mercoledì 11 marzo 2015

Supposte in lettere

Ho perso, ho vinto
e non ho mai smesso  di giocare,
un brivido alla schiena
assilla la mia anima

altro che ludopatia
affidar il proprio senno
ai capricci della sorte
e come essere legati mani e piedi

alla ruota lenta del mulino
cercando di prendere
 una boccata d'aria
tra un immersione e un emersione,

questo strano modo
di crear divertimento
a lungo stanca,
cercando invano di tirar per i capelli

la stupida fortuna
che tutti anelano
come fosse la madre degli dei
e la regina in terra,

non mi meraviglia che tra i fortunati
ci sono un gran numero di insensati
e a quelli col senno a posto
qualche piccola soddisfazione di poco conto,

l'ultimo ritrovato
per metter le cose a posto
lo suggerisce questo angolo di letteratura
che con una modica spesa,

di pochi ottanta euro
pubblica e stampa le tue cose
in dieci libri come i comandamenti
rendendoti in meno di in un secondo

autore  letto e pubblicato
quasi simile all'immenso Ariosto
con la differenza sostanziale
di far poco fumo e niente arrosto,

per natura sono poco incline al pettegolezzo
l'arte di discutere per capire non mi sfianca
non insegno da nessuna cattedra
ne sono dottore in qualche branca,

il mio scrivere m'impegna
e non per gioco,
a volte rido, altre invece piango
ispirato dal lavoro di Pausia

creo qualche piccolo quadretto
dai colori in chiaroscuro
cercando di adornar
la volta della mente,

la fortuna in questo gioco
ha poca rilevanza
il sentire è la vela maestra
in compagnia dell' ancora pesante

della coerenza nella poesia.


giuseppeciaravolo




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