sabato 31 gennaio 2015

Un mondo dietro l'altro

Quand'è difficile
per alcuni di noi
accettare la banalità
di una certa realtà

che pretende di essere oggettiva
solo perchè condivisa
dalla maggior parte delle persone
che aderiscono senza un perchè,

un dispendio di energie
erogate al vento
per alimentar l'ipocrisia
di un buono giusto e contento,

che fa comodo solo
ad una piccola porzione
del nostro essere uomini
e spesso in maniera insoddisfacente,

in questo modo
le piccole paure diventano
giganti spettrali
che assorbono tutta la nostra meraviglia,

riducendoci in semplici larve
dalla vita sempre più corta,
spesso questo accade
senza chedersi il perchè,

e noi crediamo
che non ci sia più alternativa
precludendo ogni altra possibilità
di emancipazione o evoluzione

della vita,

in giro per l'etere
riecheggia il cupo suono
di un io che è sempre più simile
al nulla a cui appartiene,

nessuno sa cosa sia veramente
tanto immensa e misteriosa
è quella facoltà che fa vibrar la lingua
quando la mente è altrove

o si crea giustificazione perchè assente,

ognuno nasce con forma propria
le similitudini sono solo dati
la peculiarità della persona
è nel suo stato di coscienza,

il percepire il mondo
con le molteplici complicanze
è un buon sintomo di risveglio
ma non basta,

per reagire a tante storture
ci vuole impegno
esser vigile ogni giorno,
ogni attimo, ogni istante

anche la notte con i suoi consigli
è vittima della stessa specie
converrebbe rimanere svegli
per non essere fregati ancora,

qualcuno ci riesce
facendo un sogno lucido
stabilendo quota al proprio intento
alimentando quelle immagini

fino a renderle oggettive

esperienze di sciamani
e culti antichi
alimentano la curiosità di un oltre
che non riusciamo a vedere,

spesso si tratta di pura fantasia
o di superstizione condivisa
abili cialtroni dalle mani bianche
invocano quell'etere

che solo loro pretendono di vedere,

non lasciatevi ingannare
da simili idiozie
cercate in voi stessi le risposte
di sicur le troverete

pronte disponibili e gratuite
come tutte le cose
di questo immenso cosmo,
difficile invece raggiungere la consapevolezza

che dell'infinito
riduce il tutto
in un punto
infinitesimale.


giuseppeciaravolo

lunedì 26 gennaio 2015

Inutilità delle lettere

Quante patetiche illusioni
nascondono questi 22 caratteri
che singolarmente presi
non darebbero un senso

nemmeno ad un sasso

tranne che nella nostra
cognizione convenzionale
sempre più legata all'ovvio
e alla consuetudine

che all'esplorazion del cosmo
e alla moltitudine di linguaggi
del corpo e dell'anima
e dello spirito per chi vi anela

condividiamo spesso
solo quel che piace
trascurando miseramente
tante verità ed infinite specie di idiomi,

un linguaggio comprensibile
 è sottomesso al senso in se
più che alla ragione
quando questa non è condizion di causa,

il verbo che attraversa l'etere
è di ben altra natura
altro che scripta manet
e verba volant,

forse i Latini
peccarono di presunzione
o semplicemente proteggevano i propri affari
fidandosi solo del papiro

la natura dei contratti
scade prima o poi
è così che il manet
cambiò volto adeguandosi al volgare,

lasciamo perdere la storia
di lingue sconosciute e morte
ce ne furono tante
e nel futuro chissà quante,

la tradizione dell'orale
ha miseramente ceduto il posto
a chilometri di lettere
incastrate solo per lo scopo,

facendo scivolar e gemere
la vitalità del suono
in una muta e sorda lettura d'intelletto
dando spazio più all'immagine

che all'effetto del suono in se,

comprendo che affermando questo
celebro solenne
il mio funerale di tipografo
della specie letteraria,

nessuno legge veramente
se non assapora in corpo
l'anima vera della parola
che è suono e magia

capace di risvegliar incognite
e suscitar vibrazioni
in empatia
con l'intero cosmo,

son nato in un piccolo lembo di terra
tra il fuoco del vulcano
e il mare color turchese
profumo di ginestre  e suoni di ogni tipo,

probabilmente senza volerlo
ho respirato la stessa aria
di Virgilio, Goethe o Leopardi
e senza saperlo li ho letti ancor prima

di studiare  loro opera sul foglio .

nessuna trascendente spiegazione
e nemmeno vanità
mi ispirano a scrivere banalmente
con queste lettere

ciò che sento.


giuseppeciaravolo

Game over

Per Diana!
Ho finito il credito.


giuseppeciaravolo

martedì 20 gennaio 2015

Non lo so

Non lo so
quali dunque e quanti forse
ho immaginato e spinto
dall'interno del mio fuoco acceso

verso l'infinito estremo
senza una risposta
e nemmeno la pretesa
per trovar qualche riscontro

la mia anima è appesa,
ad un filo logico
che lascia intravedere
qualche ombra di architettura
   
in ogni  cosa,

il furore di entropia sovverte  e toglie
l'entusiasmo e l'eccellenza
per nuove forme ancora
creando un immenso vuoto di utopia,

l'autostima è solo
il prezzo giusto da pagare al mondo
per non essere sconfitti
dalle regole del volgo,

nessuna direzione è giusta
e pur son tutte buone
la solitudine non è meditazione
ma respiro dell'uomo al cosmo,

imparare a respirare
non è una tecnica ad applicazione
per raggiungere qualche stato di grazia
o promozione a nuovi livelli di percezione

ma sentire nel sentire

perchè qualunque cosa benchè sia giusta
prima o poi si guasta
a furia di ripetere
s'impara sempre

dimenticando quello che eri prima

lo spirito non ha bisogno
di nessuno che gli insegni
agisce e crea in ogni istante
una cosa nuova per ognuno di noi

questa grande libertà
è pura magia
la paura di perdere
ciò che perdiamo tutti i giorni

è pura follia.



giuseppeciaravolo


domenica 18 gennaio 2015

Mirabilia

Quel che cerco
quando scrivo
non  un premio ne un titolo di merito
ma una semplice fugace emozione,

capace di suscitar
quella mirabile magia
che da piccolo granello
edifica castell per l'aria,

nessun teorema
e ne considerazione estrema
il provar e  il sucitar
sono cosa medesima.


giuseppeciaravolo

domenica 11 gennaio 2015

Pippe

Su questo minuscolo
granello di sabbia
sperduto nell'infinito cosmo
certe abitudini

non vengon mai dimenticate,

mi appare ridicola l'immagine
dell'uomo antico
armato di gran clava
che afferra  la donna per capelli

per soddisfar quella voglia
mai sazia del potere
e del piacere di giacere
solo perchè egli la rende schiava,

ancora più ridicola
è la rappresentazione sacra
dove il piacere vien rappresentato
come frutto avvelenato dall'esito mortale,

la stessa donna
prima costola e  poi oggetto
ne viene fuori malconcia
come dimostrazion di un falso

che pretende di esser  vero,

di pippe per entrambi
non ne parla mai nessuno,
come se l'argomento
fosse trascurabile e fuori da ogni logica

di comportamento e  buon costume,
dall'alto dell'altare ai fedeli attenti
il curato lancia l'ennesimo anatema
per estorcere la muta obbedienza,

con la promessa
che chi abusa di questa pratica
col padreterno sempre attento
subisce la cecità in vita oltre all'inferno

una paura infusa
fin dalla giovinezza
per arginar il naturale e prezioso effetto
che per natura ci appartiene,

uscendo dai dogmi della fede
non mi sorprende la scoperta
di altri dogmi per altre religioni
nemmeno per chi si professa

estraneo alla fede,

bondage, scambi di coppia
ammucchiate di ogni tipo
alimentano le fantasie dei pipparoli
che in un mondo quasi virtuale,

poco si espongono  forse godendo molto
creando  in fondo
uno scarso effetto collaterale
qualcuno risolve il tutto

in meno di un secondo,
una necessità del corpo
che si accompagna
alla solitudine di fondo

è un gran mistero quello dell' autoerotismo
si gode per davvero
pur sapendo che si tratta solo dell'effimero
qualcuno lo reputa sueriore

a ciascuno il proprio godimento,
un ramarro o un gallo cedrone
provano il proprio piacere
che ne noi, ne dio e ne la scienza

potranno mai SAPERE.


giuseppeciaravolo




giovedì 8 gennaio 2015

I social net stritolano l'anima

I social net stritolano l'anima

Nella mia breve esperienza ne ho viste tante e siceramente non mi sorprende quasi più nulla,sarà perchè con l'avanzare dell'età si lasciano alle spalle tante illusioni giovanili  che splendidamente svaniscono senza averne più il ricordo e le  inutili paure, o le sensazioni nuove per nuove esperienze,un gioco divertente forse, ma spesso privo di senso tranne quello di trastullare fintamente il proprio senso di felicità,la vita non è un campo fiorito e ne una telenovelas a puntate ne tantomeno una gara a premi, a mio parere è molto di più ,sprecarla in idiozie è una vera tragedia comica.Probabilmente il mio punto di vista potrà sembrare un tantino antipatico sopratutto agli ottimisti di stagione che vedono sempre tutto chiaro , senza dubbi e spesso senza ragione, tutto per far quadrar un grigio bilancio di ipocrita felicità.Questa considerazione nasce da una mia personale riflessione :"Cosa sono questi social net se non l'anticamera della follia?".Forse non ci si accorge che pian piano si finisce col diventarne schiavi ,non esiste follia più folle che diventare schiavi di  un se irreale, fatto di frasi ad effetto selfi (che non interessano a nessuno)proteste che restano lettera morta,tutto per dare voce ad un se che è già svanito nel momento della connessione in rete, un gioco astuto e banalmente fatale quello di far incrociare le opinioni come intrattenimento post serale, sinceramente vedo questo modo di "divertirsi" un tantino delterio almeno per la considerazione che ho per me stesso.Non sarebbe meglio parlare direttamente con una persona o tante guardandosi negli occhi ed esprimendo le propie cose attraverso gli infiniti linguaggi del corpo senza soffermarsi sulle paroline ad hoc o sui messaggetti da adolescenti?Nulla da recriminare a chi è giovane e cerca in qualche modo di uscire dall'incubo dell'inadeguatezza dovuta all'età e a quel po di libertà che spesso non sa di avere.Tutti postano tutto , spesso senza logica , sinceramente cari amici , vi reputo tutti dei"post-datati", datevi una svegliate , parlate dal vivo incontrate le persone realmente abbracciatevi se volete o menatevi ma per piacere fatelo realmente, non soffermatevi al cosidetto "virtuale" perchè a mio parere di virtù ne ha ben poca sarebbe più opportuno chiamarlo mondo "fallace".

martedì 6 gennaio 2015

Basterebbe?

Invece che pensare, ripensare
per pensare ancora
partorendo giudizi e opinioni
su ciò che è giusto o sbagliato,
basterebbe ascoltare quello che si sente dentro.
Ma quello che sentiamo dentro cosa è,
se non il soffire silenzioso
di ciò che pensiamo,
in questa strana combinazione di sensi
e ragionamenti forse sopravvive qualcosa
quel qualcosa è l'uomo libero,
capace di tener a bada
l'uno e l'altro senza sopperire alle animalesche dinamiche
di questa eterna bestemmia.



giuseppeciaravolo