domenica 26 giugno 2016

San Zuen e l'itexit

I tempi corrono veloci
ed io perdo terreno
non mantendo il passo
perchè in affanno con il mondo.

Lungo le piccole strade
della piccola città opulenta
grovigli di capanne
attraversate in ognidove

da sciami di locuste
avide di acquisti
pronte a far correre il denaro
sul medesimo binario morto.

Donne tinte e imbalsamate
mostrano ai passanti
le proprie mercanzie
in compagnia del coniuge e della prole,

tette culi e addomi
fanno a gara per prender posizione
nel calderone dell'estate
che ti vuole felice ad ogni costo,

il povero battista
dall'infinito nulla
grida come al solito il medesimo anatema
così come ci è stato tramandato falsamente,

nessun dio compete
sono solo questioni umane
a dir la propria si paga sempre il prezzo
l'ingiustizia regna sopratutto

nell'isteria di queste feste,
il buon Giovanni sapeva di finire male
con l'opzione di finire cotto come un pollo
o rimettendoci tutto il girocollo.

Quest'anno sono aumentati i genuflessi
accattoni travestiti da mutanti
con il medesimo cartello
sono italiano aiutatemi a mangiare,

lavorare è un prostituirsi a poco a poco
sapendo di aver ceduto il culo
per pochi spiccioli
consapevole di farlo anche il giorno dopo.

Sagome ingombranti
invadono il mio campo visivo
inquietanti visi dall'aspetto cereo
felicità e follia impressi in quei tratti,

tra questi uno simile al giovane Andreotti
più in la un altro che conosco
tramontato quando io ero in erba
per eccesso di adrenalina nelle vene.

Fumi e tanfi di ogni tipo
perforano i miei polmoni
aiutati per fortuna
dal numero di sigarette che fumo,

l'appetito m'è passato in un momento
ho bevuto avidamente un sorso
e poi un altro ancora di birra locale
venduta a caro prezzo,

bambini in spalla
portati come trofei
esposti al nulla dall'isteria generalizzata
con genitori mentecatti

che vogliono dimostrare al mondo
di avercela fatta
certi di essere benedetti dall'eterno
inconsapevoli di aver creato altro patimento.

Sul pennone del palazzo
del capitan fracassa
sventola il tricolore in alto
e un po sotto quello stellato dell'unione,

un ordine inverso sembra voler prendere piede
da quanto mi risulta
è il tricolore a dover subire
i nefasti influssi del cerchio di stelle.

noi in europa non ci siamo mai entrati
anche perchè risulterebbe difficile
spostare tutto lo stivale
per ficcarlo nel culo a questa astuta meretrice,

una farsa tenuta a galla
da chi regge il gioco a senso unico
che per mantenere il proprio regime
cambia le leggi a proprio piacimento.

Lasciamo perdere ogni speranza
noi che non siamo mai entrati o usciti
da nessuna parte
queste cose appartengono ai grandi

e noi come quei bimbi portati in spalla
siamo solo dei trofei
pronti ad essere violentati
dai nuovi burocrati del nulla.

In queste occasioni c'è sempre la sorpresa
così come per incanto
rivedo un mio exitamico di vecchia data
di cui non avevo notizie da anni,

lui angosciato per le mie disgrazie
mette le mani avanti
parlandomi delle sue
quasi a voler difendersi dall' invisibile attacco,

mai e poi mai chiederei aiuto a questi
la pecunia e l'amicizia
son differenti per natura
e questo è vero.


Giùciaravolo






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