sabato 19 settembre 2015

Un invito a cena

Diceva bene il buon Pascal
ad affermare :
“Tutta l'infelicità dell'uomo
deriva dalla sua incapacità

di starsene da solo in una stanza.”

Beato lui che ci credeva!
Oggi anche da solo in una stanza
sei collegato col mondo
e puoi essere infelice o felice,

ciò non conta,

perché son cambiati
i sistema di misura
del viver quotidiano,
il comunicare non ha bisogno di censura,

i moralisti mi hanno sempre infastidito,
perchè la libertà non è un dono
ma una certezza,
che si condivide con coraggio,

non ha senso starsene da soli
ha coltivare il proprio miraggio,
quando il mondo freme
per essere fecondato da una nuova intuizione.

Attraverso le parole
anche i santi mentono
bisogna comprendere per capire il senso
e non accettare tutto come oro colato.

Lo stesso Blaise inventava
con uno scopo che guardava all'orizzonte
un uomo nuovo nasceva
per uno vecchio ed errebondo.

Fui invitato a cena
per far conversazione
su argomenti di vario genere
avendo a disposizione un buon bagaglio,

di contraddizioni,
queste sono la regola
per buona parte dei benpensanti,
esposi con carattere

una mia idea,
nuova, diversa, sulla storia
e su certe palese informazioni
tramandate come sacra religione.

Apriti cielo!L'indignazione prese il sopravvento
alcuni dei convitati presero posizione
altri in silenzio attendevano
come al teatro la fine dell'evento,

patetico ed inutile voto
alla serata amena trascorsa così particolare,
essendo la maggior parte
forniti di nozioni senza vero fondo,

fu facile mettere in ridicolo
alcune loro affermazioni
sostendo che le stesse fossero
troppo misere , pretenziose e certamente false.

Non partecipai a questo gioco come un pollo
per veder confermata qualche mia congettuara,
m'accorsi presto che si trattava
di una certa chiacchiera diffusa nell'ambiente,

per provare la mia presunta congettura,
e per giungere finalmente
a giudicarmi fallibile e ipocrita
come un ciarlatano.

Non professo alcuna fede
nè m'immagino d'insegnar qualcosa
rispondo delle mie immagini
come sono unica cosa.

Un giudizio già partorito
da quelle coscienze morte
che vivono sulle propria ossa
trafitte dal raggio di luce del nuovo.

Alcune facce diventarono storte
come in una smorfia di rabbiosa ipocrisia
altre mansuete cercavano ragione
nel proprio nido rotto

argomentai puntualmente,
perché è mia abitutidine
fare in questo modo
non mi arrampico alludendo a citazioni

per dar sostegno retorico alle mie azioni,

nel mio piccolo sono solo mio
ma non accetto lezioni
da asini incoscienti
che vivono col fumo delle proprie convinzioni,

colpa di una scuola che insegna
solo a prendere meriti
per accedere ai nuovi corsi
instupididendo il giovane a fare solo quello,

un pappagallare di mnemoniche informazioni
senza alcun collegamento
tranne che per superar gli esami
ed avere votazione.

Uno studio in questo modo
è un aborto perchè costringe la mente
a negare se stessa e la sua funzione
che è l'interagire con l'immaginazione,

Finita la serata
sotto lo sguardo cupo dei conviviali
salutai affettuosamente gli invitati
sapendo di finir nel gruppo degli indesiderati,

troppo impertinente,
molto comunicativo
forse troppo
disgustosamente sagace,

Non ci restai male
in fondo la stupidità mi diverte
e so di non esserne immune,
farò come il buon Pascal

scriverò da solo
tenendo la finestra aperta sul mondo
senza aspettar nessun riscontro
o qualcuno per non essere invitato ancora.

Giùciaravolo






Nessun commento:

Posta un commento