lunedì 2 novembre 2015

Adorabile Bernarda

Presto che è tardi
mancano due minuti
a meno un quarto
l'orologio lento corre disperato

perchè ripete a tondo
l'ennesimo giro
senza arrivare mai al dunque
alla fermata solo tre passanti,

cupi e grigi come questo novembre
strano, in giro non vedo bici,
il pettirosso corteggia
la moglie dell'allocco,

il serpente fa una ricca scorta
di mele cotogne
lo sparviero tace per la fame
nell'attesa gioca a mosca cieca

con la foglia di un acero penzolante,
mi piace quel tuo sguardo
che vuol sembrare indifferente
dai vetri lucidi dei tuoi occhiali

splendono quei  meravigliosi smeraldi luccicanti,
quel sorriso che ti ho strappato
con una banale battuta fuori luogo
ti ha tradita, rendendomi un ebete ignorante,

lo so che non è buona educazione
cercare di avere approccio
quando si è  costretti per necessità di viaggio
essere così vicini e sconosciuti,

so anche di essere troppo vecchio
per illudermi ancora
con la disperata speranza
di ritornare verde come una volta,

non m'importa,
quel che sento,
io lo vivo , attimo per attimo
amo e forse per questo sono odiato,


per me è sempre la prima volta
e non sarà l'ultima,
l'ho giurato al fato
che ogni giorno ruba linfa

a questo corpo malandato,

quel che resta
è il sogno disperato
di uno che vola come Icaro
sbattendo la testa contro il sole,

comunque vada, almeno avrò tentato
meglio un viaggio temerario e immaginario
che un concreto e apatico
rapporto congelato

gli anni e gli affanni
hanno spento il fuoco
che per natura anela a crescere
e giammai muore.




Giùciaravolo


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