mercoledì 16 luglio 2014

Alexander la ricerca della verità

Capitolo primo


Durante una tempestosa mattina di fine Ottobre,nel mar Mediterraneo,a poche miglia dalla costa dell'Italia meridionale sorge un isola di nome Ventotene,testimone di quella che fu l'antica civiltà a cui dobbiamo molto del nostro sapere.
Fulmini e mare tempestoso sembrano scatenare tutta la loro violenza su questo piccolo ciottolo di terra .le onde solcano i poderosi macigni della costa come fiere insaziabili su un inerme preda .
La popolazione suddivisa in chi espia se stesso in religioso silenzio e in chi preferisce bere quell'ottimo vino che questa terra offre, aspettando con rassegnata speranza la fine dell'evento .Più in la' poco lontano dal piccolissimo gruppo di case a schiera e sovrapposte vi e' un abitazione di forma quadrangolare, modesta ma molto ben curata.
In questo luogo e con quel temporale viene alla luce il piccolo Alexander.
Passano pochi istanti e la levatrice, abile nel suo mestiere per esperienza nota, s'accorge che al piccolo non esce la voce e sembra quasi morto,ciò può accadere in un tempo breve, le levatrici lo sanno perché conoscono i sistemi per rianimare la vita che da uno stato passa all'altro,ma in questo caso non ci fu ragione di pensare che il piccolo potesse esser nato con difetto o aver perso la vita prima ancora di venire al mondo,per cui si tento' invano di rianimarlo.
Tra i potenti tuoni che sembravano accanirsi in quel luogo , si senti bussare alla porta con tre potenti tocchi a cui si aggiunse una voce molto roca :''Aperite venit ita venerando'' e ripete' ''aperite venit ita ventu''.In casa tra la paura dei fulmini e l'ansia tremenda per la sorte del neonato si decise di aprire la porta per veder chi fosse .Si presenta un frate dalla corporatura esile e dal saio bagnatissimo con strano odore salmastro sembrava fosse uscito dal mare stesso in mezzo a tutto quel fracasso, con se aveva una borsa di cuoio molto vecchia da cui si intravedeva un libro grande di fine rilegatura.
Il frate si presento' con molta modestia dicendo tra le labbra il suo nome ''Alcino e' il mio nome'' e dalla levatrice si fece passare il piccolo corpo ,ancor privo di voce, in lingua incomprensibile sussurro' dolcemente all'orecchio del nascituro tre parole che finivano in ''ora'' a ciò spontaneamente e senza indugiar ancor tempo il piccolo Alexander apri subito gli occhi e rispose con squillante vagito.
Suo padre Antonio che fino a quel momento preso dall'angoscia e abbandonate le speranze salto' dal posto dove era che tocco' la trave del soffitto procurandosi anche male , ma la gioia vinse il dolore e subito si precipito' a vedere suo figlio.
La madre Anna Maddalena tra i dolori del parto e l'angoscia successiva pianse cosi tanto che tutta la paura di quella tempesta fu dimenticata.
La levatrice il cui nome e' Mirta meravigliata di tutto ciò chiese al frate come fosse stato possibile un simile evento.
Semplicemente lui rispose che il piccolo stava solo dormendo ,in una maniera tale e sconosciuta, quasi sembrasse che qualche strana forza di natura volesse in qualche modo privare la continuità della vita in questo piccolo uomo, destinato secondo un suo parere ad imprese molto mirabili.
Detto questo si avvicino' ad Anna Maddalena e le pronuncio al suo orecchio alcune parole incomprensibili ai presenti nella stanza ,cosi' lei smise di piangere per tenere tra le sue braccia il piccolo neonato. Intanto la tempesta si calmava e dopo breve tempo Alcino decise di andare via , invano fu il tentativo di Antonio di trattenerlo ancora per asciugar il saio ancora bagnato. In nessun modo pote' trattenerlo , promise loro che sarebbe poi tornato più avanti per istruire il piccolo alle lettere e alla scrittura. Prima di andare via Alcino prese dalla borsa una piccola ampolla contenente unguento che consegno' alla madre e poi in una scatola di legno di piccole dimensioni contenente un gioco simile al gioco dell'oca ma con differenza sostanziale sia nelle immagini che nel percorso.
Si congedo' da loro e consigliando di conservare con cura quel gioco fino a che non avesse raggiunto i sei anni di eta'.Antonio sentendosi in obbligo col frate era uscito dalla sua casa per cercare qualcosa di asciutto e adatto sia all'abito che alla corporatura del frate.
Ma al suo ritorno non trovo più Alcino .Come spesso accade dopo ogni evento brutto ci si dedica volentieri a festeggiar per lo scampato lutto.
Di quella notte Antonio raccontava a modo suo aggiungendovi talvolta più dettagli su una felicissima vicenda di cui fu protagonista e come spesso accade dal fatto in se che può esser considerato compiuto nel luogo stesso a raccontarlo spesso ed aggiungendo cose, diviene ancor più leggendario il protagonista per merito dell'autore.


Antonio e ' un commerciante di origini greche ,nato a Lemno famosissima isola dell'Egeo settentrionale, pratica il commercio di beni di prima necessita' come olio farina e spezie,e abbastanza ricco da potersi comprare una piccola nave ad una vela di cui e anche il capitano perché esperto navigante ,arte questa necessaria ai mercanti .Spesso per motivi legati al commercio e in concomitanza all'espandersi delle grandi flotte provenienti dalle maggiori città costiere italiane egli si spostava con tutta la famiglia in luoghi sempre diversi .
Egli possedeva una discreta raccolta di volumi provenienti sia dall'Oriente, di cui era anche abile conoscitore della lingua scritta e parlata, in più per proprio interesse aggiornava in una sorta di manoscritto tutte le piante officinali il cui uso fu sempre noto a tutte le popolazioni del bacino.
Ventotene e una piccola isola ricca di vegetazione ma anche caratterizzata da alcune zone non adatte all'agricoltura dove trovar piante per cura risultava assai facile.
Nell'isola viveva un certo Probo considerato come il più capace sia nell'arte dei medicamenti che in quello della selezione per genere e relativo effetto curativo ,probabilmente veniva considerato come una specie di sciamano a cui molti isolani chiedevano cure per la loro salute sopratutto per evitare le tremende epidemie che troppo spesso sbarcavano insieme alle merci ed ai naviganti ignari .
Quest'uomo poco alto dall'aspetto assai particolare sembrava un antico fauno uscito chissà da quale tempio antico con capelli ricci di color grigio chiaro una sottile barba sempre grigia, occhi enormi dallo sguardo penetrante ,bocca piccola appena evidente in quella che sembrava una nuvola di cotone.
Sull'isola si racconta che egli fosse stato un gran sapiente al servizio di un certo signore d'Oriente e che per motivi non certi a nessuno ,riparo' a Ventotene per non essere più trovato.
Grazie all'aiuto del facoltoso Attamo persona di grande cultura nonché viaggiatore instancabile e conoscitore profondo di molte culture,Probo trovo' ospitalità presso di lui in virtù di una profonda amicizia di vecchia data maturata attraverso i numerosi incontri avvenuti nel tempo e caratterizzati da profonde riflessioni su le più diverse branche della conoscenza del tempo .Attalo era comunemente chiamato Prospero per la sua stimatissima ed ironica simpatia e spesso aiutava senza indugio a chiunque glie ne facesse richiesta, uomo alto dall'aspetto austero ma di carattere gioviale quasi da sembrare molto più giovane del suo tempo.
Probo grazie all'ospitalità dell'amico e dotato di grandi capacita cognitive per quel tempo, fu subito ben accolto dalla popolazione del luogo che affascinata dal modo pacato di dialogare e per la sua disponibilità ad aiutare chiunque ne sentisse il bisogno, spesso non pretendeva nulla in cambio, tranne in qualche occasione dove prendeva il necessario per un giorno.
Si narra che mentre egli stava attraversando in nave come un comune passeggero a bordo si sia verificata un anomala malattia molto simile alla frenesia degli epilettici e che a largo di Gaeta quasi tutto l'equipaggio fosse infetto in qualche modo da questa sconosciutissima malattia.
Le cose si stavano mettendo davvero male , marinai sdraiati come ubriachi, alcuni presi da tormenti sfidavano chiunque gli passasse vicino,una confusione terribile , urla, pianti, volti trasformati ,un vero inferno.
Essendosi accorto dell'accaduto Probo non esito' con la sua proverbiale calma a far mangiare ,avendone abbastanza per tutti ,una foglia di pianta che cresce in Creta e sembra che abbia la facoltà di riparar ferite e far guarir da simile frenesia.
Nel giro di qualche ora tutto si placo' e gradualmente tutto l'equipaggio torno' alle sue quotidiani mansioni come se si fosse appena svegliato rimettendo tutto a posto come prima ignari dell'accaduto.
La vita sull'isola e' serena per il piccolo Alexander il tempo scivola lentamente , da stagione in stagione, grazie all'affettuosa mamma ,che tra i tanti impegni domestici, trova sempre il tempo per fare giochi e divertimenti.
Aveva appena compiuto due anni circa quando sulla sabbia della spiaggia dal lato dove e' visibile la piccola isola di S. Stefano , Alexander disegno' un largo cerchio, in ogni parte fece dei simboli, per sua madre sembrava semplicemente un gioco da fanciulli di cui spesso non se ne conosce il senso, ma quel giorno passo di li Attalo come non faceva da tempo a causa del tempo che inesorabile non lascia nessuno indietro.
Guardo' con attenzione quei segni scoprendo con grande meraviglia che non erano bizzarri segni da bimbo incosciente ,ma riproducevano simbolicamente una certa tavola stellare molto antica di cui era in possesso da tempo e avendola poi dimenticata tra i tanti libri .La sorpresa fu quando vide questo disegno mentre si avvicinava scendendo dal promontorio verso la spiaggia, sarebbe stato impossibile a chiunque vederlo da vicino.
Giunto sulla spiaggia e senza interrompere il gioco del bimbo esclamo' con voce roca:E' sorprendente!''a cui rispose Anna ''Cosa Attalo?''
Attalo:'' E' raro che accada quello che vedo.
In genere si studia tantissimo per raggiungere qualcosa che riteniamo lontanissimo e spesso si ottengono scarsi risultati .Alexander ha disegnato proprio qua sulla sabbia il cielo con i suoi pianeti, nella precisa disposizione, proprio come sulla tavola che io posseggo, mi risulta assai difficile considerata la tenera eta' che egli abbia potuto in qualche modo conoscerne i segni per poi riprodurla''.
Anna:'' sono giorni che non fa altro che raccogliere ciottoli e sistemarli in modo da fare disegni, in questo ho sempre un gran disordine in giro , non faccio altro che raccogliere ciottoli .Sinceramente non ci trovo nulla di sorprendente , sono cose casuali, giochi da bimbi,non hanno senso.''
Attalo:''Dici?''
Anna :'' pensa l'altro giorno avevo sistemato tutte le mie cose da un lato per lasciarlo giocare tranquillo e senza pericolosi ostacoli, quando mi accorgo che di tanti sassolini forma una specie di figura a forma di rombo con tre sassolini da un lato e due singoli dall'altro ''
Attalo''Orione!
Anna:''Cosa?''
Attalo:''nulla,parlavo tra me e me''
Saluto' Anna e il piccolo Alexander per poi continuare il suo lento cammino scuotendo leggermente la testa da un verso e l'altro.
Spesso a cose a cui diamo poca attenzione meriterebbero un maggior interesse,per noi stessi e per i nostri cari, ma troppi impegni e tanto lavoro distraggono la mente dalla sua natura.
Era una giornata di sole con leggera brezza di mare che accarezza dolcemente il verde manto dell'isola tappezzata da piccoli campi coltivati e luoghi solitari con arbusti d'ogni tipo.
Attalo andava spesso in luoghi isolati per trovar silenzio assoluto e ragionar a modo suo per ricerche mai terminate.
Ad un tratto scorge uscir da dietro uno di questi arbusti dal color verde acceso un uomo dai capelli grigi e gonfi tutto intento a raccoglier erbe ed annusar le foglie come era solito fare .Era Probo .
Attalo:''Amico mio sembri un segugio che per catturar preda annusa ogni luogo per esser sicuro
di non sbagliare presa''
Probo:''hai ragione , l'età avanza e non ho più la vista di una volta , diciamo che per esser sicuro di non sbagliare alla vista ho aggiunto il naso.''
Attalo:'' sediamoci un po' ho con me del buon vinello nero , preferirei berlo con te .
Probo:'' ho quasi raccolto tutto ciò di cui avevo bisogno, non mi dispiace bere un po' di vino con te , anche se ti conosco bene che oltre al vino , ti piace discutere con me pacatamente per lungo tempo.''
Attalo:'' e una seccatura per te?
Probo:'' assolutamente no ! scherzavo.''
Ci fu silenzio perché quel dolce vento non più soffiava,si sentiva solo il leggero sorseggiare dei due antichi amici ,arbusti con gran chioma davano una lieta ombra ai due ammorbidendo i raggi del sole di quell'ora.
Attalo:'' leggendo qua e la' tra i miei antichi testi con gran curiosità soffermo l'attenzione sugli ermetici discorsi pubblicati in poche copie alcuni secoli fa.
In particolare amico mio mi suggerisce una domanda questa affermazione'' come in alto cosi in basso''.Tra i tanti dubbi sulla validità dell'enunciato , ragionando molto sul suo senso, ho trovato risposte inadeguate e per trovar ragione a simili parole mi chiedo se non sia una semplice affermazione fine a se stessa.
Le opinioni da sole non bastano a decidere del senso proprio vero di ciò che si decide di portare al lume di ragione,con metodo dialettico affronto la questione ritenendo l'alto come il cosmo in cielo e il basso l'invisibile nascosto delle minute forme della materia stessa.''
Probo:'' Anche se a riguardo potrà sembrar estranea la mia opinione , perché del piccolissimo come del grande non ne ho riscontro in quanto e' impossibile all'umana specie trovar una soluzione se non per intelletto.
Diamo per certo che la materia e' ciò che noi siamo e che il dividere all'infinito mai si giunge a numero cosi anche lo spazio a noi sconosciuto può essere rappresentato come un numero moltiplicato all'infinito stesso.
Attalo:''quindi il nostro mondo comprese le conoscenze, sono cosi comprese tra l'uno e l'altro mondo?
Probo:'' il mondo e' uno solo o infinito? E' assai difficile determinarlo ,gli aspetti son mutevoli e le conoscenze anche, alla presenza dei molteplici aspetti in entrambi i casi non esiste l'assoluto.
lo stesso si può dire del tempo .''
Attalo:''quindi tutto e' se stesso pur cambiando forma e aspetto?
Probo:''No amico mio finché consideriamo gli eventi nel tempo e nello spazio a noi conosciuto,e' probabile che in origine tutto sia stato come fermo e immobile ma anche in movimento, impossibile da capire con la sol ragione o ancor peggio nell'illusione di qualche causa precedente a cui sia preceduta altra causa,o all'idea di qualche entità soprannaturale che regola tutto .In passato la questione fu affrontata in maniera organica da Aristotele e Platone,ciascuno ha aggiunto argomentando la propria spiegazione.
Io posso aggiungere senza presunzione che gli infiniti due(macrocosmo-microcosmo)sono indefiniti perché non calcolabili per cui l'esistenza di qualunque valore universale per i due indefiniti risulta relativo ma anche indeterminato.
L'impossibilita' di calcolo mi suggerisce che sia il primo che il secondo siano in funzione del tempo illimitato.
Come tempo corre cosi entrambi espandono e diminuiscono all'infinito.
Attalo:''può considerarsi questa un illusione?''
Probo :'' certo! gli aspetti mutevoli possono dar ben poco a chi cerca verità di fondo, il limite e' proprio nella definizione che si da ad ogni questione.
Attalo:'' quindi le parole stesse sono oggetto di discussione?''
Probo:'' Proprio cosi''
I due amici si sorridono tenendo il piccolo bicchiere di vino ormai vuoto che a parole il sorseggiare seguiva.
Attalo:'' bene amico mio , faro ' ricerche sull'origine delle parole poi ti faro' sapere , vado verso casa vieni con me?
Probo con un sorriso:'' No,carissimo resto ancora un po', mi piace stare qua al fresco , tornerò a casa più tardi.
Alexander cresceva e tra il seguir delle stagioni si preparava a trasformar come ognuno di noi sia fisico che cognizione. Scrittura e lettura gli furono subito familiari , considerata la tenerissima eta' , riusciva a fare cose non comuni , infatti considerando come gioco quasi tutto, gli riusciva abbastanza facile apprendere ricordare e poi elaborare qualsiasi tipo di notizia. Con Attalo apprese i primi insegnamenti di lettura e scrittura sia in volgare lingua comunemente usata al tempo che il latino tramandato nei secoli ma ormai fuori dall'uso corrente.
Attalo:'' Dunque oggi ne abbiamo 22 siamo in Marzo, quante settimane mancano secondo te Alexander fino alla fine di Luglio?
Alexander:'' tra 18 e 19 settimane ''
Attalo:'' bravo! hai calcolato cosi velocemente che nemmeno io che sono più grande di te riuscivo a farlo
Alexander:''ma io non conosco i calcoli ''
Attalo :Allora come hai fatto?
Alexander:'' ho diviso un anno come fosse una torta in dodici fette, su ognuna di esse ho aggiunto quattro fragole e dove necessario una ciliegia, considerato il numero dei mesi che va' da marzo a luglio, e' semplicissimo ottenere il risultato.
Attalo:''devo controllare son sicuro che ti prendi gioco di me, scrivendo frettolosamente per aver il risultato
Attalo :''E' vero!
La matematica o arte aritmetica era in Alexander un vero dono naturale, probabilmente attraverso queste forme di calcolo visive gli risultava più semplice effettuare operazioni complesse. Nelle lingue fu altrettanto capace stesso sistema ma con una variante sul senso e significato delle parole sembra che riuscisse a collocare in memoria termini appena acquisiti e senza bisogno di ripetizione, un vero talento.
Se la vita di noi uomini fosse solo scienza e calcolo allora basterebbe a se stessa, ma di tutte le possibilità che la natura offre attraverso forme sempre diverse e un vero mistero.





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