sabato 19 marzo 2016

Nè al merito e nè al danaro

Questa mia anima
incartapecorita
non si stanca mai...
di risollevar  con le sue  dita

le nefande piaghe
che mi assillano
perchè ancora in vita,
avrei dovuto sparir già da fanciullo

nell'incoscienza dei primi
tormenti di stagione,
quando all' angelico addome
si sostituiva  il  pelo

da candido  com'era
al color più scuro come al pube,
uno sfioramento lieve
e una carezza

portavano alla gloria
i miei momenti intensi
che vibranti si estendevano
per tutti gli infiniti universi.

Non so perchè racconto a voi
quel che potete solo immagnare un poco
le sensazioni sono uniche
per ogni fottutissimo animale sulla terra

conosco il mio destino,
per questo resto fermo e non cammino,
procedere per forza non mi giova,
a cosa serve andare avanti?

Forse per  fare il capolinio ai fatti vostri?


Giùciaravolo



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