mercoledì 9 settembre 2015

Canto VIII IL TERRESTRE

Scrivere non è mai un gioco,
farlo per essere letti
è un trastullìo per adolescenti
non si confezionano sentimenti

come fossero patatine fritte,

scrivo, dunque per esser letto?
a chi giova questo lavorìo?
forse attraverso questo vivo?
nulla di tutto questo?

perché detergo il mio io nell'immenso oblio?

cosa si cerca veramente?
perchè si cerca?
che cos'è il cercare?
un stare intorno a qualcosa per definirla?

la truffa delle lettere ha i minuti contati.

il buon Demodoco nel vibrar la cetra
si proiettò pur essendo cieco
all'esterno delle mura stanche
della antica città di Troia

facendo piangere il valoroso Ulisse

con un racconto in un racconto,
la magia della letteratura
non ha pari se accompagnata
dalla fonè di un cantore

che suona la cetra e non vede

come il narratore che racconta.
un ripetersi attraverso nuove ed epiche emozioni
forse tutto si riduce
in un'iniezione dall'effetto a breve termine.

un tormento in breve apnea

per un altro tormento in arrivo.
se si arriverà mai alla fine
sarà un altro patetico tormento.
a questo ci abituarono a sentire

dai banchi sterili della scuola dell'obbligo.

pilotare i sentimenti
è mentire due volte
purtroppo l'uomo è sempre pronto
a farsi fecondare dal racconto.

tuttavia una possibilità esiste.

per ciascuno di noi
ogni immagine è rivelatrice
di quell'universo singolare e particolare
che è il nostro immaginare.

provate ad immaginare.

provate è sarete probi.

giùciaravolo 

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