come veramente siamo.

Incatenati ad un essere
che è solo una maschera riconoscibile
tra le tantissime ignote.
Un vestito su misura per ognuno.

Nella misura c'è contraddizione
perchè pur limitandosi
la natura giammai  ama misurarsi.
È così che vengono fuori i mostri dell'interiore.

L'osceno prende il posto
della metafisica del piacere,
facendo scivolare il mascherato
in ridicole e patetiche scenette del godimento.

Poche donne sanno che cosa è il godere
e gli uomini altrettanto,
il nascondersi è diventato un modo per agire
nel silenzio delle proprie perversioni.

La causa di questo ridicolo dramma
è la religione e la morale stanca,
queste pretendono d'aver ragione
quand'invece hanno torto.

L'uomo non è una macchina da riproduzione.

Il piacere governa l'universo,
senza  gusto
non esiste alcun piacere,
ciascuno  quando copula

non ha bisogno di credere.

Perchè nell'amplesso
si aprono i cancelli del trasporto,
corsie preferenziali per sognatori ad occhi aperti
un tunnel di umori e suoni

dal retrogusto celestiale.

Aveva ragione il divin de Sade
ad esplorare gli infiniti mondi
del piacere e del dolore
praticando il libertinaggio come religione.

L'uomo è ignoto a se stesso
attraverso il proprio pensiero, crede.
Nel credere aliena ogni giorno
il proprio essere nel godimento.

In funzione di un oltre
che non ha ragione d'esistere.
I più fanatici sono quelli con le maschere colorate
le cambiano secondo le occasioni,

confondendo l'agire con l'atto.
Siamo mente e corpo
in unica forma
che attraverso il godere

mai muore.



Giùciaravolo

sabato 12 settembre 2015

Una serata fuori portata


Erano circa le sei meno un quarto.Sandro uscito dalla doccia fredda si preparava ad uscire come al solito.La moglie Graziella leggeva tranquillamente il suo romanzo preferito.
Sandro«Amore esco vado a fare la solita partitina di poker con Tanzio e karl, siamo da Paolo.Farò un po tardi non mi aspettare come al solito.»
Graziella«Vai amore e divertiti.Mi raccomando non perdere come al solito.»
Sandro«Non sono mica un pollo?»Guardando la moglie con severità.
Graziella«Sarà, ma proprio in queste occasioni si perdono tanti soldi con la prospettiva di guadagnarci.»
Sandro«Adoro la tua saggezza.»Baciandola sulla fronte
A qualche isolato di distanza l'attendeva Paola l'amica del cuore, vera amazzone del sesso, una vera esperta in materia di trasgressione oltre che insaziabile donna dalle mille voglie,la classica amante che molti mariti immaginano di avere almeno per una notte.I due si abbracciano intensamente come due fidanzatini alle prime armi, una patetica scena che si ripeteva ogni martedì sera,e quello non era il primo e nemmeno l'ultimo.Insieme giravano per la città in cerca di emozioni,il sesso era scontato ma l'esperta Paola inventava sempre qualche nuova variante per dare un senso e un sapore diverso ai propri amplessi.Dopo aver girato in largo e lungo tutta la città ripetendo lo stesso percorso più volte s'infilarono in una discoteca.Karl li attendeva per bere qualcosa insieme e poi andare via per conto suo con la sua ragazza di giochi.Quest'ultimo aveva una vera e propria mania del tradimento.Ogni tre settimane cambiava partner perchè riteneva che alla terza settimana le amanti pretendevano di far le mogli, e lui certamente non cercava un' altra moglie.Strizzò l'occhio al vecchio compagno di merenda come per intendersi sull'alibi da dover raccontare alle povere cornute.Paola dimostrava una certa insoddisfazione aveva voglia di fare un bagno trasgressivo e quel locale era per lei troppo squallido e banale.
Paola«Che palle andiamo?»
Sandro«Dove?A casa tua?...non vedo l'ora.»
Paola«No bello .Stasera si cambia menù..ti porto io..è una sorpresa.»
Guidava lei e ad un certo punto invito il suo compagno a coprirsi con un sacchetto nero di stoffa.« Ci siamo quasi ti chiedo di pazientare ancora un po.Vedrai sarà una sorpresa meravigliosa.»Sandro annuì facendo un breve mugolìo.Giunsero all'interno di un parco di un' antica villa nobiliare con giardini rigogliosi e lanterne antiche che indicavano il percorso.Una volta entrati furono invitati ad indossare alcune maschere e a prendere un certo numero d un'urna.Iniziò la lotteria a Paola capitò il 37 e per le regole del gioco doveva accoppiarsi col 73 .Sandro invece prese il 34 e doveva aspettarsi il 43.Dopo una ventina di minuti furono fomate le coppie a Paola capitò una donna, per lei non faceva alcuna differenza, l'eccittava l'idea che fosse una sconosciuta.Sandro fu invece più fortunato le capitò una bella donna dalla corporatura perfetta.Iniziarono le danze i corridoi furono invasi da mugolii di vario genere sembrava una foresta di animali in preda al delirio.Sandro con grande delicatezza amò quella donna senza chiederle il nome.Fù sorpreso dal non sentirla mugolare come le altre,chiedendole più volte se aveva delle preferenze prticolari.Lei annuiva a tutto.Sandro pensò che fosse sordomuta.Una gran bella sordomuta.In quel momento balenò nella sua mente una certa malinconia, pensava alla povera Graziella da sola in casa a leggere, stava per commuoversi ma l'eccitazione superava la vergogna.Dopo una buona oretta tutti si ritrovarono al piano di sotto .Tutti mascherati sembrava un carnevale fuori stagione.Paola e Sandro Presero la macchina scomparendo nel buio della strada di campagna.Dopo un paio d'ore arrivò finalmente a casa aprì la porta lievemente per non svegliare la dolce e ignara Graziella.Senza far rumore si versò qualcosa da bere e mentre sceglieva la bevanda vide in lontananza non tanto ben nascosta una maschera simile a quella che aveva indossato lui qualche ora prima.In quel momento capiva di essere stato un cornuto e chissà da quando.Bevve quel liquore dolciastro e andò a dormire sul divano
FINE
Giùciaravolo

venerdì 11 settembre 2015

Canto IX IL TERRESTRE

Uno spazio infinito
resta infinito,
finchè non incontra
un altro spazio infinito,

il collidersi è dramma

nessuna forma può prevalere
nel caos cosmico
delle raccapriccianti vite,
vite intrise di un ognitutto

che è più simile ad un gomitolo

senza nè capo e nè coda
un groviglio di fili sottilissimi
privi di senso
ed elastici all'adeguamento,

la schiavitù tiene le basi alla padrona.

vivere è come essere ostaggi
illusi malati di fantasia
immaginano patetiche scene
di melodrammi a lieto fine,

meglio non pensare al negativo,

bisogna ingerire tutto
e far finta di stare bene
l'ottimismo è una speranza
per il quieto vivere,

beata solitudine che ti perdi dietro al nulla,

giudicata come il peggior dei crimini
nessuna t'ha capita
perchè tutto è governato dalla paura,
la paura di ammettere a se stessi

di essere già morti quando ancora vivi.

Tutto sembra seguire un punto e a capo
come i capitoli di un libro
che idiozia immaginarsi in un racconto
e poi fantasticare con il proprio io,

meglio uno o nessuno che centomila.

Giasone nel suo patetico trionfo
ha tentato più volte di sfiorar
il culo di Afrodite
è stato eroe ma senza pive,

forse anche buona parte delle persone sono così,

eroi in viaggio
dalle imprese piatte e folli
l'importante è vincere
per non morire

ogni giorno di Afroditite.

Un tanfo putrido
attraversa l'etere in certi discorsi
anime puzzolenti
infestano a tutto tondo il mondo

con argomenti che fan ridere i polli,

i poeti poi, sono i più pietosi
articolano le lingue
come fossero anaconde
per tirar fuori ancor più tanfo,

profumandolo con  spruzzate d'amore liofilizzato,

Quando fa schifo questo mondo
maledico il giorno
in cui m'han fatto nascere
in questo letamaio immondo,

fortunatamente mi accompagna la saggia Sophia

che non scrive e nè legge
non impera e ne comanda
permea e proietta
rinnovando tutta se stessa,

simile al sole in primavera.

è dolce asciugar le lacrime da coccodrillo
all'accecante chiarore delle cose
un infinito nell'infinito
per perdersi definitivamente

e restare finalmente solo.


Giùciaravolo




mercoledì 9 settembre 2015

Canto VIII IL TERRESTRE

Scrivere non è mai un gioco,
farlo per essere letti
è un trastullìo per adolescenti
non si confezionano sentimenti

come fossero patatine fritte,

scrivo, dunque per esser letto?
a chi giova questo lavorìo?
forse attraverso questo vivo?
nulla di tutto questo?

perché detergo il mio io nell'immenso oblio?

cosa si cerca veramente?
perchè si cerca?
che cos'è il cercare?
un stare intorno a qualcosa per definirla?

la truffa delle lettere ha i minuti contati.

il buon Demodoco nel vibrar la cetra
si proiettò pur essendo cieco
all'esterno delle mura stanche
della antica città di Troia

facendo piangere il valoroso Ulisse

con un racconto in un racconto,
la magia della letteratura
non ha pari se accompagnata
dalla fonè di un cantore

che suona la cetra e non vede

come il narratore che racconta.
un ripetersi attraverso nuove ed epiche emozioni
forse tutto si riduce
in un'iniezione dall'effetto a breve termine.

un tormento in breve apnea

per un altro tormento in arrivo.
se si arriverà mai alla fine
sarà un altro patetico tormento.
a questo ci abituarono a sentire

dai banchi sterili della scuola dell'obbligo.

pilotare i sentimenti
è mentire due volte
purtroppo l'uomo è sempre pronto
a farsi fecondare dal racconto.

tuttavia una possibilità esiste.

per ciascuno di noi
ogni immagine è rivelatrice
di quell'universo singolare e particolare
che è il nostro immaginare.

provate ad immaginare.

provate è sarete probi.

giùciaravolo 

domenica 6 settembre 2015

Cannibali (di Giuseppe Ciaravolo)

Cannibali (di Giuseppe Ciaravolo): Cannibali (di Giuseppe Ciaravolo) - Cannibali (di Giuseppe Ciaravolo)

- descrizione: Cannibali è un racconto breve insieme ad altri è uno dei miei primi scritti.I personaggi mutano come le situazioni che li coinvolgono.

- incipit: L'estate quell'anno non fu delle migliori, grandine, pioggia e sole si alternavano come in una danza folle. La gente si lamenta sempre quando i profitti vanno a fondo, perché pretende a torto, di avere sempre il proprio tornaconto per il lavoro sporco svolto. La natura come gratuitamente offre così toglie è solo una questione di tempo. La Rochelle è una cittadina ricca di storia e di attività, un tempo fù crocevia di enormi flussi commerciali diretti verso le nuove terre al di la dell'oceano, l'iso

sabato 5 settembre 2015

Canto VII IL TERRESTRE

L'impossibile è il nulla,
nel miasma di ogni giorno
tendere la mano
verso la porta per catarsi

spinge al superar se stessi

cadendo dentro un fosso
sempre più profondo
un'embolia, un'overdose
una sbornia esagerata

hanno tutte la stessa madre

un paradossale rendersi liberi
finendo schiavi
le allucinazioni e il consumismo
incatenano lo spirito gettando via la chiave,

di drogature ce ne sono anche senza sostanza,

come quelli che per credo
affliggono il simile
giudicandolo con la propria giustizia malata
appendendolo in piazza come ammonimento,

un avvertimento a non osare

contro l'ordine costituito
dal celestiale insegnamento
orde di fanatici invasati
uccidono senza pentimento,

certi di non esser giudicati

un sacrificio necessario
per diffondere il terrore nelle strade,
attraverso il quale
si manifesta un dio

che vive solo per il tanfo delle mucchie di cadaveri,

altri progressisti
si chiudono nei propri lager
inventando visioni di celeste creature
che solo attraverso loro

possono far provar la guarigione

in cambio di copiose donazioni
non sono escluse quelle di natura
un mercato per mentecatti
dove l'abuso è considerato un privilegio,

nemmeno i bambini sono esclusi dal massacro,

la malattia peggiore
per questi lestofanti
è rendere impossibile la vita agli altri
facendo della loro

un parco di divertimenti per privilegiati,

non mancano all'appello
nemmeno gli alunni
della scuola dell'amore
che spacciano di aiutare il prossimo

con i propri metodi di persuasione,

nella comunione
lo schiavo superiore
passa lo scettro ad un altro schiavo
per dare un senso

ad un altro dio, il dio padrone.

Il peggiore di tutti
è la dea pecunia
i cui adoratori sono tanti,
molti, forse tutti quanti

difficile resistere al suo fascino,

dall'alto in basso
tutti venerano questa grande troia,
come se fosse la fonte d'ogni bene,
averne tanta in tasca significa godere sempre,

dimenticando che è solo carta straccia,

questa civiltà
malata ed agonizzante
t'impone il sacrificio del lavoro
come un diritto

e la schiavitù che ne consegue come dovere,

ho visto piccoli fanciulli
sottratti al gioco con le pietre
per essere condotti nelle miniere
a far da schiavi

a quei vecchi vigliacchi signorotti in putrefazione,

la loro prole è al sicuro
perchè la badracca*
li allatta col proprio seno
ricco di marciume e d'indifferenza,

per fortuna si muore tutti, a poco a poco

la schiavitù peggiore
è quella di se stessi
difficile capir chi sei
se non ti sei trovato solo

almeno per un attimo

e pensare e riflettere
su tutte quelle idee
che ti hanno attraversato
e tu puntualmente

come un asino le segui ciecamente,

non c'è scampo
siam tutti drogati di qualcosa
eppur all'interno di ciascuno
una piccola fiammella non soccombe mai,

alimentata da se stessa

non ha forma e ne pretesa
si meraviglia del nulla
e trova gran sorpresa
nello scoprir che siamo in ogni cosa

nei molluschi, nei tramonti,nel godimento,

un vivere d'intenso
senza prospettiva
uno scivolar lento verso l'infinito
ignoto e controverso,

come ogni fottutissimo giorno della vita.



Giùciaravolo


baldracca(pecunia, danaro)





venerdì 4 settembre 2015

Canto VI IL TERRESTRE

Prima o poi
bisogna fare i conti
con quel che più comunemente
chiamiamo il tempio dell'anima,
ma quale tempio e quale anima?
Noi siamo il nostro corpo
non l'abitiamo per poi andare
chissà dove
perchè in se racchiude casa ,chiesa
e cimitero,
il pensiero contrabbanda
fiumi di sciocchezzuole,
per ottimizzarne il senso
ed il valore intrinseco,
ma che senso potrà mai avere un insaccato?
Come le salsicce ed i salami
stagioniamo ogni giorno
imputridendo la nostra carne
al sole e alla vergogna,
di non essere immortali,
o peggio alla storpia rassegnazione
di mettersi in offerta speciale
come quella merce nei scaffali
al cui retro è applicato il prezzo
insieme al tagliando di genuinità deperibile,
quando ci si ammala
tutto diventa più terreno
gli amici , l'amore, la convinzione
lasciano più spazio
a ciò che davvero siamo.
Lasciamo perdere quest'aspetto
quel che avviene in un istante
può durare per l'eterno
in questo modo il gran tiranno*
ti mette le catene
in fiumi di considerazioni
è la paura a fare da maestra
e l'animo in terrore
l'allievo remissivo
si spera sempre di riuscire
perchè non si vuol mai morire
postecipando quell'appuntamento
dimenticando in fondo,
che il corpo va per conto suo
e spesso non risponde.
Prima o poi
bisogna fare i conti
con quel che più comunemente
chiamiamo il tempio dell'anima,
ma quale tempio e quale anima?
Noi siamo il nostro corpo
non l'abitiamo per poi andare
chissà dove
perchè in se racchiude casa ,chiesa
e cimitero,
il pensiero contrabbanda
fiumi di sciocchezzuole,
per ottimizzarne il senso
ed il valore intrinseco,
ma che senso potrà mai avere un insaccato?
Come le salsicce ed i salami
stagioniamo ogni giorno
imputridendo la nostra carne
al sole e alla vergogna,
di non essere immortali,
o peggio alla storpia rassegnazione
di mettersi in offerta speciale
come quella merce nei scaffali
al cui retro è applicato il prezzo
insieme al tagliando di genuinità deperibile,
quando ci si ammala
tutto diventa più terreno
gli amici , l'amore, la convinzione
lasciano più spazio
a ciò che davvero siamo.
Lasciamo perdere quest'aspetto
quel che avviene in un istante
può durare per l'eterno
in questo modo il gran tiranno*
ti mette le catene
in fiumi di considerazioni
è la paura a fare da maestra
e l'animo in terrore
l'allievo remissivo
si spera sempre di riuscire
perchè non si vuol mai morire
postecipando quell'appuntamento
dimenticando in fondo,
che il corpo va per conto suo
e spesso non risponde.
giùciaravolo
tiranno(pensiero)

giovedì 3 settembre 2015

Canto V IL TERRESTRE

Il tempo è una variabile costante,
si allunga e si reprime
come l'animo sensibile
alla natura delle cose,

contorcersi per sentire non giova,

perchè il sentire
e la prova di altra cosa,
e il comprenderlo
provoca gran dolore,

meglio essere dementi dalla nascita,

qualcuno lo è per codardia
ma la maggior parte
sono tutti sani
saccenti di qualche cosa che identificano

con l'io o dio,o tutto quello che mai si spiega,

ho tentato più volte
di rivoltarmi come un calzino,
senza dover aspettare i comodi
della troia a ore,

un calzino è un calzino

ed io non sono nemmeno quello
perchè non mi giro mai dall'altra parte,
e ne mi racconto balle
per sentirmi gaio,

il soffrir è una consuetudine

come andare in bagno,
da questa sorge come il sole
la sete di giustizia
che trova la ragione nelle cose

 e senza chiedere permesso a dio o altro

si scatena
spigionando fulmini e saette
come un uragano
per maledire il vivere di una moralità bislacca,

meglio morir più volte in combattimento

che attendere l'esito della gara,
a questo ci ha ridotto questo mondo
avidi guardoni dalla pancia gonfia
malati a tempo determinato

pronti a prostituirsi all' idea di convenienza,

vivere così
è da oltretomba,
e di zombie ne conosco a migliaia
preferisco star per conto mio,

sapendo di morir da solo e a modo mio,

io parlo spesso di cose di natura
senza specificarne il senso,
abbiate la pazienza di seguirmi ancora un poco
so di disturbare il vostro verme solitario

a quest'ora,

le cose sono l'insieme
l'oggettivo è il soggettivo
affidarsi a queste speculazioni
è come perdere la trebisonda,

le parole in musica e senso

svelano un mistero assai profondo
non è nell'imparare il senso
ma nel comunicare qualche cosa
che per ciascuno è immagine propria,

meraviglia dell'universo questa cosa,

ognuno rappresenta
una galassia di emozioni incondividibile,
non mi sgomenta la solitudine
mi meraviglia piuttosto

l'ampiezza dell'infinito sentire,

i profeti son tutti ingannatori
perchè son loro che vogliono fare a mò di dio,
lasciamo perdere questi cialtroni
son tutti uguali

predicano l'amore e poi ti mettono nei guai,

la cosa più assurda
è che si muore per questa travisatura
alcuni col culo all'aria pregano
orientantosi verso est,

un ridicolo prostarsi al nulla,

perfino gli alieni
ci danno del coglione,
e noi esseri intelligenti
col verbo in mano ci sentiamo superiori,

superiori solo rispetto alle nostre miserie,

il tempo è una variabile costante
si allunga e si reprime
come l'animo sensibile
alla natura delle cose.



giùciaravolo

mercoledì 2 settembre 2015

Canto IV IL TERRESTRE


Dall'alba al tramonto
e da questo all'alba
la vita stilla a gocce
seguendo il calendario delle ore,

si vince e si perde ad ogni passo,

un giorno ti svegli
come per incanto,
e finalmente decidi
di esser diventato grande,

pensando d'aver raggiunto l'infinito

ti scopri impreparato
e quindi ancor minuto,
rispetto alle complicanze
di un viver così nuovo,

aggiungendo nuove tessere al domino,

pronte ad essere abbattute
in un solo colpo
perchè l'avanti tira troppo
e l'indietro non molla
o se lo fa,lo fa a poco a poco,

le idee che ti fai sulle cose
cambiano perchè non sono vere,
la verità è solo un termine di paragone
per le menzogne dalle gambe lunghe,

mentir non nuoce ,

esser vero invece fa malissimo,
dove l'occhio non vede
il cuore non duole,
e aggiungo di proposito

che nemmeno sente

parlare schietto
significa oltraggiare l'altro,
indurlo a pensare delle cose
che mai e poi mai avrebbe immaginato,

forse questo essere che siamo

è solo un brutta fotocopia
di quello che vogliamo,
volere non è potere
l'ontologia è un osso troppo duro

tanti sono stati i cani che l'hanno morso

ricavando verità monche
aggiustate con i sistemi
del formale e della logica
probabilmente tutto si risolve

in un non siamo,

di questo ne sono certo,
anche se non ho le prove,
se le avessi prodotte in qualche modo
sarei stato un cane anch'io,

preferisco sbattermene di un concetto che forse manco esiste

il mondo e noi
sono solo la risultante
di una visione psichica
tragicamente comica,

la scienza pretende d'aver ragione sempre

perchè nel suo sistema
tutto corre lungo un filo di coerenza,
che illusione pensare
il vivere in quel mondo così scadente,

la religione dice di parlar per dio

questo mi suggerisce
che ho un padrone
a cui devo obbedire necessariamente,
l'esser sottomesso mi fa rabbrividire,

forse sono già all'inferno, mi tocca maledire

l'elenco delle correnti di pensiero
potrebbe allungarsi all'infinito,
la regola è la stessa
con logica o col credo,

l'importante è aderire per esser finalmente vero,

a parer mio
la vita è un buco nero
e negli attimi
disintegra se stessa,

sfido chiunque a dire il contrario

eppure questa affermazione
è solo un altro teorema
che a lume di ragione umana
potrebbe essere vera,

tornando sempre al dunque.



giùciaravolo