lunedì 31 agosto 2015

Canto 3 IL TERRESTRE

Non t'amo e
mai t'amai
il tuo rifiuto plasma
il mio essere mendico di te,

il gioco delle parti
s'è interrotto
come un filo spinato
che m'avvolge in un mare di lacrime,

vorrei essere
l'usignolo che ti fa sentire primavera,
ma tu sei stanca e monca
e chiudi gli occhi per non vedere,

lo so che anche tu non m'ami
e mai m'amasti
che terribile gioco
prendersi per il culo ogni fottutissimo giorno,

probabilmente qualche strana forza
ci obbliga al meccanico e silenzioso proseguire
ragion per cui ogni buona intesa
avvicenda in noi un altro aborto,

l'età non è una condizione
capita tutti i giorni
di cambiar lenzuola o far la spesa
l'importante è arrivare fino a sera,

un'abitudine  stanca
più d'una stanca vita di abitudini
per questo quando fai la matta
mi vien da ridere di gusto,

qualche insetto di nascosto
si è inserito nel tuo cranio
e scava, scava, e tu parli, parli
per sfogare quell'insetto,

a furia di ripetere le cose
il mio orecchio ha traslocato
lasciandomi sordo
la lingua l'ha seguito per questo taccio,

la chimica degli elementi
gioca brutti scherzi
e la natura che attraverso le sue mescolanze
manifesta l'idiozia di un dio demente,

per fortuna sono sempre da solo
ho mandato anche la mia anima a farsi benedire
giocando a tresette col morto
perdendo con orgoglio.

la sofferenza è come il vento
ti sfiora,ti stravolge, ti uccide
e t'abbandona per un poco
per poi ritornanare ancora come in un gioco,

le bugie e i tradimenti
sono poca cosa
in confronto ai quintali di cazzate
che ci riversiamo addosso ogni giorno,

patetiche comparse
di un teatrino  a luci spente
restando muti
per goderci silenziosi il nostro ultimo sgomento.


giùciaravolo





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